1. Orientamento
“Girando ancora un poco ho incontrato uno che si era perduto
gli ho detto che nel centro di Bologna non si perde neanche un bambino
mi guarda con la faccia un po’ stravolta e mi dice “sono di Berlino””.
Lucio Dalla, “Disperato erotico stomp”
Allora, il mio senso dell’orientamento fa schifo. Davvero, una volta mia madre mi ha trovato in cucina che urlavo “dove sono” e preparavo dei bengala per segnalare la mia posizione. Ma a Bologna non mi sono mai perso. Fondamentalmente Bologna è un’ellisse, il cui perimetro è formato dalle mura. I due fuochi dell’ellisse sono le due torri, abbastanza visibili, direi, e piazza Malpighi. L’asse che unisce questi due fuochi è formata dalle vie Rizzoli e Ugo Bassi, al centro del quale ci sta Piazza Maggiore. L’asse è messa in asse con la via Emilia, quindi teoricamente potreste andare da Piacenza fino a Rimini andando sempre dritti, passando per piazza Maggiore. Rispettando i semafori, si intende. Le strade del centro o sono dei raggi che si dipartono dai fuochi e arrivano alle mura, cioè alle porte (dodici), o sono parallele rispetto ai viali stessi. I numeri civici decrescono mano a mano che ci si avvicina al centro.
Facile no?
Bene. Adesso che avete comprato una cartina, potete addentrarvi nel centro di Bologna.
2. Università
Congratulazioni! Vi siete iscritti nella più antica università del mondo occidentale. È per lei che siete a Bologna, almeno ufficialmente. L’università di Bologna, Alma Mater Studiorum (trad.: l’anima de tu’ madre e degli studi), è stata fondata nel 1088 e le cose, a livello organizzativo, non sono poi cambiate molto. Le principali facoltà sono tutte intorno a via Zamboni. Segnatevi questa via, perché, casualmente, intorno ad essa ci sono anche copisterie, librerie universitarie, bar, sale studio, biblioteche, donne e uomini disponibili, spacciatori, biciclette, annunci che offrono stanze e posti letto, birra.
Volete impressionare le persone che incontrate? Ecco un trucchetto.
A Bologna i numeri civici di via Zamboni (intitolata ad un antifascista, non al chitarrista dei CCCP) sono comunemente usati per indicare l’istituto, la facoltà o qualsiasi cosa si trovi a quel numero. Quindi, se qualcuno vi dice “ci vediamo al 36”, vorrà dire alla Biblioteca di Discipline Umanistiche. Il 38 è la Facoltà di Lettere, il 33 la Biblioteca di Arti Visive, e così via. Attenti a non dare un numero sbagliato, o darete un appuntamento in una casa privata o, peggio, in una libreria di zootecnica.
Ovviamente esistono delle superstizioni legate alla carriera universitaria (il compimento della quale è notoriamente uno degli ultimi obiettivi da perseguire nella città felsinea). Per esempio, pare porti sfiga attraversare diagonalmente piazza Scaravilli, quella della facoltà di economia, o anche il portico dei Servi, vicino a Scienze politiche. Si dice anche che salire sulle Torri prima della fine degli studi fa sì che non vi laureiate mai. Io, per sicurezza, non ho fatto nessuna delle cose sconsigliate. Mi sono laureato. E sono quasi disoccupato. Sono cose.
Nella prossima puntata: vitto, alloggio e droghe.
più conosco bologna e più me ne innamoro. attendo con impazienza la prossima puntata. (oggi dopo aver visto la finestrella di via piella sono all’apice dell’adorazione per questa città)
Mannaggia. Io sia piazza Scaravilli che quella del quadriportico dei Servi le attraverso SEMPRE tagliando in diagonale. Vi è dell’altro. Pur essendo bolognese non sapevo niente di questa faccenda scaramantica. Comunque penso che, a un’esame dalla disoccupazione, l’effetto della sfiga sia ormai già scontato o forse retroattivo, chissà.
L’apostrofo fra un ed esame è ovviamente un modo per esprimere una velata e sottintesa critica all’istruzione reazionaria inculcatami dalla Mamma degli Studi.
anche attraversare piazza maggiore per traverso, si dice…
ecco, dico io, e farlo con un anno di anticipo questo post qua? specialmente il capitolo “vitto alloggio e droghe”, che ho dovuto far tutto da autodidatta e invece avrei risparmiato un sacco di tempo.
[a parte che oggi, giuro, pensavo a quella cosa che mi dicevi di bologna che è un ellisse con due fuochi e pensavo anche che te lo volevo scrivere, anzi infatti adesso vado a scrivertelo]
prima però scadiamo nell’Ot becero: vedo che dopo quasi un anno di tentativi hai preso in mano mrs dalloway? ottimo. magari entro il 2005 mi farai sapere cosa ne pensi anche de “le ore”? che io oggi avevo una mezza idea di metterlo in valigia ma poi, eh, non l’ho trovato più 🙂
è vero, nel centro di bologna non si perde neanche un bambino:io ho difficoltà a distinguere la destra dalla sinistra e non mi sono mai persa. piazza Scaravilli l’ho attraversata solo dopo la laurea, guardandomi attorno con una punta di spavalderia (“capito il messaggio gente? ho un titolo accademico!”).
e sono quasi disoccupata anch’io.
bello il servizio Informatricola! Mei
_ora capisco tutto: per 5 anni ho attraversato a piedi il portico dei servi per andare in facoltà_me tapino!_
ma oltre la mitiga finestrella sulla fogna, c’è il pisello del nettuno, la storia che sotto piazza maggiore parli contro un muro e quello di la sente, la freccia nel soffitto in san vitale. wow! quanti tesori nascosti! che bella città! è fatta a misura d’uomo!
