Forse non tutti sanno che© qui a Bologna è entrata in vigore da un po’ un’ordinanza comunale che vieta, solo nel centro storico, la vendita di alcolici per asporto di qualsiasi tipo dopo le nove e il loro consumo all’esterno dei locali. Questo per evitare il degrado, parola che in questa città sta assumendo una valenza ultraterrena, e si sta spiritualizzando giorno dopo giorno. Come funziona la legge? Facciamo due esempi.
Entro in un locale, mi faccio dare una birra, esco con la birra, per stare fuori dal locale, fumarmi una sigaretta, o solo prendere un po’ d’aria. Multa. Compro una birra in un negozio dopo le ventuno. Multa al negoziante.
Ora, considerando che una delle alternative ai costosi locali che questa città offre è lo stare in una piazza a bere una bottiglia di birra, e che siamo un popolo latino, che spesso esce dopo cena, e il “dopo cena” è di solito verso le nove, l’unica soluzione è portarsi le birre da casa, avendole preventivamente comprate prima delle ore ventuno.
Certo, a meno che uno decida di non godere delle bellezze del centro storico (infatti il degrado riguarda solo il centro storico, ché non si è mai sentito parlare di “degrado della periferia”, no?).
Comunque, l’ordinanza è in vigore, ci sono state delle multe, soprattutto agli indiani e pakistani che hanno negozi di alimentari aperti fino a tardi, e delle proteste, ma per ora niente birra in piazza, ecco.
Ieri sera sono andato a farmi una passeggiata verso piazza Santo Stefano, uno dei posti più belli di questa cara città. A una ventina di metri dalla piazza sento su di me lo sguardo di una persona che sta nell’ombra, e aspetta, evidentemente, qualcuno o qualcosa. Quando mi avvicino, sento che mi dice qualcosa. Penso tra me e me che non ci sono mai stati spacciatori in quella zona, e che quest’uomo ha caratteri somatici indiani, non nordafricani.
“Scusi?” gli chiedo.
“Bira fresca. Vuoi bira fresca?”
“No grazie”, dico.
Se ce ne fosse stato il bisogno, ecco la prova che l’ordinanza comunale crei proibizionismo, o sia proibizionista. Una sua causa, come successe negli anni trenta negli Stati Uniti o come succede adesso con le droghe è la creazione di un mercato nero senza controlli. Ed è proprio per questo che non ho comprato la birra. Perché, ne sono sicuro, avrei pagato tre euro per una lattina di Hollandia appena fresca e tagliata male.
anche in spagna hanno vietato il “botellon” (stare seduti in piazza a bere roba magari portata da casa): una generazione distrutta!
sono basita dalla notizia. non scherzo. fortuna non bevo alcol!
ma…non ho capito una cosa: se io esco alle 20.55, vado al pakistano e mi compro la birra, poi passo passo mi dirigo in piazza santo stefano, la apro e la bevo…non mi dicono niente, no?
e se mi porto una damigiana di vino in plastica portata da casa (casa d’origine intendo) quindi non comprata a bologna, e vado in piazza santo stefano a berla…non mi dicono niente, no?
Una pensata più inutile davvero era difficile farla. Anch’io sabato sera ho incontrato lo spacciatore di birra in Santo Stefano…
Prevedo che tra qualche settimana, nei retrobottega di negozi insospettabili, nasceranno distillerie clandestine funzionanti a pieno regime dalle 21. Ci manca solo Al Capone e poi siamo a posto.
il problema è un po’ più grave del solo consumo di alcolici
ma è un grosso problema.qualcuno se lo ricorda nel 90′ il centro di bologna? beh in 15 anni è diventato un vero schifo. diciam le cose come stanno. e il probizionismo è davvero l’ultimo atto di persone che sembrano fuori dal tempo e dalla realtà.
quello che dici è inesatto.. in molti locali, claricaune, irish pub, ecc.. è affisso un avviso sul fatto che sia permesso uscire con la birra in mano per fumare…
per il resto il centro di questa città è diventato uno schifo, le misure di coff saranno impopolari, ma almeno ci prova…
sei anche tu, o meglio anke tu, dalla parte di liberazione, casarin e fancazzisti vari? andassero a lavorare e finissero di rompere le palle con i loro cani rognosi…
vien voglia di votare AN, va…
@brodo: veramente fuori l’irish fino a due settimane fa c’era scritto l’esatto contrario.
Più in generale il provvedimento di coff mi lascia perplesso, oggettivamente è inutile, ma il problema della pulizia e del celebre decoro urbano nel centro di bologna c’è.
Ci vorrebbe più civiltà, più cestini, più autocontrollo e non solo più “controllo”.
Tutte queste cose mancano, viene facile rendersi conto che qualcuno con una visione un po’ limitata della vita può pensare che vietare possa risolvere un problema.
Non è così, ma il problema esiste.
Dimenticavo…da quello che sapevo il provvedimento è in vigore fino al 20 novembre 2005 dopo se ne valuteranno i risultati.
Vedremo sulla valutazione dei risultati che metro di giudizio si applicherà.
