Googlisms

(Non scrivo da una settimana abbondante, perché sono sempre a lavorare. Che scusa banale, eh? Il punto non è mica solo il tempo: è che quando uno fa poco altro, a parte lavorare, appunto, e prendersi l’influenza, di che deve scrivere? O di muco nasale o di cose-che-succedono-al-lavoro. Vi è andata bene.)

Poco prima della pausa pranzo di oggi: radio quasi deserta, a parte delle colleghe, con le quali scambio pareri e consigli (“Francesco, mi serve una canzone sulla banalità…” “Charmless Man dei Blur” “Bene, ma una italiana?” “Una vita da mediano di Ligabue”: in quattro battute un vortice di metatestualità, e considerando come ho riportato questi dialoghi, la banalità si espande ad ogni livello. Fermiamoci qua.) Insomma, ad un tratto suona il telefono in cabina di regia. Nessuno sta trasmettendo in quel momento: vado a rispondere. È una voce di donna.

– Pronto, salve, scusi, la chiamo per un’informazione.
– Mi dica, anche se questo è il numero della diretta.
– Ah, eh, ma c’era solo questo sul sito.
– Beh, intanto mi dica, poi magari la indirizzo a qualcuno di più specifico.
– Eh, dunque, io devo trovare Neri Marcorè, e quindi cerco il numero del suo agente, Beppe Caschetto.
– …
– È il suo agente.
– Sì, ma questa è una radio.
– Lo so – continua la signora – ma…
– Non so se abbiamo il numero di Neri Marcorè, e anche se ce l’avessi non potrei darglielo.
– Sì, ma io sto cercando il numero del suo agente, Beppe Caschetto.
– Anche se avessi quello di Beppe Caschetto…
– No, è che ho fatto una ricerca su internet e siete comparsi voi, e allora…

Seguendo questo ragionamento, presto mi arriverà una richiesta sul blog a proposito di una ragazza che fa rutti di sei minuti: se la conosco, lo so, mi innamoro. Ti aspetto. Buuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuurp.