P.I. (Pupazzi Investigator)
Durante il mio viaggio a Londra ho avuto modo di indagare sulla scomparsa di alcuni pupazzi molto popolari, con delle scoperte sconcertanti.Iniziamo dagli innocenti e lisergici Teletubbies. Che fine hanno fatto Tinky Winky, Dipsy, Nu-Nu, Po e La-La? E i loro creatori sono ancora a piede libero? Domande che chiunque abbia visto la popolare serie della BBC si è posto. I Teletubbies nascono nel 1997 e sono protagonisti di 365 episodi che sono andati in onda sulla rete nazionale inglese e in molti altri Paesi, Italia compresa. Un giro d’affari enorme, con pupazzi, dischi, dvd, tutto a base di pupazzi colorati che non parlano o quasi, non fanno niente a parte cantare musichette idiote, si limitano ad essere. e a fare versi Insomma, una boy band per un pubblico in età prescolare. Avete mai provato a vedere una puntata dei Teletubbies? L’effetto è quello di una canna pesantissima quando si è stanchi e fa caldo: annichilimento totale delle capacità cerebrali, azzeramento del senso critico e della percezione dello spazio e del tempo. E il tutto è assolutamente legale. Beh, erano anni che non si avevano notizie dei Teletubbies, ma proprio quando io ero in terra d’Albione, la bomba: i Teletubbies si riformano (il che rafforza il parallelo con una boy band) per un tour che parte questo giovedì e che toccherà diversi centri commerciali (sic) del Regno Unito (non cinema o teatri, centri commerciali, santiddio). Chissà che non arrivino anche da noi: in tal caso si potrebbe fare questo giochino dal vivo.
L’altra notizia riguarda, invece, un pupazzo nostrano, che ha occupato moltissimi dei nostri pomeriggi televisivi, rubando la scena (sembra incredibile dirlo oggi) a Paolo Bonolis e a Licia Colò. Vabbè, quest’ultima considerazione è piuttosto plausibile. Stiamo parlando, l’avrete capito, miei piccoli lettori, di Uan, vero protagonista di Bim Bum Bam, trasmissione iniziata proprio in questo periodo nel 1983. La domanda “che fine ha fatto Uan?” rimbalza da anni da una pagina web all’altra, dopo la fine del programma nel 2000. L’hanno intervistato le Iene, è stato avvistato qua e là, è stato rapito, ma un tratto è stato (finora) comune a tutte queste notizie vere o presunte: il fatto, cioè, che Uan si fosse ritirato dalle scene. Bene, io ho la prova che Uan non è scomparso, anzi. Nella metropolitana londinese, infatti, ho fotografato la locandina che pubblico qui accanto (per vedere la foto ingrandita, cliccateci sopra, ma a vostro rischio e pericolo). Uan, per quanto porti addosso i segni evidenti di un periodo difficile, è vivo e canta insieme a voi, se andrete a vedere la versione italiana di Avenue Q, il cui tour parte tra un mese circa. Nel caso ci andaste, fatemi sapere com’è.