Ci si cade, ogni tanto, c’è poco da fare. E ovviamente ci cado anche io. Iniziamo.
Gli studenti della nota-università-con-le-scale-mobili sono tutti fighetti. Falso. Premessa. Ah, intanto la prima rampa di scale mobili non funziona. Eh. E poi: gli studenti del mio corso sono, fortunatamente, persone normalissime. Certo, sulle suddette scale mobili ho visto un paio di personaggi che sembravano usciti da Vogue: patinati e bidimensionali. Ma questo capita quasi ovunque. Sono quindi orgoglioso di fare parte del corpo insegnante della nota-università-con-le-scale-mobili. E ho anche il registro. Che vuole, signò, so’ soddisfazioni…
A Milano corrono tutti e tutti hanno fretta e tutti devono lavorare. Non ci ho mai creduto. Ma in un noto locale per l’aperitivo sono andato al bancone e sono stato lì un minuto di orologio ad aspettare, guardandomi intorno. Locale e bancone abbastanza affollati. Il ragazzo dietro il bancone, ad un certo punto, dà uno scappellotto sulla nuca di un altro barista (un “sottoposto”?) e gli dice: “Oh, ma allora! Hai visto che quello lì [io] è da due ore al bancone? La tua area è questa (fa gesto con le mani per indicare il bancone), non questa (fa gesto con le mani per indicare il resto del locale)”.
Poi mi chiede cosa voglio e mi prepara il Martini cocktail. Nel frattempo il ragazzo malmenato mi dice “Seiecinquanta” e io pago. “Mi dispiace di essere stato causa di questo”. E lui: “Ma tanto mi vendico”. Io faccio una risatina, lui no. Il Martini è buono, ma mi viene servito in un bicchiere tondo. Per non incentivare la spirale di violenza, non dico niente, figuriamoci.
Chi ha un blog rimorchia di più. Falso. Speravo, io. E se no perché l’ho aperto? Invece niente. Che delusione.
I troll sono il Male. Ma no. È carino allevarseli. E poi, mi hanno detto a Milano, è molto molto cool averne almeno un paio. Tipo che se hai un blog e aprono un blog che sembra il tuo ma non lo è, anzi, ti prende anche in giro, diventi immediatamente una blogstar. Che è un po’ la massima aspirazione della mia vita, dopo, ovviamente, la conquista del primo posto nel Grand Prix Classic di Napa Valley.
ciao professò, che belle aspirazioni che hai nella vita.. ti giuro che non saprei cosa scegliere tra il blog clonato e il grand prix. scelta ardua, ahimè 🙂
ooohhh…ora si che sono un troll soddisfatto!
mi sorge però un dubbio fatale:a professò sarai mica tu mr.again?
troppi film horror fanno male, creano un’oscuro doppio che produce commenti ma non apre un suo blog…pena lo sputtanamento della doppia identita (entrambe borderline se mi consenti) e la fine del film.
ancora una volta ddaje!
Caro Daje (mi permetti di chiamarti per nome?), no, non sono io il troll di me stesso. E non sono neanche così borderline, no. Però sono contento quando i miei troll sono soddisfatti. Anche quando si rivelano 🙂
Non ero così felice da quando per sbaglio diedi fuoco a un pastore tedesco dentro l’ascensore.La storia non c’entrava,soltanto disattenzione.Aday che ritorna su i suoi passi,Daje che sotto sotto mi vuole bene.Passerò un buon fine settimana.A proposito…io sono un troll autonomo.Non sono il dedarchsaid di nessuno.Daje,ti propongo di aprire un blog insieme se ti va.
All’improvviso una luce gli ricordò del suo oscuro passato fatto di fave e di fate.Fuori la neve cadeva a ritmo di valzer,la signora Smith telefonò dicendo che il prezzo da pagare sarebbe stato molto alto.Se soltanto l’uomo fosse più comprensibile.Prese il cappotto di flanella,comprato con due lire all’emporio Tony D.,e se ne andò sereno come non mai a fare in culo.
Se sei una donna, vorrei conoscerti e sottoscrivo una petizione perché tu possa convincerti ad aprire un tuo blog. Io non sono un uomo quindi sono comprensibile e comprendo che hai molto da dire, mi piaci.
