Il post che tutti quanti stavate aspettando! Tutti… Qualcuno.
Dopo le esaltanti avventure del vicino barista e del geometra del piano di sotto… The Hot Issue! Tutto vero!
Come avrete letto (forse) la mia cameretta si affaccia su un pozzo luce, sul quale, a sua volta, si affacciano altri appartamenti, un piano sotto e due piani sopra di me (ammazza che menti: quattro piani, sì, giusto). Caratteristica del pozzo luce è quella di conservare il suono in maniera perfetta, come non accade neanche negli studi della Deutsche Grammophon. Con vari risultati.
Fino ad un paio di anni fa, anche uno dei due appartamenti sopra il nostro era abitato da giovinistudenti, anzi, studentesse, per la precisione. Due. Bionde. Piuttosto fighette. Mediamente carine. Com’è come non è (serve a prendere tempo), iniziamo a sentire i loro amplessi. Ma in maniera netta e distinta. Non ho intenzione di scendere in particolari, ma riuscivamo a sentire nettamente preliminari, atto vero e proprio e climax (o orgasmo, o apice del piacere). E non è che stavamo lì a sentire. Non sempre, almeno. Le due fanciulle facevano un fine settimana da sole a testa, in modo tale che avessero la casa libera per i loro ragazzi. Il punto è che noi non avevamo alcuna idea di come si chiamassero le due. Quindi chiamammo la prima “Sì” e la seconda “Mmh”. I nomi non erano casuali. Iniziammo a capire le loro abitudini sessuali. E alcuni curiosi fenomeni. Quando “Mmh” raggiungeval’apicedelpiacere, andava in risonanza con il nostro bidet. Vi spiego. Quando si apre l’acqua calda del bidet di uno dei due bagni (curiosamente situato proprio sotto la camera da letto delle fanciulle), le tubature producevano un rumore sorprendentemente simile a quello che produceva la signorina “Mmh”. Ripeto: non è che stavamo lì a sentire: queste urlavano. E mi svegliavano anche. Era un periodo in cui la mia attività sessuale non era un gran che. Anzi: era nulla. Potete immaginarvi quanto rosicassi.
Gli amplessi di “Mmh” erano decisamente violenti. Andava in crescendo ululanti, in un verso misto di piacere e dolore prolungato: come se qualcuno le torcesse piano piano e in maniera continuativa un braccio dietro la schiena. “mmmmmmmmmmmmmmh!”. Una cosa del genere. E lei urlava, urlava. Tanto da pensare ad una violenza. Giuro che successe, una sera, una cosa del genere. Iniziano i soliti gemiti, ma diventano quasi delle urla. Piano piano tutti gli abitanti del condominio si affacciano al pozzo luce e commentano, piano, come si fa a teatro, quasi sussurrando. Alla fine: applauso collettivo. Giuro che è vero.
Gli amplessi di “Sì” erano più dolci. Ma lei e il suo ragazzo erano imbarazzanti per quanto riguarda l’orario. C’è stato un periodo in cui regolarmente lo facevano alle 1630 e alle 330. Minuto più minuto meno. Allucinante. Quel periodo era l’estate di tre anni fa. Un caldo mostruoso. Un pomeriggio viene una mia compagna di corso a casa mia, per studiare con me un esame orrendo. Le dico: “Guarda che alle quattro e mezzo quelli del piano di sopra attaccano”. Lei non capisce, io non aggiungo altro. Alle quattro e trentacinque lei mi guarda e mi dice: “Ma che è? Un film?”.
Avessi avuto un’havana me lo sarei acceso, e avrei detto: “No, it is life, baby”. Invece ho iniziato a singhiozzare.
E non è finita qua! Non perdete le prossime mirabolanti avventure di “Neighbours”! Tutto vero!
al solito, descrivi le cose in maniera grandiosa 😀
😉 di sicuro non me le perdo..
penso che ti segnalerò a pornoromantica 😀
il pitone verde di ikea sta nel reparto, ehm, bambini 😀
la tipa che abita sotto di me attacca alle 11.30 di sabato e domenica mattina. fu così che imparammo il nome del ragazzo. Luca, lucaaa luccaaaaaaaaaa siiiii.tipo locomotiva.
Te lo dico subito. Ti avevo sconsigliato di andare all’Ikea perchè sapevo che ci saresti rimasto in mezzo, come la sottoscritta. Per ora ho solo sbavato sul catalogo, e (ma tu guarda un po’), proprio su quel bel lettone futon del post sotto. Ovviamente anche su un sacco di altra roba. Esiste una onomatopea che rende bene l’idea del fegato che si rosica? No? Ok. Rosico in silenzio.
Ma c’avete fatto mai caso che negli amplessi rumorosi gli uomini (i maschi, insomma) non si sentono quasi mai? Se non fosse che sappiamo bene di cosa si tratta e come si fa potremmo pensare a delle matte allucinate in preda ad incubi tremendi. Loro urlano, gemono, si dimenano. E i loro uomini, zitti come mosche. Mah.
