No Reply

C’è un fenomeno che ultimamente mi stordisce: l’assenza di risposte nel campo della comunicazione mediata. Gente che non risponde a mail, sms, telefonate, chat, per circoscrivere la questione. Non gente che tarda nel rispondere, non gente che prima o poi ti richiama, e neanche gente che si scusa. Semplicemente gente che si fa di nebbia in corrispondenze (o tentativi di corrispondenza) che non hanno a che fare con la sfera dell’emotività profonda (cioè l’amore, campo minato), bensì del lavoro o anche dell’amicizia.
Perché accade tutto questo? Ancora non me lo spiego.

Mi hanno educato (perché di educazione si tratta, in fondo) a rispondere: se non rispondo io mi sento male. Considerando che la stragrande maggioranza delle mie corrispondenze avviene attraverso la GMail, regolarmente metto una stellina sulle lettere a cui devo rispondere ed è raro che lasci passare più di qualche ora per dare replica a un sms. Eppure non è che non faccia una mazza tutto il giorno: tuttavia credo che sia un dovere e una questione di rispetto per gli altri il dare pronta risposta a una sollecitazione di qualche tipo.

Un dovere che, tutto sommato, costa poco. Può anche succedere che venga richiesta una risposta elaborata che magari non è possibile fornire subito, per mancanza di dati o tempo: in tal caso mandare due righe dicendo qualcosa come “Ti rispondo appena possibile” può essere sufficiente, credo. Ma la maggior parte delle volte bisogna sollecitare e sollecitare ancora, perché venga rotto il silenzio che, spesso, permane.

Se dovessi mettere tutte insieme le mail, gli sms, le righe di chat, i saluti che ho mandato e che ancora non hanno avuto risposta, be’, sarebbe una bella accolita. Me le immagino, queste parole, come accumuli di asteroidi alla deriva nello spazio. Vanno, vanno, per forza di inerzia, fino a che non si consumano e scompaiono nel buio, nel silenzio, senza risposta.