Parliamone. Parliamo di vicini di casa, del mio vicino di casa. Ma prima vi devo dire qualcosa su casa mia. Una casa vecchia, nel centro di Bologna, con una caratteristica architettonica chiamata pozzo luce. Il pozzo luce ha la capacità di conservare suoni e rumori in maniera pressoché perfetta. Neanche in un auditorium c’è un’acustica così perfetta. Questo vuol dire che le stanze del mio palazzo che si affacciano sul pozzo luce sono praticamente comunicanti. Indovinate dove si affaccia la mia stanzetta?

Prima il vicino dell’ultimo piano aveva una donna. Lui voleva fare l’amore con lei, lei un po’ meno. Lui emetteva dei peti, lei schifata gli diceva di andare in bagno a fare certe cose (eh lo so, ma questo non è niente: un giorno vi racconto delle pornovicine…). Lei l’ha lasciato. E per fortuna. Aveva una voce insopportabile. Non l’avevo mai vista, poi ci siamo incrociati sulle scale. Ho capito che era lei dalla voce, appunto. Ed era veramente carina. Ma con quella voce… E poi di mattina non si perdeva una replica del “Maurizio Costanzo Show”. E io, che di solito la mattina dormo, venivo svegliato dall’orchestra di Demo Morselli. Poi dici che uno inizia male la giornata…

Il mio vicino del piano di sopra lavora in un noto locale del centro di Bologna. Essendo un “notolocale”, la musica che c’è è di bassa qualità. Ho sempre pensato che quando uno fa un lavoro pesante come quello del barista in un locale comunque abbastanza affollato e deve sentire quella musica per ore e ore, quando torna a casa di certo non si mette a spillare birra e a servire cocktail. E che ne so, magari ascolta Debussy (che idea romantica di barista, eh?). Lui no. Lui non spilla birre e non prepara cocktail, ma ascolta musica peggiore.

Lo sapete, lo potete vedere là sotto. Ieri sono andato a letto verso le quattro e mezzo. Oggi sono stato svegliato da un “tunz tunz” e dal peggio dell’r’n’b esistente alle ore undici. Dopo quindici minuti la musica si è abbassata e lui ha iniziato a smartellare sul muro. Insomma ho deciso di alzarmi e, mormorando maledizioni in azteco (non lo fate mai?), sono andato a fare colazione. Arrivo in cucina e mi dico: “Ma qui non si sente niente”. Finisco di fare colazione, torno in camera mia e, effettivamente, pare che la musica abbia smesso. Torno in camera e non sento neanche più lo smartellamento. Quindi mi rimetto a letto. Non appena il mio corpo inizia placidamente a sprofondare nel materasso, ricomincia la musica. Sempre peggio. Io non so dove la trovi, quella musica. Il mio cervello ha iniziato a formulare scherzi atroci ai danni del vicino, tipo scotch attaccato al campanello, buste di antrace, eccetera. Poi ho pensato che potrebbe rispondere al fuoco con degli squassanti peti. O magari, un giorno, servirmi un gin tonic fatto male. Quindi ho deciso di lasciar perdere e sopportare.

Buona domenica a tutti.