La cosa difficile è cercare di fare un discorso sensato sui quattro giorni passati a cercare di insegnare qualcosa ad una ventina di diciassettenni, senza cadere in esclamazioni tipo “O tempora o mores”. La cosa difficile è mantenere la calma quando, dopo una quindicina di ore spese a parlare di cinema e sceneggiatura c’è ancora qualcuno che confonde questa con la scenografia. La cosa difficile è evitare di reagire a male parole quando senti un ragazzino insultare un altro dicendogli “magrebino” (e no, caro W., non sono un loro insegnante, non posso prendere provvedimenti). La cosa difficile è rendersi conto che hai a che fare con un precipitato tremendo: adolescenti di una scuola privata di una delle città più ricche del ricco nordest. La cosa difficile è pensare che l’espressione “valore” e “crisi di valori” ha un senso, qualche volta. La cosa difficile è rendersi conto che spesso sono stronzi, razzisti e maleducati, e fanculo il fatto che abbiano diciassette anni. La cosa difficile è, subito dopo, rendersi conto che molti di questi ragazzini hanno avuto delle playstation e dei cellulari come unica compensazione alla mancanza di attenzione, amore, affetto. La cosa difficile è pensare che questi ragazzini voteranno, tra un anno. La cosa difficile è sperare che qualcosa cambi.
La cosa facile è stata arruffianarseli. “A voi piace Robbie Williams e Avril Lavigne, giusto? Ma noi non abbiamo tempo per ascoltare i loro pezzi prima delle lezioni. Ma possiamo ascoltarne dei riassunti.”
E quindi, grazie questi due brani che ho creato lassù, li ho spiazzati, stupiti, e ho catturato la loro attenzione.
Per quindici lunghissimi secondi, più o meno.
Àhi, àhi….
Nervo scoperto.
Oh, i file non fungono.
(clicca col destro e scegli salva con nome)
da bocciare sono i genitori,credo. son quelli i nuovi somari….lavorarestanca
A volte dubito sulla bontà della democrazia…
Succo
mh. e io a volte guardo mia cugina – che di anni ne ha 8 – e mi rendo conto che fra nove anni sarà esattamente una di quelle diciassettenni di cui parli. forse anche peggio. perchè è insopportabilmente viziata e trendy e (duole ammetterlo) piena di niente già adesso, figuriamoci fra una decade.
f.
che bello entrare in questo blog e leggere “quel” titolo e “quel” sottotitolo…tra l’altro sono perfetti, rendono bene l’idea….
[così feci, ma non suonarono]
non era “sui giovani d’oggi ci scatarro su”? per il resto è ovvio che i 17enni di oggi ti sembrino dei marziani. non dice qualcosa di loro, dice qualcosa di te. O no?
bambinonero: no, macchè. coperto, coperto da qualche giorno, per fortuna.lavorarestanca: ne sono assolutamente convinto. discorso lungo, però.succo: anche io. ma è il meno peggio che ci tocca, no?fio: non puoi fare qualcosa? salvala, dai. so che puoi farcela. non vorrei mai che, per strani giochi del caso, mi capiti tra le grinfie, un giorno…simak: oddio, come mai? ho provato e i file funzionano!sviluppino: non sono i primi diciassettenni che mi capitano, intendiamoci. e poi non capisco la frase “dice qualcosa di me”. il post? spiegati, su.
A me invece resta lì, scoperto. Da due anni, circa. Pulsante e impertinente. Rosso-che-più-rosso-è-quasi-blu.
ma di cosa parli, esattamente?
(Del nervo scoperto. Delle orde di diciasettenni frenastenici. Se la domanda era rivolta a me)
(è saltata una esse)
Francè, era colpa di firefox che invece di scaricare gli mp3 completi scaricava dei file inutili da 40 kb scarsi.
Sarà colpa solo del mio firefox?
bambinonero: quanto cripticismo! quindi anche tu insegni/hai insegnato?simak: e penso proprio di sì.
Affermativo, capitano (fa tanto bastoncini findus…..).
Ho insegnato e insegno.
Mediamente diciotto-diciannovenni. Quelli che tu hai incontrato sui monti, per intenderci, l’anno prossimo magari me li becco io.
Con un’attitude che (mediamente) è (anche) questa:
http://www.thebackroomboy.splinder.com/1107891324#4020894
Buona giornata, a day.
Niente, il link non funge. Vabbè, insomma….era per dire che sostengo la filosofia della salubrità dei calci nel culo.
non vedo perché evitare di dire “o tempora o mores”. avere le caratteristiche giuste per dirlo è uno dei (pochi) vantaggi dell’essere ormai 26enni.