Sabato mattina ha aperto i battenti l’Apple Store di Bologna. Da fuori il negozio è bellissimo: tre piani in un palazzo bianco dell’800 a cinquanta metri dalle Torri. Nella notte tra venerdì e sabato si sono accampati diversi ragazzi fuori dal negozio, per entrare per primi nello Store. Perché?, vi chiederete. Me lo sono chiesto anche io. C’era uno sconto speciale, regalavano dei computer, o anche delle chiavette USB? No. Ho scoperto sabato pomeriggio che regalavano, ai primi mille, una maglietta. Una t-shirt di cotone.  Con la mela, certo.

Nello stesso pomeriggio ho pensato “Be’, andiamo a vedere com’è questo negozio: ci sarà gente, certo, ma…” C’era la fila fuori, sotto il sole, con tanto di cordoni a serpentina per ordinare le persone in attesa. Non solo: ogni gruppo di clienti che entrava veniva accolto dai commessi del negozio con una ola e “cinque alti”. Non ci credete? Ci sono i video. In un pomeriggio in cui il centro storico sperimentava la chiusura alle auto, e la città era davvero bella, il vociare della gente a passeggio veniva interrotto da urla di giubilo: “Benvenuti!” “Ooolèèè!” e via sbraitando.

La mia preoccupazione aumenta: perché accade ciò? Perché tutta questa eccitazione? Badate bene che non sono uno che non apprezza alcune cose della casa-della-mela: sto scrivendo su un iMac (uno dei migliori acquisti che abbia mai fatto) e ho un iPod. La differenza, forse, è che io uso, non credo.