Senti… quando finisce le ore, non è che me lo presti? Il numero di ginn fizz che mi hai prestato un anno fa ormai lo so a memoria. grazie.
FEDEmc
I love you Franzescou! Ho sempre desiderato una guida a Bologna. Non vedo l’ora che arrivi il prossimo pezzo.
aspetto la prossima puntata, che magari salverò da qualche parte. A Bologna non ci sono mai stata e potrebbe tornarmi utile;-)
kay: bologna è l’unico caso di ritorno di fiamma della mia vita, sempre parlando di innamoramenti.fintoberlinese: tranquillo. per annullare la sfiga accumulata, basta che tu attraversi diagonalmente le torri. doloroso, ma con il risultato è garantito.francisca: ne so una peggiore su piazza maggiore. pare che porti sfiga salire sul crescentone. ma qui siamo a livelli di alta paranoia.fio: continuando nell’ot, le ore è il prossimo.mei e alice: grazie. spero che le altre puntate siano utili.bando: segui il consiglio che ho dato a fintoberlinese, anzi: perché non lo fate insieme? mal comune…fedemc: tranquillo. anche se, come ti ho già detto, le frecce sono conficcate nella parte di corte isolani che dà su strada maggiore… per punizione non ti ridò il numero di caballero.pulsatilla: et voilà.
una precisazione: chi viene a bologna pensando che tutte le città padane sono in pianura si sbaglia. (d’accordo non è perugia o roma ma tant’è…)piazza maggiore infatti, oltre ad essere centro geometrico della cittadella, è anche il punto più alto. tutte le strade che ne dipartono sono infatti in discesa. e questo è bello. finchè non le fai in senso contrario. io ci ho messo un pò a capirlo; poi quando arrivavo in cima a via zamboni con l’acido lattico che mi colava dalle ginocchia (vabbè, la mia bici aveva il freno sempre tirato, ma leggendo il post che segue capirete la sua provenienza) ho realizzato l’arcano.ahi.
paolo
ah, dimenticavo: io attraverso regolarmente il crescentone (la zona rialzata al centro di piazza maggiore), piazza scaravilli, il cortile del 32 (sì, dicono anche quello) e sono salito due volte sulla torre. sono in ritardo di sei esami, di cui quattro da 10 crediti e ho cominciato a consegnare pizze. che vuol dire?
io sono l’unico caso al mondo di bolognese capace di perdersi a Bologna,credo.
-marika-
paolo: la bicicletta serve proprio a capire quanto bologna sia un falsopiano. oh, a piedi uno non se ne rende conto, è vero. ah, e per quanto riguarda la sfiga accumulata, parla con bando e fintoberlinese. ma a questo punto chiamatemi, ché faccio le foto. marika: dai, lo sai che non sei bolognese, su. 😛
Mamma mia, come mi fai ridere tu nessuno, dico nessuno mi fa ridere come te. Soprattutto se è sabato e non posso uscire!
baci
Per i supertiziosi: io sono la prova provata che le supersitizoni universitarie non valgono una cippa (mi sono laureato in corso):
1) ho attraversato piazza Scaravilli appena dopo essermi iscritto all’università (ignaro della superstizione);
2) quella del portico dei Servi non la sapevo nemmeno, questo significa che l’ho tagliato in diagonale più e più volte (da via Guerrazzi a Strada Maggiore, tipicamente);
3)accompagnato più di un gruppo di amici turisti sulla torre Asinelli. fm
io sono bolognese.sono nata al s.orsola,sia chiaro.
E non tirare in ballo le mie origini cosacco-maremmane.eh.
:O)
-marika-
marmellata: grazie, grazie. lo prendo come un complimento. però esci, eh.fidelio: io fossi in te dopo questa uscita me ne starei con le mani a coppa sul pacco per non poco.marika: va bene, va bene. diciamo che la tua scelta di vita successiva è stata una fuga dalla metropoli.
A 10 anni dalla laurea…naaaah 😉 quel che doveva accadere ormai è accaduto. Senza cosiderare di esami dati di venerdì 17 (anche la maturità, ora che ci penso), gatti neri che regolarmente mi attraversano la strada la mattina dell’esame…I’m not superstitious.
Tra le sfighe universitarie io sapevo che non bisognava andare a S. Luca passando per i portici. Ma, chissà se è diffusa.
fidelio: apprezzo la citazione colta. magari solo una toccatina, dai.papessa: non so. per sicurezza non ho fatto neanche quello.
evviva evviva la periferia.
(continuo a commentare solo ed esclusivamente questo post.posso?)
-marika-
Papessa: questa mi risulta proprio nuova, anzi, sapevo che andare a San Luca portasse bene prima degli esami; c’é stato un periodo, tanto per non farci mancare niente in termini di sfighe, in cui andavamo a fare jogging (data la pendenza, piú che altro camminavamo) proprio a San Luca la domenica prima dell’esame. Questa supertizione deve essersi evoluta dopo che qualcuno che aveva raggiunto la cima sotto i protici é stato segato e magari i compagni che avevano camminato fuori hanno passato l’esame. Fantastico…
Francesco: fatto! Puó bastare?
marika: ma prego, come se fossi a casa tua. commenta a piacimenta.fidelio: effettivamente la tua versione di san luca suona probabile. e sono molto orgoglioso della toccatina.
questa città ha un fascino particolare…
credo che stia arrivando l’occasione per conoscerla