Archivi mensili: Agosto 2011

Il (non) comune senso del pudore

All’ennesima dichiarazione di fronte alla quale ci sarebbe solo da sbarrare gli occhi (Simona Ventura che si lamenta pubblicamente perché ha i mutui da pagare, e notate il plurale), una cosa è chiara: il Paese ha completamente eliminato il senso del pudore. La gente urla, scoreggia, rutta, si scaccola, ruba, se ne fotte. Ma questo lo fa da sempre. E’ relativamente da poco, invece, che queste attività (insieme a tutte le loro estensioni sociali e morali) vengono esibite con orgoglio.
Starò anche diventando misantropo, ma sempre di più la gente intorno a me mi ricorda quella rappresentata dal geniale Riccardo Mannelli, che sin da piccino leggevo in “Cuore” e “Satyricon”, l’inserto umoristico di Repubblica.
Per rendersi conto dell’incredibile capacità del disegnatore (di cui non ho notizie da molto tempo), basti pensare che la vignetta messa qua è di una quindicina di anni fa (se la cliccate la potete vedere meglio): ma io continuo a vedere sempre le stesse facce e a sentire sempre le stesse cose.
(Però, Mannelli, ritorna, dai.)

Cose successe mentre non scrivevo sul blog (in ordine sparso)

Ecco alcune cose successe negli ultimi venti giorni o giù di lì:
– visti numerosi posti bellissimi, tali per cui il commento era “È bellissimo”, al quale veniva replicato, di solito, “Sì, è bellissimo”, e poi il silenzio contemplativo;
– confermata la teoria che l’italiano in vacanza, di solito, da piccolo è grasso e rompe le palle, da grande è tatuato e rompe le palle;
– percorsi 21 chilometri a piedi in sei ore (comprese di soste), con sali e scendi intorno a laghi e boschi, senza eccessive difficoltà;
– visti segnali che avvisavano il pericolo di campi minati: in Slavonia butta ancora male;
– partecipato a due feste di San Rocco in due Paesi diversi nel giro di dieci giorni;
– rivissuto la Yugoslavia di quando ero piccolo;
– notato che il 26 agosto è stato il settimo anniversario della morte di Enzo Baldoni, di cui pochissimi hanno parlato.

Ferie d'agosto

E, come da diversi anni a questa parte, anche io me ne vado in vacanza ad agosto. Gas e acqua spenti, allarme inserito, valigia pronta, libri e film scelti. Si va nell’antica Lesina, provando a fare una capatina anche a Zara, Spalato, Dubrovnik e Mostar. Ma soprattutto si spegne quasi tutto per un po’.
Come al solito, il blog festeggia il suo ottavo compleanno tra una decina di giorni, in contumacia: gli auguri sono graditi, regali e torte anche, ma al mio ritorno su queste pagine. Tra un po’. Senza fretta, né date precise.
Buone vacanze a tutti!

Di |2011-08-05T08:00:00+02:005 Agosto 2011|Categorie: I Me Mine|Tag: , , , , , , |2 Commenti

Il vero ultimo giorno di lavoro

Lo so, lo so: mettere i dischi è qualcosa di talmente divertente che chiamarlo lavoro è esagerato. Però rientra in quelle categorie di attività legate a orari, obblighi e comportamenti che è assimilabile a un lavoro.
Quindi, dopo l’ultima giornata di lavoro-della-mattina il 28, l’ultima puntata di Maps del 29, l’ultima puntata di Pigiama Party del 31, eccoci all’ultimo dj-set della stagione. Insieme al prode Michele Restuccia, sempre nel quadriportico felsineo di Vicolo Bolognetti, stasera avrò l’onore e il piacere di muovere gli astanti restanti dopo il concerto di The Thermals e Polvo. I Polvo. E chi se li ricordava più?
Danze dionisiache per dire “benvenute” alle vacanze. Aspettovi.

