Lady Madonna

Nuvole (di fumo) all'orizzonte

Nella casa in cui sono stato durante il seminario, sono entrato in possesso di un documento fondamentale. Un opuscolo della Regione Veneto, indirizzato a genitori di figli adolescenti, per la prevenzione e la lotta alle tossicodipendenze. Credo che basti solo riportare alcuni passi, qua e là.

Dalla prefazione di don Mazzi: “L’ideale sarebbe poter costruire intorno alla famiglia una sorta di team, un gruppo di persone grandi e piccole che lavorano tutte insieme per raggiungere determinati risultati”. Babbo e mamma manager, mi chiedo? Figli quadri? Non siamo lontani di molto. Il simpatico manualetto, infatti, offre una tipologia di genitori e figli da fare invidia a Cosmopolitan. Ecco una selezione.

Padri:
– il padre che rilegge la storia: no, non si tratta di un epigone di Le Goff o di De Felice, ma di un “padre saggio che aiuta il proprio figlio a rileggere meglio gli avvenimenti semplici di ogni giorno perché la vita si gioca in essi” (corsivo mio);
– il padre-padrone: “uomo di comando al quale si deve solo obbedire”. Poco originale, volete mettere con
– il padre dell’aquilone, cioè “il padre che spinge il figlio verso quel lembo di terra che sarà la sua patria, accontentandosi di essere un lungo filo”: splendido, tra Mosè ed Arianna;
– padri usa e getta: “sono quei poveri uomini, immaturi, eternamente innamorati di se stessi. Irrequieti, incapaci di rapporti profondi, veri, sofferti”. Ma la conclusione è spettacolare, in quanto essi “passano da una casa all’altra”.

Madri: qui si raggiunge il genio (del male) puro.
– la mamma italiana: “troppo iperprotettiva. Preferisce adorare i figli più che amarli. Se li sente troppo suoi”; pizza, mandolino, baffi neri;
– la compagna: “Purtroppo, per decenni, abbiamo sparato sul matrimonio come un’istituzione sorpassata e troppo bacchettona. Ne è uscita questa figura di amante camuffata”. Insomma, per la serie: scrivere “brutta zoccola” su un opuscolo destinato alle famiglie dalla/della regione Veneto potrebbe essere troppo;
– la mamma-papà: “Donna rimasta sola per vari motivi”. Che raffinata delicatezza. Andiamo avanti, nel segno del progresso: “Talvolta fa l’errore di coprire il doppio ruolo. Meglio rimanere madri e fare capire ai figli cosa significhi il posto vuoto lasciato dal padre”. “Quel bastardo pezzo di merda”, avrei aggiunto io. MA finiamo in bellezza con
– la madre-sposa-donna: “Fino a ieri lo scopo principale di ogni donna era divenire madre”. Eh, già. O tempora o mores. “Oggi urge coniugare, contemporaneamente, in modo armonico, i tre aspetti della donna=essere donna, sposa, madre”.

Figli: e qui, lo specifico ancora, tutto è riportato testualmente.
– il bonsai: “è un pò (sic) di tutto e niente allo stesso tempo; ragiona come un adulto ma rimane un faggio di 40 cm, un pino alto una spanna”. Ma perché un faggio? Metafore arboree. Che sono sempre meglio di quelle aerostatiche: “Fragilissimo, come i palloncini a gas; le strade se le fa lui e le leggi anche”. Un arbusto tutto d’un pezzo;
– lo sbiellato. Un attimo, perché qui si raggiunge l’apoteosi dell’assurdo. La definizione è: “o il macdonaldizzato: se non fa uno sbattimento al minuto, non è lui”. Prego?
– il bullo: “è l’eroe del nulla. Il vero elemento distruttivo della loro adolescenza è la noia. Scomodano anche la geometria: “se non la pianti ti bombo il cervello a 45°””. Vi prego: spiegatemi che cazzo vorrebbe dire questa frase. Per favore. Mi fa impazzire da giorni;
– il samaritano: “detto dai più superstiziosi l’amico degli sfigati”. Preeeegoooo?

E il rapporto tra genitori e figli? Non posso riportare tutto, se no questo post diventa ancora più insostenibile, ma questa… “Ascoltate, parlate, perdonate. Imparate a capire il nuovo vocabolario dei vostri figli. La frase “sei un mito” lasciategliela usare”. Ah. Per fortuna, dico. Ma la frase “ti bombo il cervello a 45°”?

