Sono giorni cupi, care lettrici e cari lettori. Ma c’è un’entità, lassù, pronta a darvi forza: non senza prima avervi strigliato, però. Facile avere amore, compassione, letizia come se fossero gratis: il peccato (nel quale sicuramente vivete), è la carta “Andate in prigione senza passare dal via”. Ecco un volantino, trovato in una chiesa di Gubbio, che, fin dal titolo “Voglio confessarmi bene!”, vi potrebbe indicare la retta via.
Si comincia subito con quella che pare una citazione, senza fonte, probabilmente attribuibile al santo a cui la parrocchia è intitolata: “Chi commette il peccato è schiavo del peccato. Solo la verità rende liberi”, seguito da un’invocazione a Gesù e in un’immediata ammissione di colpa, che recita “Perdonami, Signore, ho molto peccato!”. No? Sicuri? Voltiamo pagina.
In alto il titolo “ESAME DI COSCIENZA” (e torna l’uso spasmodico di grassetti della mail di cui abbiamo già parlato) e poi tre sezioni, con ognuna una serie di domande. Sfortunatamente manca il quadratino Sì/No per la risposta e, ve lo anticipo, alla fine non ci sono i profili corrispondenti ai punteggi del test. Ah, non è un test?
1° – “AMERAI IL SIGNORE TUO DIO CON TUTTO IL CUORE”
Sono cristiano nella vita di tutti i giorni o solo… all’anagrafe?
Immagino le risatine dei Cristian, Christian e Cristiana mentre leggono queste parole. E il panico che prende l’impiegato dell’anagrafe quando si rende conto che, in ventisette anni di onorato servizio, non ha mai chiesto l’orientamento religioso del/la neonato/a.
La mia FEDE è genuina ed operosa o solo… di facciata? Sono superstizioso, credo alla magia, ai sortilegi? Frequento cartomanti o indovini? E l’oroscopo?
In un tripudio di maiuscole e puntini, chi scrive bacchetta subito l’italiano-in-quanto-tale, che getterà via il cornetto rosso e passerà sotto scale di proposito, incrociando gatti neri appositamente comprati sottobanco. Certo, c’è sempre il problema di credere in uno che è resuscitato, ha guarito persone, trasformato elementi e predetto praticamente tutto quello che gli sarebbe successo. Per non parlare del significato di “frequentare un oroscopo”: uscire a cena con Paolo Fox o giocare a burraco con Branko, quindi, sono azioni peccaminose?
Prego solo quando ho bisogno di grazie oppure sempre, anche quando le mie cose (salute, affari…) vanno storte?
L’estensore del volantino sfida apertamente la logica, oppure ribalta il senso del concetto di “grazia”: vi immaginate un ex-voto per avere ricevuto un bel malanno? Siamo dalle parti della “messa contro” di fantozziana memoria…
Parlo male della Religione, della Chiesa, del Papa?
Dicono più queste domande che mille pamphlet sull’autoritarismo ecclesiastico. Santa Stasi.
Per me contano di PIU’ [sic] il denaro, il benessere materiale, la carriera, il successo, i divertimenti oppure DIO e la Salvezza Eterna?
Un temibile esempio di domanda-trabocchetto, eh? Ma è niente in confronto a quella che apre la seconda sezione, intitolata (tutto maiuscolo e grassetto) “Amatevi da fratelli come io vi ho amati”.
Il Vangelo insegna che non si può amare Dio se non si ama anche il prossimo. Ne sono convinto?
Eh? Pensaci bene.
Come fidanzato/a mi preparo seriamente al matrimonio pregando insieme e vivendo la castità come educazione del cuore all’amore vero e sincero?
La prova che la Chiesa non ha ancora capito che la castità non ha a che fare con il cuore. Principianti.
Seguono domande che tendono a indagare sulle preghiere genitori-figli, sulla fedeltà coniugale, l’amore per il prossimo e un’interessante e nota forma di applicazione dei principi cristiani sul lavoro. Ma poi, irrompe l’argomento che aspettavate.
Ho rispettato la vita altrui? Ho procurato o consigliato l’aborto?
Ecco, questo “consigliare l’aborto” mi lascia perplesso. Come se due amiche si incontrassero e una svelasse di essere incinta. “Che mi consigli?” “Sai che ti consiglio? Un bell’aborto.” “Ehi, ottimo consiglio, grazie, vado.”
Ma l’ultima delle domande di questa seconda sezione è bellissima.
Guido l’auto con prudenza e in rispetto della vita mia o altrui?
SanteRuote.
continua
Sto rileggendo, per ingannare i tempi morti, delle cose che ho pubblicato su facebook tempo fa, e in particolare questa mi sembra un po’ in sintonia con una delle cose che hai scritto in questo post, te la copio, magari ti fa piacere leggerla:
Più volte gli è capitato di dire: “Non posso vivere senza Dio, ma posso vivere senza religione.” Poiché, se ha abbandonato la pratica della religione in cui è cresciuto e attraverso la quale ha imparato a segnare il mondo, il suo ambiente, i suoi sentimenti, l’ha fatto per una inconciliabilità di fondo fra la sua vita e il suo misticismo. L’ha fatto perché portava non solo la propria emotività, ma anche la sua sensualità, nella ricerca di Dio. Nello stesso tempo vedeva la religione vissuta in modo sdilinquito, atrocemente svirilizzato senza la passione feconda, la recettività violenta della femminilità o l’esuberanza della virilità. Una religione senza sesso per uomini che hanno paura delle passioni e della forza dell’amore. Una religione accomodante, borghese, il più delle volte ipocrita. Mentre invece, anche nella sua silenziosa preghiera, lui era consapevole di mettere in gioco tutta la propria sessualità. Per questo leggeva Osea. Perché in quelle pagine non c’era una visione esclusivamente mentale del rapporto fra Dio e il suo popolo, ma una rappresentazione di corpi, di prostituzione, di abbandono, di delirio della separazione, di rabbia, di paterna protezione. Come succede, da sempre, fra gli uomini che si amano.
Ovviamente non l’ho scritto io, ma Tondelli, in Camere Separate!
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Accidenti, è un bellissimo brano: ma ha la sua giusta serietà, mentre io qua spernacchio 🙂