3. Vitto e alloggio
E qua si apre un capitolo potenzialmente infinito. Nel senso che il vitto, ma soprattutto l’alloggio, sono uno dei problemi che ci si trova ad affrontare da subito. E’ più facile trovare un loft in equo canone a Manhattan che un posto in tripla a Bologna, si dice. Ed è vero. Il consiglio è di guardare gli annunci attaccati sui muri della zona universitaria, anzi, di guardarli mentre vengono appesi. Infatti resistono sui muri più o meno trenta secondi. E nessuno prende un bigliettino con un numero di telefono. Annientare la concorrenza è fondamentale, nella lotta spietata per l’alloggio, quindi è bene memorizzare il numero di telefono e ingoiare per intero il foglio di carta su cui è scritto.
Le case a Bologna non sono come nella splendida sit-com Via Zanardi 33. Sono delle stamberghe fatiscenti, quasi tutte. Oppure sono degli open space con vista su piazza Maggiore: ma il canone mensile se lo può permettere solo Cordero di Montezemolo quando le Fiat non sono in calo. Quindi abituatevi a chiudere un occhio se i rubinetti della vostra futura casa perdono, se le porte non si chiudono bene, se l’impianto a gas non è a norma. E’ già tanto che abbiate un tetto. Se siete riusciti a vedere una casa e vi sembra che i vostri probabili futuri coinquilini siano normali, scappate a gambe levate. Per una sorta di disegno divino, almeno un coinquilino deve essere un pazzo furioso, che lava la bicicletta nella vasca da bagno o mette i pezzi della Vespa nella lavastoviglie (per inciso: questi sono due cose realmente fatte da uno dei miei coinquilini, un giorno ne scriverò). La convivenza universitaria è un’esperienza formativa quanto fare il militare. Con la differenza che pagherete moltissimo per farla. Ma è un investimento per il futuro, come un master. E non dovete andare in giro con la cravatta.
Per quanto riguarda il cibo, sappiate che potete procacciarvelo posti diversi. Ci sono i supermercati, ma quelli del centro costano come se le banane e le scatolette di tonno fossero disegnate da Cartier. Ci sono i vari piadinari, take away, indiani e cose del genere. Ma spesso tutto sa di piadina. E infine ci sono i vari negozi di alimentari dei pakistani, il cui vantaggio è che sono aperti sempre, sempre, sempre. Certo, il pane è gommoso, la verdura vi saluta quando entrate nel negozio e vi conviene pagare un pacco di pasta col bancomat, ma ogni cosa ha il suo prezzo. E poi sembra di andare a fare la spesa da Apu dei Simpson.
4. Droghe (bici)
Di solito nelle città la disponibilità di droghe è direttamente proporzionale al numero di giovani presenti. Fate conto che a Bologna ci sono 90000 studenti. Ho detto tutto.
Ai miei tempi, diciamo nel 1996, quando si usciva dalle lezioni, si veniva letteralmente invasi dagli spacciatori, che offrivano per lo più del fumo, di qualità media. Adesso come adesso la qualità della roba che si trova per strada è nettamente peggiorata: non compratela, tanto vale fumarvi la ruota di scorta della macchina, e il prezzo più o meno è quello. Se qualcuno vi offre dell’erba, non accettatela. O è talmente piena di ammoniaca che quando ve la fumate vedete la vecchietta dell’Ace che vi insegue, o è imparentata con la marijuana solo in quanto facente parte del regno vegetale. A questo proposito: fumare il prezzemolo o il the non fa alcun effetto. La malva sì, ma di questo, un’altra volta.
A Bologna è abbastanza tollerato che si fumi per strada. O meglio, se alle forze dell’ordine girano i coglioni, vi arrestano anche se rollate una legale sigaretta di tabacco, ma comunque, diciamo che vige abbastanza il fatto di chiudere un occhio. Detto questo, evitate di urlare “Avete un chilum?” per strada, e, soprattutto, non passatelo ai carabinieri. Per quanto per voi possa essere un gesto di fratellanza, loro non la vedono così, inspiegabilmente.