Arriviamo al capitolo finale, le droghe, che inizia in maniera chiarissima. Prendete carta, penna, calcolatrice, pallottoliere e siate pronti ad bombarvi il cervello: “è stato segnalato che dal 50 al (sic) 80% dei giovani che hanno contatto con la droga almeno una volta nella vita circa il 10-20% ne diventa dipendente, il 40-50% ne fa un uso temporaneo e per il restante 30-40% non ne fa uso”.
Tutto questo delirio, però, si spiega quando il manualetto parla della cannabis. “In quantità elevate (o qualità forte) la cannabis può dare sensazioni simili a quelle dell’LSD”. E vi siete fatti le cannette, eh. E che ci vuole, basta dirlo. Su, ragazzi, genitori, figli. Andiamo a bombarci il cervello, su. Ehm, a proposito: ma l’erba tipo LSD la portate voi, vero?

Daniele 2,44 – Un post con poco senso (compiuto)

Il viaggio di ritorno da Milano è stato strano, oggi. Il treno pieno di persone che sono abituate a prenderlo, pendolari che fanno ogni giorno la tratta Milano-Bologna. Senza arrivare alla fine, ovviamente: chi vivrebbe a Bologna e accetterebbe un lavoro a Milano (ehm ehm). Io scrivo delle e-mail sul portatile, poi alzo gli occhi e vedo il treno completamente vuoto.
“Dove sono tutti? Che succede? Dove siamo?”
Mi capita spesso di perdermi in un libro o in qualcosa che scrivo (non so perché ma non dormo mai in treno) e di non rendermi conto che la gente scende. Mi rendo conto di quella che sale, ma non di quella che scende. Quando vado a Gorizia è un classico: fino a Udine qualcuno c’è, ma a Gorizia praticamente scendo solo io. Città fantasma. Quando mi rendo conto di essere solo, giro per i posti vuoti, vedendo cosa la gente ha lasciato. Ci sono soprattutto giornali. L’ho fatto anche stavolta. Ho visto qualche copia del Corriere della Sera, un paio di Repubblica, una copia del Giornale (incredibilmente tra i titoli non ho trovato la parola “comunisti”) e una copia del Corriere Adriatico, che, a quanto recita la testata, esiste dal 1860 e rotti. Titolo principale: forse il croato arrestato a Senigallia, responsabile dell’omicidio di un tassista, è la stessa persona che ha ucciso un tassista a Trieste. Quindi sulla prima pagina del Corriere Adriatico non compariva la parola “comunisti”, ma l’espressione “serial killer”, quella sì. Il fatto del serial killer presunto, aggiunto al fatto che ero da solo su quel treno che correva nella notte, mi ha tanto ricordato la prima meravigliosa sequenza di Nonhosonno. Mi sono guardato intorno guardingo. Una donna in fondo al vagone mi scrutava.
Scendo dal treno e una persona dietro di me mi dice con accento straniero: “Bologna?” e io annuisco.
Nel sottopassaggio della stazione ci sono due punkabbestia che nutrono un cane versando del cibo da una scatoletta su un cartone della pizza.
Alla fermata dell’autobus mi si avvicina una signora che, con pesante accento bolognese, mi chiede se voglio leggere qualcosa. “Spaccio di libri?” penso divertito tra me e me. E invece no. Mi offre “Torre di Guardia”, il periodico dei Testimoni di Geova. “No grazie” dico io e dicono gli altri che aspettano l’autobus. Alla fine la signora attacca discorso con una donna probabilmente di origini africane. Colgo solo alcune parole del loro dialogo “Noi credenti” “Siamo diversi” “No grazie”. L’ultima cosa che sento dalla signora testimone di Geova è “Daniele due quarantaquattro”. Sono andato a cercare il versetto:

Al tempo di questi re il Dio del cielo farà sorgere un regno, che non sarà mai distrutto; questo regno non sarà lasciato a un altro popolo, ma frantumerà e annienterà tutti quei regni, e sussisterà in eterno.

Fra qualche ora torno a Milano. Mi scoccerebbe succedesse qualcosa di imponente, proprio ora che sono alla fine delle mie lezioni.

Di |2003-12-18T00:38:00+01:0018 Dicembre 2003|Categorie: Lady Madonna|Tag: , , , , , , |5 Commenti
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