Meglio di MacGyver

Lo smartphone che ho avuto con il nuovo abbonamento di telefonia mobile un anno e qualche mese fa mi ha spesso dato dei problemi. Anche delle gioie, eh, ma perlopiù mi ha fatto penare. Potete immaginare quando, sabato scorso prima di un’intervista, in mezzo a tremila cose in sospeso, mi sono reso conto che lo smartphone non si caricava più. Stacca, riattacca, aprilo, togli la batteria, riprova, di’ le cose al contrario, lascialo riposare, sii indifferente, sbattilo per terra, chiama un esorcista. mettilo nel forno, usa tutte le prese di corrente della casa. Niente.

Ho usato quindi un telefono di riserva e, ieri mattina, ho iniziato il lungo percorso di riparazione. Sono andato dove ho fatto l’abbonamento. Mi hanno dato l’indirizzo del centro di assistenza. Ho preso un autobus e sono arrivato al numero 4 della strada in cui c’è l’assistenza. Che è al numero 84. Ho fatto un chilometro e passa a piedi, nel mezzo del nulla e sono arrivato alla sede indicata, che sfoggiava sulla porta tutte le marche di cellulare tranne la mia.

“No”, mi ha detto il ragazzo quando è arrivato il mio turno, “noi per il tuo cellulare facciamo solo da centro di raccolta. Lo spediamo all’assistenza italiana. Poi là risolvono entro 20 giorni lavorativi. Ah, ovviamente perdi tutti i dati. Hai fatto un backup?”.

Spesso mi arrendo al destino, ma in questo caso ho voltato i tacchi, fatto più di un chilometro a piedi, perso un autobus, salito su un altro. Sono arrivato a casa, ho preso delle forbicine e ho rimesso a posto i contatti dello smartphone.
Ora funziona.
Sigla.