Pimp My Life

Mi parlano spesso di RealTime, uno dei canali che va per la maggiore. Quando mi descrivono i programmi che la rete trasmette, vengo a conoscenza di show in cui, ad esempio uno arriva e ti sistema casa. O ti sistema la famiglia. O il cane. O la cucina. O potenzia il tuo salone da parrucchiera.
Insomma: molti “soggetti” di questi programmi si possono riassumere con il modello archetipico di “Pimp My Ride”, programma targato MTV, dove c’era uno che prendeva la tua quattroruote scassatina e te la faceva diventare un’auto da tamarro patentato (è il caso di dirlo), dalle sospensioni iperboliche e dai colori fiammeggianti. Un “di più” barocco, sfrontato e identificabile nell’idea di “massimo ottenibile” che molti degli spettatori a cui il programma era indirizzato (per lo più giovani poco colti appartenenti a minoranze o a un “white trash” solo un po’ più qualificato) condividevano.
Ora l’idea si allarga e si trasmette a tutti i lati della vita: “Pimp My Life”, appunto. Mi pare che, alla base di questo, ci sia, come sempre, l’imposizione di modelli legata a un'”insoddisfazione coatta” rispetto a ciò che si ha e (quindi) a ciò che si è.
Tutto ciò mi preoccupa in maniera inversamente proporzionale a quanto mi sorprende: non c’è neanche l’idea, molto radicata nella tradizione americana, più che anglosassone in genere, del miglioramento del proprio stato attraverso l’impegno, il lavoro, la dedizione. No: il miglioramento è possibile unicamente se interviene un deus ex machina, che si Xbit o Alessandro Borghese poco importa. Meglio ancora se questo fattore esterno interviene in un ambiente già pieno di soldi. Mi raccontava una volta l’amico P. che uno dei programmi di RealTime riguarda l’annosa ricerca di un’abitazione da acquistare. I protagonisti, però, non sono due giovani alle prese con mutui ventennali, no: sono persone che hanno centinaia di migliaia di euro a disposizione. L’identificazione di “Pimp My Ride” diventa ora pura ammirazione per qualcosa che è “real”, sì, ma distante, irraggiungibile, intoccabile. Qualcosa che, probabilmente, abita agli stessi livelli (attico?) del deus ex machina che compare in scena. Eppure, il pubblico ci sta, guarda, si appassiona. Perché? Perché, banalmente, è un modo di dimenticare la propria vita, la propria auto, la propria casa? È sufficiente questa come spiegazione?

31 anni fa

[youtube=http://youtu.be/rkof1GSku9g]

Lo sapete tutti dell’orrore di ciò che è successo in quel 2 agosto 1980 e in tutti i giorni successivi fino ad oggi, ricolmi di bugie, insabbiamenti, depistaggi. Io mi ricordo benissimo di quando i miei genitori mi raccontarono perché quell’orologio era fermo e cos’era quello squarcio nel muro. Non saperlo prima, ma impararlo là, nel luogo in cui tutto era avvenuto, ha fatto sì che ogni volta, ogni singola volta che ho messo piede in Piazza Medaglie d’Oro abbia pensato a quel giorno. Anche questo è non dimenticare: credo che talvolta la memoria sia un fardello faticoso, quotidiano e insostituibile. E la stiamo perdendo.

Di |2011-08-02T08:00:00+02:002 Agosto 2011|Categorie: Glass Onion, Taxman|Tag: , , , , |0 Commenti

Ladies and gentlemen, rock'n'roll

Pare incredibile, ma esattamente 30 anni fa iniziava le trasmissioni MTV. Si sa che il primo video trasmesso fu “Video Killed the Radio Stars” dei Buggles, ma le prime vere immagini sono state queste.

[youtube=http://youtu.be/8VVvK7pNgYY]

Capito? Rock’n’roll. Trent’anni dopo, mi pare che MTV sia morta, ma ne vorrei conferma. La guardate? Che guardate? Che c’è su MTV? Lo fanno il rock’n’roll? A rileggere la storia di come e quando MTV è stata portata in Italia, ben prima della nascita della sua branca italiana, ci si commuove: qua si parla di Tele+, di ReteA, di Telemontecarlo. Lacrime. Ed è forse questa sequela di nomi, più che l’anniversario di oggi, che mi fa pensare davvero di avere vissuto con coscienza un’altra era culturale e tecnologica. Mi ricordo lo stare in attesa dei video per poi registrarli su VHS. Lo stare in piedi per vederli, nella fascia da mezzanotte alle 2. Andare a scuola e vantarsi delle clip catturate, come farebbe un cacciatore di farfalle.
Giovanissimi all’ascolto, fidatevi: era una rottura di palle, le videocassette facevano schifo, pesavano e ingombravano assaje. YouTube è molto, ma molto meglio. Un po’ come comprare (quasi gratis) “Farfalle da collezione” in edicola, invece che inseguirle nei boschi.
Nota: nessuna farfalla è stata ferita o uccisa per scrivere questo post. L’autore del blog disapprova la caccia alle farfalle e le collezioni da edicola.

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