Ogni volta che cade la neve, mi dimentico quando è stata l’ultima volta che l’ho vista. Come se la neve caduta coprisse anche i miei ricordi, e si posasse direttamente sulla neve passata, nascondendola.
Tornando dalla radio, stanotte, sono passato in posti dove non c’erano orme e impronte. E mi sono emozionato.
Però ho capito veramente di vivere di fretta, male, in questo periodo, quando mi sono reso conto che non avevo tempo per fermarmi a guardarla, la neve.
Mi sono accontentato, dopo due ore di chiacchiere e musica lanciate nell’etere, del silenzio.
L’origine del titolo del post è questa.
🙂
E’ la continua ricerca di quanto ci è distante. 🙂
..l’aficionada ascoltatrice del notturno ci avrebbe pressochè scommesso che tiravi fuori cummings 🙂 (My strong fingers beneath the snow
Into strenuous birds shall go ) che
meraviglia, signor adayinthelife: trenta secondi di pace assoluta. se si potessero fare delle fotografie multisensoriali, che uniscano alla visione della neve su bologna la voce che legge la poesia, il pianoforte di Knives out in sottofondo e il calduccio del piumino, avrei fatto quella foto e te l’avrei copincollata qui. io che di tempo ne ho, forse anche troppo, e sono rimasta imbambolata fino alle 4 davanti al vetro.
vorrei complimentarmi per il post, ma sono ancora sotto shock dopo aver appreso dell’esistenza del pupazzo Spumone.
sapevo di far bene consigliandoti christopher o’riley…bello ascoltarti guardando i fiocchi bianchi,e poi hai messo molti dei miei dischi.grazie sabrina
minchia, ma sei proprio un vecio.
volevo dire anche io qualcosa sulla neve, solo che sto scoreggiando.
io la neve me spalmo sui coglioni. congelo l’attimo prima della sborrata.
hai presente quando la neve diventa grigia? quel pantano-merda-smog? ecco, immagino di fare una palla di quel lerciume, e penso che sarebbe comunque meno terribile della palla che questo post non è altro.
Io continuo a chiedermi cosa spinge un persona ad essere così… così… così… NIENTE. Non vi piace il post? andate da un’altra parte. O avete la sindrome del piccione? dovete per forza cagare sempre in giro?… bella la traccia che lasciate, ma sempre di merda si tratta. Besos. Giacomo.
la merda e il sangue che ti uscirà dal culo
… cretino. L’italiano ti è sconosciuto? Se la sindrome ce l’hai tu…
ma sì, e poi i beatles copiavano i testi dei takethat.
evvviva la maestrina dalla penna rossa
john lennon aveva pure gli occhiali cazzo. e si scopava pure un cesso
comunque ha ragione fiottolino quando dice che sto posto è una palla.
lo diceva anche liberamentezen, se non sbaglio.
oibò questo è troppo
va bene, va bene. adesso organizzo un bel campionato di lotta nel fango…
sarebbe molto, molto più stimolante dal punto di vista culturale. un po’ di vita finalmente, un po’ di gente che si batte per delle idee. sììì, immagino kant che fa un surplex a hegel, e nel mentre gli parla della critica della ragion pura, ma lui dà il cambio a feuerback (o come si scrive) che mangia la neve-fango-smog e dice: siamo quello che mangiamo, perciò ora sono un pezzo di merda e ti uccido kant! ma kant gli spiega che lui è solo un fenomeno, che la sue vita si mostra ma non si dimostra e, distrattolo così, si cambia con cartesio, che chiama in causa il genio maligno: tutti allora pensano di stare solo sognando e cercano di svegliarsi da quell’incubo. allora si fa vivo freud: ehi, gli incubi sono affar mio e si lancia nella lotta gridando: provate a sconficcere il mio super ioooooo! insomma, cose così.
a me piacerebbe fare lalottanel fango però non tanto freddo. trovo retrograda l’abitudine a farla praticare solo alledonnecoi tettoni. finalmente la parti dei sessi
Bene. Filosofi per uno (con il beneplacito dei Monty Python), fango riscaldato per l’altro. Ma siete veramente viziati, eh.
[…] vecchio, evidentemente, e a condurre una vita strana. Me ne accorgo sempre quando c’è la neve. Del fatto che abbia nevicato ieri l’ho saputo in una sua mail che ho letto stamattina: […]