Sono uscito, questa sera, e mica ero di umore buono. Andiamo a bere qualcosa. Ordino un martini cocktail e un bicchiere d’acqua.
“Non abbiamo bicchieri”, mi dice la cameriera.
La folla con me ridacchia e inizia a proporre che io beva l’acqua in un’urna, in una cisterna… La cameriera è simpatica e precisa che, insomma, ‘sta acqua me la devo pagare. Mezzo litro. La ordino senza bollicine, temendo il sovrapprezzo.
Il cocktail è così così. Sto per andarmene a casa, quando mi dicono: “Partita a stecca?”.
Il biliardo io l’adoro. Mi piace tantissimo, tutto. Sorrido e accetto.
Andiamo in una notasaladabiliardo, proprio sotto le due torri. Immaginatevi una sala da biliardo nel centro di Bologna. Fatelo veramente. È esattamente così. Sottoterra, in un palazzo con ascensore ingabbiato, cancello per entrare. Tavoli sparsi, fumo, neon. Popolazione varia e inevitabilmente bizzarra.
Nella notasaladabiliardo la televisione è sempre accesa, e c’è sempre qualcuno che la guarda: e pare non abbia fatto altro in vita sua. Immobile, se non fosse per la sigaretta che viene fumata, spenta, riaccesa. Età compresa tra i cinquanta e i centocinquant’anni. Ma si guardano le cose più normali. Lo so, potreste aspettarvi un porno, o quanto meno le pubblicità dei telefoni erotici. Stasera c’era “Porta a porta”. Mi sa che gli regalo qualche cassetta…
Nella notasaladabiliardo si bestemmia, più o meno ad alta voce, ma si sentono distintamente i rumori crocchianti delle palle, del primo colpo, delle stecche, dei gessetti che vengono strofinati sulle loro punte.
Ogni tanto i giocatori più esperti ti guardano, ma non te lo fanno notare. Meglio così.
Di solito nella notasaladabiliardo ci sono in prevalenza uomini. Ma a volte qualche donna ci scappa. Magari la ragazza di qualcuno, che è lì con i suoi amici. E lui, premuroso e amoroso, tenta di insegnarle a giocare. Lei, di solito, è negata. I suoi amici si sfiancano di sigarette e di birra e tremano ogni volta che lei prende la stecca in mano. Lui, imbarazzato, fa dei sorrisini di giustificazione. Che, spesso, servono a poco.
P.S. Il titolo del post… si può ascoltare qua.
Ah, la notasaladabiliardo. Che nostalgia. 🙂 abbracci abbracci.
Io a biliardo ci sapevo giocare benino, anche senza moroso che facesse da maestro…è che non pratico più da un sacco di anni…
ah, bologna all’inizio dell’inverno. Quando in Sicilia ci si veste ancora di cotone, e sotto le due Torri si bivacca sino all’alba. Ah che nostalgia (2).
Quando e se passo per Bologna, ti faccio un fischio e andiamo a giocare a biliardo… mi e’ capitato di essere piu’ brava del moroso di turno… F.
io non sono per niente brava a stecca, ma mi diverto a bere spuma scura e a giocare nei “circolini” con i nonnetti che danno i consigli
[…] sono andato con il caro F. a giocare a biliardo nella notasaladabiliardi. Nel tavolo accanto al nostro giocano dei “cinnazzi” (pronuncia: “zinassi”, […]