Un’altra cosa. Se qualcuno vi ferma per strada sussurrando “bici”, non vi sta offrendo una pastiglietta magica che vi farà correre come se foste Coppi. Vi sta proprio offrendo un velocipede. In tal caso, comportatevi come se foste a Marrakech: abbassate il prezzo. Tanto poi la stessa persona che vi ha venduto il mezzo, ve lo ruberà e lo rivenderà. A meno che non abbiate la faccia tosta di un conoscente che (giuro) è andato da uno e gli ha iniziato ad urlare in faccia che quella che stava vendendo era la sua bici, e non era assolutamente vero. Il malcapitato, dopo avere tentato una blanda opposizione, ha capitolato, e gli ha ceduto la bicicletta.
La bicicletta è fondamentale a Bologna: scorrazzare su due ruote è bello ed entusiasmante. Tutti vanno in bicicletta a Bologna. Fino a che non viene loro rubata. A me hanno rubato due biciclette, di cui l’ultima era bellissima, legata ad un palo con due lucchetti di sedici chili. Provate i lucchetti da venti.
Ma via Zamboni non è solo fumo e bici: può capitare che vi vengano proposti anche altri oggetti. Negli ultimi otto anni mi sono stati offerti: cellulari, una penna stilografica, un motorino, un casco, un cd portatile, e una chitarra classica. Con custodia. Perché loro alla soddisfazione del cliente ci tengono.
Nella prossima puntata: sesso e relazioni sociali.
ahahah ho riso troppo a leggere questa cosa, è tutto troppo vero!! scrivi un libro: Bologna vista dagli occhi di uno studente 😀
In una sera bolognese l’amica C., notando che il prezzemolo non faceva alcun effetto, provò ad aggiungere il peperoncino. Corse per tre volte intorno al tavolo, poi crollò ansimando sul divano.
io abito in un monolocale quindi mi manca l’esperienza cameratesca ma per il resto confermo tutto. il mio pakistano di fiducia ( o meglio i miei quindici pakistani di fiducia, visto che l’intera famiglia fino all’ottava generazione si alterna al banco) mi ha venduto delle carote che sapevano di diesel al prezzo di un rolex. ma per la birra (vero e unico carburante della vita cittadina) ha dei prezzi abordabili. la mia ultima bici si regge miracolosamente in piedi grazie a un fil di ferro portante che non oso toccare e effettivamente tirando sul prezzo l’ho avuta a soli 10 euri. offerta più strana ricevuta a via zamboni: viagra (quando l’ho sentito mi sono girato di scatto con sguardo interrogativo/incazzato e ho ricevuto le scuse dell’offerente. c’è un limite a tutto, echecazzo!)
Ecco, volevo suggerirti di pubblicarla, questa tua guida, ma te l’ha già scritto kAy. Comunque meriterebbe, davvero.
a me una volta volevano vendere degli occhiali. da vista.
Quando ero una tenera matricola, a chi mi offriva una bici rispondevo:”No,grazie.Uso solo droghe naturali.”
Ehm.
c.
Fantastico. Tra parentesi, battibaleno è una delle mie parole preferite.
kay: ex-studente, da due annetti, ormai…garnant: mitico. ma l’ha fatto veramente?paolo: viagra? ‘ccidenti… non mi è mai capitato. che io sprizzi virilità? mah…lafagotta: sempre portarsi una tabella optometrica in tasca, hai visto mai…c.: oh! troppa grazia…pulsatilla: purtroppo ho già scritto il nuovo post senza usare quella parola, ma posso cambiarlo in un
Ma che nostalgia, questa guida (non solo è divertente, ma anche utile). Da matricola fortunata trovai un appartamento di colleghe damsiane al primo annuncio:superata la perplessità iniziale che fossi una non-fumatrice, mi accolsero a braccia aperte.
papessa: grazie. presto verrà venduta in edicola, con dvd accluso. sto contrattando.
[…] sto cercando casa. Ora, come ho già avuto modo di spiegare, cercare casa a Bologna è un’impresa, a meno che l’impresa non la si possieda (e con […]