Qualche notte fa sono stato svegliato da un rumore strano. Mezzo addormentato ho pensato: “Un pianto. Un forte pianto. Che succede?”. Mi sono tirato su sul letto, e ho capito che quello non era un pianto, ma un gemito proveniente dall’ultimo piano. Un po’ sorridendo, un po’ incazzato perché svegliato ancora una volta dagli amplessi dei miei vicini di casa, mi sono addormentato. Non prima di avere sentito distintamente i due orgasmi, separati. “Abbattiamo il mito dell’orgasmo simultaneo”, ho pensato, rifiutando di partecipare in alcun modo al loro piacere da lontano.
Il giorno dopo, verso l’ora di pranzo, ero nella mia stanza che controllavo la posta elettronica. Dall’ultimo piano provengono delle urla, ma di tipo diverso. Una voce femminile dice, lamentandosi: “Ma mi avevi promesso che avrei lavorato con te anche l’anno prossimo” (per evitare facili incomprensioni: il vicino dell’ultimo piano fa il barista, e anche che le sue partner occasionali: portarsi il lavoro a casa. Bah.). Silenzio. Ancora silenzio. Io tendo l’orecchio.
“E NON MI TOCCARE, CAZZO!”, urla lei.
Ancora silenzio, poi una risatina maschile. Una porta sbattuta. E poi della musica tamarra, sparata a palla.
La musica. Il vero problema del vicino dell’ultimo piano è la musica che ascolta. Stamattina mi ha svegliato verso le dieci. Il problema, ripeto, non è l’ora, ma la musica. Io non so dove prenda i dischi che ascolta, ma vi dico che Los Cuarenta, in confronto, potrebbe essere definita una raffinata collezione di musica da camera.
Stamattina il vicino dell’ultimo piano ha ascoltato una canzone sola, cantata in inglese da un uomo che non conosco. Intendiamoci: dopo averla ascoltata una volta ho pensato di regalargli tutti i dischi di Michael Bolton, meno dannoso. Solo che, ad un certo punto, completamente fuori ritmo, fuori dalla melodia, fuori da tutto, il vicino barista ha urlato uno straziante “Goodbye”. E basta. Ha spento lo stereo. Quest’uomo sta soffrendo. E, di riflesso, frantuma anche le mie, di palle. Aiutatelo, aiutatemi.
mah, forse i tuoi vicini sono inconsapevoli delle caratteristiche acustiche del pozzo luce… sai, molta gente è abituata ad ascoltare solo se stesso, ad essere talmente indifferente agli altri che diventa sorda e maleducata… comunque se il tuo vicino soffre (ma non ci credo!) ho solo piacere! ciao Dani
ti verrà presto restituito il tuo cd del Paolo Meneguzzi.e pensare che lo avevi inserito nei 5 dischi migliori degli ultimi 10 anni (decantandone originalità musicale e ricercatezza dei testi) bah.
-marika-
lo aiuteremo. dacci foto, indirizzo, orari, abitudini e noi lo
ABBATTEREMO.
rael
fantastico!
il mio vicino è un vecchio sessantottino, ma di destra(e lo so…assurdo…) che ascolta solo una canzone,in loop x ore: Vagabondo dei Nomadi….è l’incoerenza fatta persona
Ti propongo uno scambio. Io ti do il bonghista maledetto che da quattro anni si esercita SEMPRE sullo stesso ritmo. Tu cosa mi dai?
Sennò vuoi il vicino truzzo che ascolta sempre tecno trance con tanto di fuoriuscite di luci psichedeliche verdi dalla sua finestra?
io offro a scelta:coppia del piano di sopra, di non chiara nazionalità che, anche loro, fanno solo due cose:litigare e copulare;oppure vicino del piano di sotto guardia giurata, frustrato, capello mesciato e simpatia travolgente:è venuto a minacciarci di portarci in questura una sera che eravamo in due sul divano a prendere il te. Mei
ah, riesumiaozione..catdavere..certo che come forgi le parole tu non le forgia nessuno..c’hai proprio tutte le fortune..;)Mei
dany: no, nessuno nel palazzo è inconsapevole… 😉
marika:ah, ecco a chi l’avevo prestato. ridammelo, quel disco un giorno verrà rivalutato. ah! (sei pazza, sei.)
rael: mi fai paura quando dici così. abbattere, addirittura? mi basta una minaccia lieve, che ne so, una testa di cavallo nel letto…saintjack: tu confondilo e mettigli su a palla wagner. gi verrà voglia di invadere la polonia, ma almeno la smette di sentire i nomadi.
latifah: ti rispondo con una mia vecchia poesia:
s’io fossi foco
arderei lo bongo
mei: scelgo la coppia. io prendo un sacco di the, rischierei troppo, anche se ho tutte le fortune…