Otto anni fa vi parlavo di problemi con una stampante: come passa il tempo. Già, il tempo passa, ma per il mondo delle stampanti, sembra non passare mai. Pensate solamente ai progressi che hanno fatto i cellulari dal 2003 ad oggi. Nel 2003 uno “smartphone” era questo. Oggi abbiamo… be’, lo sapete. I computer sono più veloci, più belli, leggeri ed economici. I televisori sono piatti, lcd, al plasma, con il 3D incorporato.
E le stampanti?
Be’, le stampanti fanno cagare come otto, dieci, quindi anni fa.
Pensiamoci bene: quanto si sono evolute le stampanti? Pochissimo. Si è passati dalla stampante ad aghi, pesante, rumorosa ma affidabile quanto una Skoda degli anni ’70 a quelle a getto d’inchiostro. Si dice a getto d’inchiostro, ma il sospetto fondato è che nelle cartucce ci sia sangue di panda, considerando quelo che costano. Certo, ci sono anche quelle laser, che però devono avere un’alimentazione al plutonio, sempre dando un’occhiata al cartellino dei prezzi.
Ci sono anche quelle creazioni degne della fantasia di Mary Shelley in preda a delirio: quegli oggetti che sono insieme stampanti, fax, fotocopiatrici, scanner e, volendo, caldaie a gas. E può anche essere che non abbiano problemi a farvi trovare l’acqua del bagno alla giusta temperatura, ma provate a stamparci un documento di una pagina in bianco e nero. Il foglio entra male, si secca il toner, si otturano le cartucce, ci sono strane lucine che lampeggiano. E non avete ancora attaccato la stampante alla presa elettrica.
Ora, la mia domanda è: perché? Va bene che stiamo andando – dicono – verso un futuro completamente digitale, con kindle, tablet, ebook e altre cose, ma tutti abbiamo bisogno di stampare qualcosa. Mica dico una riproduzione in scala 1:2 dell’affresco della Scuola di Atene di Raffaello, eh.
Penso solo, che ne so, a un curriculum, una foto, un’autocertificazione. Ma niente: le macchine infernali che abbiamo a casa continueranno a vivere nel loro mondo rumoroso, anarchico e imprevedibile, gli ugelli si tapperanno fino al collasso finale e, ancora una volta, saremo tentati di comprare un nuovo modello di stampante. “Fa anche i toast”, ci dirà con tono flautato il commesso del negozio.
E noi ne compreremo una con la convizione che funzioni ma, in realtà, pensando solo all’irresistibile fragranza che ha il pane in cassetta bruciacchiato.
Meraviglioso. E proprio vero.
Ciò che ha impedito alle stampanti di evolversi verso forme di vita meccanica-digitale comprensibili per gli esseri senzienti resta un mistero.
Sono contrario alla violenza, ma per le stampanti ho fatto volentieri eccezioni. Resto convinto che un cazzotto ben assestato a questi aggeggi infernali, produca risultati talvolta apprezzabili.
Il prossimo passo sarà la stampante inclusa nell'Android. E segnerà la morte dell'Android. Oltre a un crollo di iscrizioni nei circoli di pugilistica.
tu dici che il vecchio metodo-a-pugno funzioni? perché secondo me il problema è che ora questi oggetti sono pure delicatini!
sìsì, stampante nel cellulare, che però imprima non foglia di carta, ma crackers. così, tanto per creare il problema delle briciole 🙂