Che importanza ha a quale dei cinque sessi appartengo? Io sono dappertutto, sono l’ inafferrabile, il multiplo, la molteplice, e dagli abissi siderali dichiaro che a gay in the life può immergere la testa in un sacco di cacca e poi spingere coi piedini finché non scompare attraverso il buco del suo culo, porta dimensionale per mondi sconosciuti e, soprattutto, molto lontani da qui, ovunque sia il qui. Entri nel suo culo e finisci Altrove…
Troll a parte, torno e vedo un restyling notevole. Bello:)
Take care:*
Che meraviglia che meraviglia! I troll iniziano a dire le parolacce, si sviluppano e, quindi (ovviamente), attraversano la fase anale. (cfr. S. Fruà, “Appunti di psicologia evolutiva del troll”). Mi sta crescendo il senso di paternità. 🙂
“Padre”fu la prima parola che gli uscì di bocca.La notte non era riuscito a prendere sonno.Forse il caldo,forse gli studenti del piano di sopra,forse i suoi rimorsi.Un incubo lo aveva tormentato non dandogli pace.Aveva sudato tanto.Lacrime e sudore.Pianto e angoscia.Un enorme ano con i capelli biondo platino lo invitava ad introdursi dentro di lui.Lo pregava di immergere la testa in un sacco di cacca.Non appena fu dentro all’immenso antro anale ,cominciò a spingere coi piedini finché non scomparve attraverso il buco del suo culo, porta dimensionale per mondi sconosciuti e, soprattutto, molto lontani da qui, ovunque sia il qui. Entrò nel suo culo e finì…altrove.Luce bianca.”Padre,dove sei stato tutto questo tempo?”.Il padre guardò il soffitto e disse:”Altrove figlio mio,altrove…e non puoi capire la puzza.Ma ormai è tutto finito”.Si abbracciarono mantenendo a debita distanza i loro stati d’animo.
ma questi sono i tuoi vari alter ego che si ribellano al padrone e nottetempo accedono ai commenti?
Ma no, ma no. Qua si parla di un processo di trollizzazione deciso e pianificato. Annunciaziò annunciaziò. Da oggi in poi i commenti anonimi e non divertenti li cancello. Basta parolacce, su. Usate l’arguzia, mostriciattoli, lo so che non vi manca. 🙂
Era d’accordo con suo padre.Nonostante tutto.Le parole sporche non gli erano mai piaciute.Era stato costretto.Chi è che bussava alla porta?L’arguzia,come soseneva sua padre,non gli mancava.L’insalata era nell’orto.
OGGI E’ MORTO JOHN!
Anche Maramao, a quanto pare… 🙂
A Volte Ritornano.Specie dopo week end senza senso e film talmente cool da ghiacciarti il culo.
Pensò anche che si poteva fare.Perchè no, ma di che straminchia avrebbero blaterato nel blog?
Riflettè che nel paese dei gattimorti l’era dura trovare un argomento sufficientemente snob o trash o vattelapesca sufficientemente sugoso e ancora libero.Per shiarirsi le idee andò a vedersi i teletubbies.Sorpresa……… il tenero faccino di dipsy s’ingrandì sullo schermo del suo pc,eh si era un banale mpeg, e gli disse:
Dddaje!
No, apritelo sul serio il blog, trollini cari. Ma mica perché non vi voglia più qua. Poi anche a Daje piacciono i Teletubbies, che credo saranno l’ultima droga consentita dopo l’approvazione della legge Fini. “Ciaooooo amiiiiciiiiii”
no, ti prego, i Teletubbies sono qualcosa di abominevole. loro sì che hanno effetti collaterali terribili. vanno aboliti. e di corsa. appena entro in parlamento, GIURO, faccio una legge per proibirli.
e pensare che nel regno unito spopolano
lo so, e credo che sia una cosa terribile. io dopo cinque minuti di quei loro “CIAO CIAO” ho gli attacchi d’ansia.
Sarebbero arrivati a una soluzione.Gli argomenti,le cose da dire,problemi secondari.Non si conoscevano ma sapevano entrambi che insieme avrebbero potuto costruire qualcosa.Toc toc.Chi è?La tisana è pronta.Arrivo subito.Non aveva nessuna voglia di bere quella schifosa brodaglia,niente di più che l’anticamera di un banale piscio.Ma,pensava,doveva mollare tutto e andare in cucina ad alimentare il quotidiano grado zero di convivenza.L’idea di un diario inutile da scrivere a quattro mani lo esaltava.D’altronde sin da bambino si era sempre accontentato di molto poco.Lasciò a malincuore quell’idea a riposare sul suo letto,si alzò e si diresse verso la cucina.Quanto zucchero?Niente grazie,la preferisco amara.In Tv i Teletubbies salutavano.
again sei un mito.ascolta aday apriti un blog tutto tuo.con o senza daje.mi diverto parecchio.aday ti chiedo scusa ma con again rido.e di questi tempi…ragazzadellabassa77
[…] una sana colazione e iniziamo con un po’ di studio. Poi mi ricordo: devo telefonare alla nota università con le scale mobili, perché devo capire cosa è successo con il mio contratto. Una parentesi esplicativa è […]