Sono iscritto a diversi siti di lavoro. Sapete, JobOnLine.com, FuckThePrecariat.net, cose del genere. Funziona così: tu metti il tuo profilo, le tue esperienze di lavoro, i tuoi obiettivi, e poi ti arriva una mail alla settimana con delle offerte di lavoro.
Ho scoperto che io corrispondo al profilo di sbobinatore di nastri. Cosa fa lo sbobinatore di nastri? Semplice: mette su una cassetta e trascrive quello che c’è registrato sul nastro. Una pratica abbastanza comune per un “giornalista freelance” (vi prego, notate le virgolette) come me, che magari fa un’intervista per la radio e poi la trascriva sperando che venga pubblicata da prestigiose testate come “L’eco di Roccasecca inferiore” o “Il corriere di Baranzate”.
Ho risposto alla mail che mi offriva un lavoro da sbobinatore con il dovuto entusiasmo. Una settimana dopo mi hanno chiamato, per dirmi che stavano valutando il mio profilo per cinque ore di nastro. Nella scala degli sbobinatori penso che equivalga alla valutazione del conduttore di San Remo per uno showman.
Mi hanno richiamato ieri, dalla stessa agenzia di servizi (ah, signora mia, il terziario avanzato… Avanzato nel senso che nessuno ha avuto il coraggio di mangiarselo ed è rimasto lì, prendete pure). Ma non per le cinque ore, bensì per un lavoro di un paio d’ore di nastro. Ottanta euro netti, da consegnare entro lunedì. Stavo per accettare, quando ho chiesto: “Sì, ma quando mi pagate?” Musica d’attesa. Poi la signorina riprende la linea e mi dice: “Dall’amministrativo mi dicono che noi facciamo sessanta giorni fine mese”, una formula che vuol dire che se fatturano lunedì prossimo il mio lavoro mi pagano alla fine di luglio. Ottanta euro. Una somma che io, sebbene sia tutt’altro che ricco, non rifiuterei di prestare ad un amico di un amico.
Non ho saputo dire altro che “No, vabbè, dai, per ottanta euro un sessanta giorni a fine mese, no, dai.”
La gentile signorina mi ha ricordato che viviamo in un regime libero e democratico, e mi ha detto che posso rifiutare.
E appena ho chiuso la telefonata ho capito che no, non avrei sbobinato il festival di San Remo neanche quest’anno.
i pagamenti a 2 mesi sono terribili.
boicottiamoli!
e che dire dei MIEI pagamenti, a tre spesso quattro mesi…?
Hai tutta la mia stima! Che se li tengano quei pulciosi 80euro. A me le prime volte (non sbobino) mi dissero “beh, lei comincia adesso, poi farà altre cose, e dopo i primi due mesi incasserà con regolarità”.
Sai cosa ti dico, a conti fatti sulla mia pelle? Tornassi indietro, rifiuterei quella marchetta lavorativa estorta con l’inganno!
E fanculo a lorsignori 🙂
sciroccata: magari si potesse. il problema è che per uno che si rifiuta ne trovano tre disposti ad essere pagati a 90 giorni.anonimo: e vabbè. io, se per questo, non sono neanche stato pagato per diversi lavori che ho fatto. che, facciamo a gara? 😉lontanodagliocchi: grazie, fanculo a lorsignori. sì. eccheccazz.
no work, a-day, no work.
Ché noi siam nati precari, precari siam speriam precari non resterem. Ave all’agenzia inter(a)nale e al terzario avanzato in fondo al frigo. Stima e affetto.
Ebbene, è proprio questo il lavoro dei laureati in SdC…come siamo tecnologicamente avanti!
Approposito, presto ci sarà in zona bolognese-universitaria qualcosa di attinente a SanRemo…manda il cv;)
A me servono 80 euro. Mi dai il numero?
anonimo: sembra una versione della filastrocca di shining. wendy? ahahah!marmellata: grazie. resistere!valela: già, scienze della comunicazione. mortacci nostri, stavolta.pianetaorsi: ti servono 80 euro tra due mesi abbondanti? 🙂