Non faccio spesso il dj, a meno che uno non consideri la trasmissione quotidiana che faccio in questo modo. Non è così.
Ma ho messo i dischi, recentemente, alla festa finale del Biografilm Festival, insieme a P. Ora, io e P., soprattutto lui, siamo persone serie. Ma quando ci fomentiamo a vicenda non ci tiene nessuno. Quindi siamo entrati in scena in Vespa, vestiti da donna, tirando polli di gomma sulla gente, con in mano un piumino rotante. Il fatto che quella serata fosse dedicata ai Monty Python è stata un’induzione a delinquere, più che una causa fondante del nostro comportamento.
Comunque, è stata una serata memorabile: non credo di avere messo dischi per fare ballare così tanta gente. Quanta ce n’era? Cinquecento? Seicento persone? Non lo so, io dalla consolle non vedevo la fine delle teste.
E come ogni volta che faccio il dj, ho rivissuto (di persona o con la memoria) i tipi di personaggi che incontrano tutti quelli che-mettono-dischi-per-fare-ballare-la-gente:
– il critico: ti si avvicina con aria normale, sorride. Poi lei (spesso è una donna) ti dice: “Ma ci sarà questa musica di merda per tutta la sera?”. Soluzione uno, fare i vaghi: “Quale musica?” (dire “quale merda” non funziona). Soluzione due, essere secchi: “Sì, problemi?”. Questa soluzione è da adottare, vigliaccamente, quando si valuta che, nel caso di scontro fisico, si avrà la supremazia, seppur a fatica. Nota: controllare che la signorina non sia accompagnata da un uomo grande quanto la Basilicata;
– il sordo: ce ne sono di due tipi, il cinico e il timido. Usano toni diversi, ma entrambi ti si avvicinano e dicono: “Ma qualcosa anni ’80?”. In quel momento, di solito, stai mettendo l’unica canzone dei Duran Duran che concedi al pubblico, ben contento di farlo, peraltro. Soluzione unica: alzare il master del mixer e fare notare i tipici suoni sintetici della musica del decennio citato;
– l’aspirante dj: vorrebbe farlo lui, il dj, ma fisicamente non può, non vuole o non ha il coraggio di oltrepassare la linea immaginaria o reale che divide il dj dal pubblico. Si avvicina con un cd masterizzato in mano, te lo passa e – come se foste al bar – ti dice: “Metti la due?”. Alla domanda “Ma che è?”, l’aspirante dj, che la sa lunga, dice “Metti, metti.” Soluzione uno (da adottare in caso non si verifichino le condizioni elencate alla fine de “il critico”): mettere la traccia, sperare che vada bene e che duri poco. Meglio la soluzione due (se le condizioni si verificano): fare cadere accidentalmente il cd per terra o nella birra; scambiarlo per un frisbee, lanciarlo tra la folla e addurre lo stato di ebbrezza come scusa;
– il preciso: non ti fa una richiesta normale, no. Ti chiede una rara versione di “Friday I’m in Love” in cui Robert Smith scambia la prima strofa del testo con la seconda. Se non ce l’hai, ci rimane malissimo e se ne va mogio, per poi tornare all’attacco sperando che tu abbia quella nota cover in cui Modugno canta i Judas Priest. Soluzione: inesistente, bisogna solo sperare che chieda una canzone che hai (raro) o che si stufi della banalissima musica che stai mettendo e se ne vada via dalla festa;
– il disinvolto: ti si avvicina come se foste in un prato di campo, e inizia a parlare. A voce moderata, tanto siete in campagna, che vi frega? Non si rende minimamente conto che quel tuo agitarsi sui piatti non dipende dalle convulsioni o dal fatto che hai smesso di fumare e non sai stare fermo, e che le cuffie che indossi non sono per proteggerti dal rumore. Quale rumore, poi? Siete in campagna, che vi frega. E il disinvolto parla, parla, parla. E voi non sentite una parola: a malapena riuscite a distinguere le asserzioni dalle domande. Soluzione: fare “sì” con la testa alle asserzioni e ridere appena appena alle domande. O viceversa.
