All’italiano piace tantissimo creare narrazioni su di sé, il più delle volte non veritiere, ma auto-elogianti o di un’autocritica tanto tragica e grottesca da risultare innocua. Nella terribile vicenda del naufragio della Costa Concordia c’è stato immediatamente lo spazio per ritagliare dai giornali e dalle cronache, come figurine di Propp, le sagome dell’eroe, dell’antagonista, dell’aiutante, eccetera. E, contemporaneamente, di metaforizzare una sciagura (evitabile e per questo ancora più atroce) per parlare, ancora una volta, del nostro Paese.
Probabilmente questa ipernarrativizzazione allontana chi la legge da quello che è il reale oggetto del racconto. Altrimenti non si possono davvero spiegare comportamenti inumani come quello immortalato nella foto in alto, che da qualche giorno gira in rete.
e il bello è, per completare il paradosso, che nemmeno certa ottima narrativa definita satirica o grottesca riuscirebbe a partorire un’immagine così… grottesca. Credo di aver ripetuto “grottesco” quindici volte fissando queste facce sfocate, che peraltro sembrano totalmente all’oscuro di quanto stanno facendo realmente…
sì, però grottesco lascia spazio all’indulgenza, forse. al distacco. orribile, ecco quello che ho pensato. proprio perché sono completamente ignari. e anche ignavi, probabilmente.