Domenica pomeriggio: Bologna invasa dalla gente (come oggi, del resto). E ovunque suonatori e persone con cappello da Babbo Natale (ma perché?). Vado a vedere con E. Alla ricerca di Nemo, l’ultimo film della Pixar. Il cinema, ovviamente, pullula di gente. Era secoli che non andavo al cinema la domenica pomeriggio, a vedere un film “per bambini”, poi. La sala è piena e ci sono un sacco di pargoletti che scorrazzano, ridono, cantano e fanno esperimenti con Coca-Cola e popcorn. Mi metto già dell’umore (sorridente) di vedere il film con i sottofondi e i commenti dei bimbi. Inizia il film.
Dietro di noi una bimba bellissima, che dice più volte “Ho paura”, “Perché?”, “Dov’è andato?”, “Chi è quello?”. E la mamma, paziente, spiega, illustra, risponde. Si accendono le luci e i bimbispettatori tutti non vedono l’ora di poter comprare altro materiale da esperimento. La mamma fa una telefonata, e dice: “Sì, l’ho portata a fare la cacca, la pipì, ma secondo me questo film le fa paura, che casino, come fa uno a sapere se le fa paura o meno? Ogni volta scegliere un film… La prossima volta decidi tu, ok?”
Alla fine del film sento un padre che richiama il figlio e dice di non rispondergli e di fare il bravo. Solo che il figlio si chiama Nicholas. O Nikolas. O Nicolas. O, se proprio la perversione onomastica raggiunge vette inaudite, Nikholas. Ma non credo. In ogni caso Ni*olas se ne sbatte e continua a urlare e a farsi i cazzi suoi.
Mi sono chiesto quanti anni avessero i vari Terry, Brooke, Ridge, e soprattutto i Diego Armando che sono proliferati per un certo periodo nel nostro paese. Mi sono ricordato che, quando ero bambino, conoscevo un mio coetaneo che si chiamava di nome Bruce Lee. Dico veramente. E il fratello TJ. Solo che per noi uno si chiamava Bruslì e l’altro Tigei. Anzi, forse Tigei scriveva proprio così il suo nome. Solo di recente ho pensato che forse il padre era appassionato, oltre che di kung fu, anche di telefilm americani (io poi manco l’ho mai visto T.J. Hooker). Neanche a dire che Bruslì era uno scriccioletto magrissimo con occhiali enormi. Ovviamente.
Alla fine del film parlo con la mia amica E. di bimbi. Arriviamo all’originalissima conclusione che costano moltissimo, in tempo e soldi. Come siamo gretti. Però lei conclude dicendo “Ma tanto mio marito sarà meraviglioso”.
Torno a casa e mi preparo a registrare La meglio gioventù. Non è che mi abbia fatto impazzire, come film nel suo complesso. La prima parte (le prime tre ore) l’ho
trovata veramente eccellente, la seconda decisamente meno. Mentre preparo la cassetta e attendo che finisca il telegiornale e poi quello sportivo e poi le pubblicità penso perché stia registrando il film di Giordana. Forse influenzato dai discorsi del pomeriggio, sento una voce: “Lo stai registrando per i tuoi figli”. Sto per svenire per l’abominevole cazzata che la voce ha detto e inizio a pensare a me come a Giovanna d’Arco. In quel preciso momento inizia la pubblicità del governo sull’incentivo di 1000 euro per il secondo figlio. Premo velocemente REC. Questa cosa abominevole (che tanto ricorda lontane iniziative governative) deve rimanere da qualche parte sulle mie cassette.
Inizia il film. Penso a Ni*olas, a E. e a suo marito (chiunque esso sarà), alla mamma al cinema, alla meglio gioventù. A che fine ha fatto Brooke Caracci, Ridge Meneghelli e Bruslì e Tigei. E penso che per il momento di figli non se ne parla neanche lontanamente.
P.S. A parte i miei adorabili trollini, che, senza aspettare suggerimenti, pare abbiano aperto il loro blog. Del resto sono grandi, è bene che si facciano le loro esperienze. Buona fortuna, cari. Tornate a trovarmi, ogni tanto. O almeno fate una telefonata.
“Tornate a trovarmi, ogni tanto. O almeno fate una telefonata”.Vedremo pensò
Ni*olas e uscì di corsa con l’aroma di caffè che lo inseguiva come a ricordargli il suo passato perbene.Suo fratello preferì non dire una parola,uscì anche lui meditando vendetta.
Bruslì, sì… Uhm… Secondo me, tu e io abbiamo condiviso quanto meno il banchetto all’asilo. Io ero una bambina un po’ stronzetta e picchiavo tutti, hai mica una cicatrice sul ginocchio?
again?
no post…no party!
o stai cercando di battere il sublime record del blog vuoto più visto in assoluto?
again…sta casa piange e pienz’a tte.
Ddaje!
trolliiniii??
again lo vedi anche tu come ci trattano..sbrighete.
Fainberg: dici? No, niente cicatrici sul ginocchio, veramente… Conoscevi i fratelli di cui parlo? Fantastico.
Il signor Elfi cominciava a intuire l’oscura trama che lentamente Bob stava tessendo.In silenzio.Madre dove sei?Capiva lentamente.Ma stava capendo.Madre perchè mi hai abbandonato?Cercò in tutti i modi di fare capire al suo amico senza identità che il diario esisteva da qualche parte.Bisognava scriverci sopra.Ma come fare per contattarlo in segreto?Dove sei madre?Saliva lentamente l’arrosto del giorno prima.Conati di vomito.L’ansia che non gli dava tregua.L’umore venduto per cinque scellini all’emporio sotto casa sua.Pagine bianche.Vuote.Profumi di rosa.Quante cose si possono capire dal nulla.Per adesso preferiva attirare l’attenzione.Sobrio.Com’era sempre stato.Ma intuiva che non sarebbe durato a lungo.Madre almeno dimmi dove ho sbagliato.Aprì la finestra e rubò alla giornata un soffio di speranza.
Aveva dimenticato di firmarsi.Di dire ,a chi gli voleva bene,che quelle righe le avava scritte lui.Condiva di speranza le sue parole.Fiducioso che avrebbero capito quando sarebbe arrivato il momento.