– il deciso: fa una richiesta, ma aggiunge che se non hai quello che desidera, non balla. Ora, amici, ascoltate bene: questo – che sembra un blando ricatto – è l’equivalente della kriptonite per il dj, il cui scopo non è rimorchiare o essere preso per una stagione a Ibiza, ma semplicemente vedere che tutti ballano alle canzoni che ha scelto. L’unica soluzione è trovare la canzone. E quando ce la fai, è gioia pura, e a volte il deciso viene a ringraziarti pure. Se non si ha la canzone, la soluzione è trattare come se foste al Gran Bazaar di Istanbul, scambiare un Depeche Mode per due Camerini, o un Sonic Youth per un Pavement più CCCP;
– il vigile: ti si avvicina in divisa, ti chiede i documenti e ti impone di spegnere la musica. Soluzione: farlo, pur essendo preparati all’assalto della folla. Pericolosissimo non tanto perché ti menano, ma perché iniziano a lamentarsi che “Bologna proprio non è più come una volta.”
(Grazie anche da qua a tutti quelli che sono venuti: io e P. vi abbiamo fatto ballare una canzone russa sconosciuta di vent’anni fa, il tema di Tropa de Elite e un pezzo di Simonetti. Insomma, abbiamo stravinto.)
Seicento mi paion troppi, ma eravamo tanti e voi avete spaccato. Mai sentito una playlist così divertente e variegata a Bologna. Io mi colloco tra Il disinvolto (se hai risposto a caso alle mie domande hai avuto un gran culo perché sembrava proprio che mi ascoltassi) e un’altra categoria: L’ambasciatore (troppo sbronzo per ricordarmi il titolo della canzone che son venuto a chiederti da parte di qualcun’altro… ricordo solo che mi hai minacciato; e a ragione, visto che non sono grande quanto la Basilicata).
Ma mi spieghi com’è possibile che una festa autorizzata dal comune venga bloccata dai vigili???? Bologna proprio non è più come una volta…
Comunque grazie,
Paolo
Unbelievable! In Vespa? Vestito da donna?? Con polli volanti??? E piumino rotante????
Aveva detto bene Morgan: esiste tutto ciò che io non riesco ancora a immaginare…
Sarei venuta dalla profonda bassa solo per quei pochi minuti di …. di?
C.
Aaaaaaaaaahahahahahahhhahah!ahahahahahahahahahah!mi ricorda uno che mi chiedeva sempre i joy division quando trasmettevo piero umiliani! Aaaaaaaaaaahahahahaha! Grazie, le mie due risate me le sono fatte pure oggi! Baci! Fra
paolo: grazie. sulle stime di folle, sono molto peggio della questura, in quanto a inesattezze. hai chiesto “self control” di raf. no, per dire 🙂c.: tutto vero. presto ci saranno i video, mi sa… citare morgan, comunque, è peccato. penitentiagite.fralabrac: i joy division sono richiesti sempre. ma solo “love will tear us apart”. baci a te!
Non vi invidio.. nel mio piccolo anni fa ho dato anche io. e ricordo come memorabile la richiesta di mettere Capossela durante una selezione soul funky.. Presi il Cd e lo scaglia stile fresbee lontano. Che godo.
A.
e cosa dire del “distratto”! ti chiede se hai qualcosa di “house”, noncurante del fatto che stai passando i System Of A Down.. e ci rimane pure male!
Un articolo molto divertente. Non amo molto le feste ma l’entrata alla Monty… quella sì che me la sarei goduta.
e, riferendomi alla foto delle vecchiette cito:
Make tea not love!!
p. s.
amor fou? radiohead? cranes? beck? che dire… mi commuovo.
robin
da parte di chi c’era (anche nel backstage con i polli di gomma). semplicemente grazie. marco
[…] e poi djset insieme ai diggei d’a radio. Domani a Villa Serena io e il dott. Noto cercheremo di battere noi stessi. Ma non verremo vestiti da donna su una Vespa. Siateci lo stesso. Condividi:MoreLike this:LikeBe […]
[…] comunità che a mezzanotte devono andare via e vorrebbero ballare la musica moderna”. Nuova digressione: ai djset c’è sempre qualcuno in qualche situazione particolare tale per cui si richiede un […]