Stanco alla fermata dell’autobus, come ieri sera. Ci sono due ragazzi. Lui sta in piedi e continua a chiedere informazioni su quando arrivino gli autobus e confronta quello che gli viene detto con il pannello informativo luminoso dietro di lui. Lei è seduta e fuma una sigaretta lentissimamente, le si chiudono gli occhi. Poi lui si siede accanto a lei, le passa qualcosa. Lei scopre l’avambraccio sinistro e si pulisce una macchietta di sangue. Poi prende un cartoncino e fa, sempre lentissimamente, due filtri.
Arriva l’autobus e i due salgono. Si siedono uno dietro l’altra, con le gambe un po’ rivolte verso il centro dell’autobus. Tirano fuori insieme tabacco e cartine e si arrotolano due sigarette. Fanno tutto in maniera assolutamente coordinata. Io sono in piedi, abbastanza vicino a loro, e li guardo. Mi impressiona vedere le loro lentezze sincronizzate.
Salgono tre ragazzi, con le teste rasate. Uno di loro si siede su un posto libero, gli altri due sono intorno, uno in piedi, l’altro accovacciato sotto l’obliteratrice. Cologo solo dei frammenti di quello che dicono.
“L’altra volta l’ho fatto il biglietto. Poi è arrivato il controllore: ‘Biglietto prego’. E io: ‘Toh, prego, grazie’. Fanculo pezzo di merda, schiavo del potere. ‘Prego, ecco il biglietto'”. Nel frattempo mi sono seduto anche io.
I due ragazzi di prima si alzano, hanno rollato le loro sigarette, si avvicinano alla porta d’uscita. I tre ragazzi con la testa rasata occupano tre posti liberi, vicino alla porta.
La ragazza è in piedi, si tiene ad un sostegno. Vede i ragazzi e chiede loro: “Perché avete la testa rasata?”
Uno risponde: “Perché siamo di centro”. Un altro replica: “Perché siamo di destra”.
La ragazza, sempre con gli occhi semichiusi, trasale: “Di destra?”
“Eh, sì”, dice uno. “Mica siamo mancini”, aggiunge, facendo il gesto di scrivere. Gli altri due ridono. Uno chiede alla ragazza: “Ma sei normale così oppure sei fatta?”
“Sono fatta”, dice con un filo di voce la ragazza, e forse lo ripete mormorando. “E cos’era?” chiede un altro. “Thai, brown…?” La ragazza non capisce. I tre ridono. “In che forma era?” chiede uno. E un altro, rivolto alla ragazza: “Schifosa!”. “Era in forma di sasso”, dice lei. I tre ragazzi ridono. Le porte si aprono e la ragazza scende. Uno di loro ricorda agli altri due di quando avevano visto una “tossica” in stazione. Poi aggiunge: “Di destra, mica scriviamo con la sinistra noi”. E un altro: “Ma non l’ha vista la maglietta antifascista?” e poi ridono.
Sono arrivato alla mia fermata, suono il campanello e scendo.
Il condominio è un gran libro… Se poi unito a Nick Drake può risultare letale, in senso existenziale. Ricordati la pinta di birra a Trastevere!
Mi hai regalato una piccola madeleine emotiva. L’11 B lo prendo spesso anche io, ma in direzione opposta. Situazioni simili, però.
Dipinto meraviglioso e terrificante. Lucido e commosso. La tua penna accarezza la realtà, anche quand’essa è fatta d’orrore.
PeterT: ci puoi scommettere. Appena ho il tempo di venire…FintoBerlinese e VeroFratello: grazie…
I complimenti per il post te li hanno già fatti quindi sottoscrivo in pieno (silenzio)…ti ho già detto che il template nuovo mi piace ogni volta che lo vedo? Forse si… Ok sono ripetitiva, sic.
I’m. A. Kangaroo. I. Need. Mental. Help. Because. I. Want. To. Be. A. Indie. Rocker.
And. Goodbye. To. You. All.
Non è che ti segua da molto, quindi, inconsapevole che tu l’abbia già fatto o meno, ti chiedo:ma quando cavolo lo scrivi un libro??
JohnBalance: ehm, ciao 🙂 (e sorrise con il simbolo che aveva visto fare in Incontri ravvicinati del terzo tipo…).JackHorner: grazie, beh, ecco… Sono cose belle da sentire. Grazie.
Io prendo sempre L’UNDICI B, DIREZIONE PONTICELLA per tornare a casa. Ho visto cose…
Rientrata in patria ieri, possibilità di usare internet liberamente… ed eccomi qua. Sto recuperando tutto il materiale che non ho potuto leggere negli ultimi tempi. Sempre bello. Ciao! Antonella (Himi)
Grazie Himi! Ciao ciao.