Segno dei tempi
Le cose cambiano, ragazzi, e le occasioni conviviali delle feste sono il momento migliore per accorgersene.
Le domande che mi sono state rivolte durante il pranzo di Natale, infatti, sono state sempre le stesse. Dal poco invasivo “Come va?” al molto invasivo “Ma ce l’hai una ragazza?”. Ma, nonostante le persone sedute a tavola intorno a me fossero tutte nate dagli anni quaranta in su, nessuno e dico nessuno ha detto cose del tipo: “Beati voi, che siete giovani: ai miei tempi…”.
No. Tutti sono stati zitti, tant’è che si è creato una sorta di vuoto nel copione, al momento della fatidica e ormai consueta battuta.
Un’amica di mia madre mi ha sussurrato “Passerà”, tracciando colla punta del coltello su una tovaglia una sinusoide, come a mimare l’andamento economico degli ultimi trent’anni. “Noi eravamo qua”, ha detto indicando un punto. “Voi…”. La punta del coltello è rimasta alta sulla superficie del tavolo.
Dopo un momento di indugio, il suggeritore ha sussurrato il tema del successivo argomento di discussione. E tutti, dimostrando estremo cattivo gusto, hanno iniziato a parlare delle loro pensioni.