Muuuaaaa ahhhhhaaaahhhh h Ho le lacrime agli occhi dal ridere! 😀
ti adoro.odio il computer,internet e la virtualità ma da quando ho inciampato nel tuo blog….
e se ti chiedessi di sposarmi?;) S.
Sono morta dal ridere….giuro…
Ehi! Sono commosso. Oggi è una giornata grandiosa, per un sacco di motivi. Come al solito, una alla volta (dico una perché credo che il pubblico qui sia prevalentemente femminile. Bello. Anche perché è bello fare ridere le donne. Con questi racconti, poi…).
Quindi grazie a edi (appena esce il mio romanzo, mi raccomando… ;)), grazie ad alice (le prossime avventure arriveranno a breve, e ricorda sempre che è tutto vero). Grazie anche a bradipa: e regalamelo, sto pitone maledetto! 🙂 (E segnalami pure a chi ti pare. Basta che siano persone carine e simpatiche).Grazie alla signorina secondsight che apporta testimonianze di rapporti. Adesso che ci penso forse il ragazzo di “mmh” si chiamava “Mmmhassimo” o “Mmmmauro”, chissà.Grazie ad e-pistole, con la quale, però, vorrei puntualizzare: non ci sono rimasto così sotto da Ikea, su. Dammi atto che mi sono comportato bene. Abbastanza. E’ che non posso neanche dirti “vieni a vedere il lettone-futon”, sarei accusato di malizia di bassissima lega ;)E il fegato che rosica fa qualcosa come sgrsfarsfssagrrggrr.Grazie anche all’anonimo o anonima. Chissà perché noi uomini non facciamo così tanto rumore. Apriamo il dibattito?Grazie anche alle quasi-defunte-dalle-risate sista e naima: attendete le prossime puntate, cercherò di farvi versare calde ridanciane lacrime, ancora una volta.E infine grazie alla signorina shadowplay. Certe proposte inorgogliscono, ma facciamole in forma privata, su… 🙂
Ma pensa te. La forza dell’abitudine di essere connesso e lasciare traccia automatica del nome mi ha fatto lasciare un commento anonimo. Ebbene sì, fratello, l’anonimo ero io. Maschio, e come non bastasse, pure fratello. Un disastro, insomma. 🙂
vorrei togliere da un probabile imbarazzo la tua amica shadowplay:non è stata lei a chiedere la tua mano:) S.
Ops. Ma Shadowplay è una delle entità anonime che passano di qua. Io pensavo che…Beh, mi scuso con Shadowplay e anche con lei, signorina S. Anche se questo anonimato… Si presenti, su. Se no come faccio a presentarla ai miei? O andiamo di nascosto a sposarci a Las Vegas, come nei film? 🙂
non volevo fare la misteriosa ma non ci siamo mai conosciuti e non ho un mio blog (odio internet ecc..).Considerami una tua ammiratrice.Mi diverti,sei una piacevole distrazione e mi piace molto come scrivi.S.
Ho un’ammiratrice… Fantastico. Beh, grazie, S. Se mai vorrai palesarti, mi dispiace, ma dovrai usare (almeno all’inizio) il tuo odiato mezzo telematico. Ciao, a presto.
Si metta in fila Signora S. TZE. 😀
(iniziano anche a litigare tra loro… fantastico, fantastico…) 😉
Hem…ecco cosa succede ad essere entità anonime!
Tutto ciò (post e commenti) e più che divertente…è surreale.
Shadowplay (questa volta sono proprio io)
Shadowplay
To the centre of the city where all roads
meet looking for you
To the depths of the ocean
where all hopes sank searching for you
Moving through the silence without motion
waiting for you
In a room with no window in the corner,
I found truth
In the shadowplay, acting out your
own death, knowing more
As the assassins all grouped
in four lines,
Dancing on the floor,
And with cold steel, odour on their bodies,
made a move to connect
I could only stare in disbelief
as the crowds all left
I did everything, everything you wanted to
I let them use you –
for their own ends
To the centre of the city in the night
waiting for you (2)
😉 Ciao!
Sai, ho scoperto la versione che gli AFTERHOURS hanno fatto di questa canzone e l’ho trovata davvero bella.
Shadowplay
la cercherò. non conosco la versione degli afterhours, ma la trovo. grazie, signorina S. cioè: grazie signorina shadowplay. 🙂
[…] Il condominio in cui vivo è piccolo, ma ben popolato. […]
[…] dall’ultimo piano. Un po’ sorridendo, un po’ incazzato perché svegliato ancora una volta dagli amplessi dei miei vicini di casa, mi sono addormentato. Non prima di avere sentito […]
[…] volete seguire il testo, come a messa, lo trovate qua) Condividi:MoreLike this:LikeBe the first to like this […]