L’altro giorno ho chiamato l’Automobile Club d’Italia della città estramemente orientale che mi ha dato i natali per avere delle informazioni sul viaggio che farò in Slovenia la prossima settimana. In particolare ho chiesto se bisognava davvero tenere con sè un documento particolare: pare infatti che non sia il caso di viaggiare su una macchina che non è intestata ad uno degli occupanti, anche se è di proprietà, per esempio, della madre di uno dei passeggeri. E la madre lo sa, si intende.
“Sì, bisogna farlo”, mi dice l’impiegato.
“Capisco”, dico io. “Ma immagino sia consigliabile averlo, ma non obbligatorio…”
“Sì.”
“Quindi, diciamo, se non ce l’abbiamo dietro si rischia qualche casino…”
“Sì”, dice l’omino, “ha detto bene, si rischia. Condizionale.”
Ma forse ho capito male e si è mangiato delle parole, tipo “unapenafinoaseimesiconla”.
in effetii è probabile che la tua ipotesi sia fondata… buon viaggio! ;P
ma l’europa non era unita una volta?
buon viaggio. Chissà quante cose belle scriverai quando torni… il tuo blog è bellissimo, mi fa una grande compagnia. grazie e complimenti…
C.
ahem…
credo l’omino non si sia dimenticato nulla: semplicemente non sa quale sia il condizionale presente del verbo “rischiare”
ornellina: sarei curioso di camuffare la voce e rifargli la domanda… grazie e buone vacanze anche a te.bando: la slovenia è entrata formalmente nell ue lo scorso maggio, ma si sa che da qui alla completa integrazione economica e giuridica…C.: grazie, veramente. e sì, quando torno narrerò anche di questo viaggio. parola di lupetto (tanto io lo scout non l’ho mai fatto).anonimo: ammazza, sei un detective 🙂
oddio, mi fa tanto biancorossoeverdone 🙂
vabbeh, non sarà colto, ma fa ridere… e nun sò manco romana ^_^
che faccio, ce lo metto un nome?
lo metto
marla