Anche se è triste dirlo ma piazza verdi è leggermente più ordinata di una volta.
malvezzo: infatti gli spagnoli in erasmus a bologna tentavano di ricreare quelle atmosfere, con esiti alterni…erbasalvia: beh, staremo a vedere, come dice simak.ho messo il link al testo dell’ordinanza, che è molto chiara. per quanto dice brodo, sono d’accordo con simak. mi sono abbastanza rotto le palle dei manicheismi, o di qua o di là. posso stare né con casarini, né con cofferati? oh.
sacrosanto
Ricordo la seguente situazione.
Napoli, fresca serata estiva, Quartieri Spagnoli, centro sociale DAMM (Diego Armando Maradona Montesanto): Concerto di Daniele Sepe. Durante il concerto, un gruppo di “scugnizzielli” comincia a lanciare pietrine sulla testa dei musicisti. Daniele Sepe si ferma, e fa: “Mo’ c’amm’ rutt’ o’ cazz! Saremo comunisti quanto volete voi….ma le pietre in testa sono troppo!”.
Se un punkabbestia piscia sotto i portici a via Petroni, è lecito incazzarsi, senza dovere per questo essere additati come dei fascistoidi?
Io dico proprio di si….
Porto Alegre
ragazzi, non fraintendiamoci. certe cose di bologna non le tollero più, dopo dieci anni. il modo in cui molti punkabbestia si comportano, soprattutto.
quindi mi incazzo, ripeto, ma senza che la mia rabbia mi porti ad appoggiare un lassismo generale o un “controlassismo” come quello progettato dalla giunta. insomma, secondo me non è questo il modo di risolvere certi problemi. sono, ripeto, sulle posizioni di simak, anche se mi/ci si potrà obiettare che non è facile una soluzione “individuale”.
comunque il post voleva mostrare un meccanismo consequenziale all’ordinamento. e la cosa, secondo me, non può lasciare indifferenti.
lungi da me il voler chiudere la discussione.
a voi.
a lavurar i pancabestia che ho ancora la merda dei loro cani sotto le suole. esiste categoria più odiosa?
i pancabestia teenagers che vengono scarrozzati dai genitori col cayenne o l’x5…
_son d’accordo sul fatto che si può benissimo essere di sx ed essersi rotti le palle di quello che si vede in giro di notte_l’educazione non è nè di dx nè di sx e nemmeno il potere vivere una città all’aperto_al momento siamo più verso un’anarchia che non tollera più nessuno perchè puoi essere alternativo quanto cazzo vuoi ma se pisci davanti al mio portone o spacchi una bottiglia di vetro in testa ad uno allora significa che hai passato la misura_il problema è che appena uno prova a risolvere il problema viene additato come repressore della libertà_Le misure odierne sono alquanto strambe ma si dovrà per forza arrivare ad una soluzione per aggiustamenti perchè così non si va avanti_a meno che non si chiuda il centro storico tipo “1999 Fuga da New York” e si giri per le strade tipo Iena Pleensky_E se un punkabbestia o uno spacciatore ti si rivolge a maleparole allora gli si dice “Chiamami Iena” e giù, modello Kurt Russel_
fratello ti linko. Dopo la collezione di tessere, il giornalismo free lance e questa mi pare il minimo. cin cin
La cosa bella è che, se ti metti a trattare, ti fanno lo sconto. L’altra sera abbiamo preso dieci birre a dieci €.
[Neubauten]
Mi riferisco a ciò che dice Bando o chi è a conoscenza di esperienze che si riferiscono alla Bologna universitaria dei primi anni 90. Potete raccontarci, magari senza mitizzazioni, cosa fosse vivere in quel periodo laggiù? Sarebbe interessante credo per chi non c’era e non ne comprende il contrasto. feedbach
io sono arrivato a bologna nel 1996. la costante è che comunque tutti ti dicono che prima si stava meglio, in senso molto lato.
io non so. bando?
a me è successa la stessa cosa sempre in piazza santo stefano, e le conclusioni sono state le medesime. Una immediata, semplice, “innocua” onda di ritorno di un proibizionismo locale. Come se ci fosse ancora bisogno di capire che nn è così che si risolvono i problemi.
Io bologna la vivo dal 1989. inutile dire come i ricordi alterino l’oggettività dei fatti, specie di quando sei ragazzino. Però. Però. Sicuramente era una città + rilassata, aperta e creativa di quanto nn sia diventata. C’erano + concerti, + posti (occupati e non), + eventi culturali. Ora il problema è l’eco di quegli anni: si crede che sia una città dove fai quel cazzo che ti pare. Quindi vagonate di studenti che arrivano e fanno quello che sapete: la moda illusoria di questi anni, il punkabbestia, nichilismo ignorante; come dire, l’eccesso di tolleranza del passato ha creato un mostro. E ci si ritrova a fare considerazioni retrograde quando si credeva di essere così liberali.
Personalmente in certi rave party, ho visto una cosa che potrebbe essere applicata al discorso alcol: incentivare la raccolta dei rifiuti. Cioè: se mi porti un vuoto ti do 50 cent. Cose del genere. Ah, scusate, stavo sognando.
E.
complimenti ..blog interessante:)