La cosa che noto sull’autobus è una ragazza, minuta e bionda, seduta dall’altra parte della vettura. Anche lei dà le spalle all’autista. Ha una gonna corta, ma non pare felice di indossarla. La imbarazza, e si stringe in un capo di lana più simile ad uno scialle da vecchia che ad un maglione, come vorrebbe essere. Di profilo è carina, ma non è rilassata. Nell’aria c’è un vago olezzo di alcol, ma non mi va di indagare da chi provenga, sono stanco e voglio tornarmene a casa. Nei pressi di piazza Maggiore l’interno del veicolo inizia ad illuminarsi di tenui luci blu, che aumentano mano a mano che si procede. Vedo le persone dal fondo dell’autobus che si alzano, e vengono avanti, verso di me, come attratte dal lampeggiante. L’autobus è fermo, ormai, e l’autista parla con qualcuno per strada. Non riesco a sentire quasi niente di quello che si dicono, intuisco solo parole come “auto”, “fermo”, “piano”. Lentamente tutti gli occupanti dell’autobus si avvicinano verso il lato opposto a quello su cui sono seduto: la luce blu è forte e fastidiosa. Mi giro ma il finestrino è coperto dalle persone che guardano. Riesco solo a vedere la luce blu che gira, tingendo l’aria ad intervalli regolari. Qualcuno mormora qualcosa con tono interrogativo. Anche la ragazza bionda ha lo sguardo incollato al vetro: si alza, per vedere meglio. Uno degli occupanti ne approfitta e le guarda a lungo il sedere.
L’autobus passa, ritorna ad essere illuminato sempre più fiocamente di blu. Il motore ricomincia a girare e tutti tornano al loro posto.
La ragazza bionda mi guarda, per la prima volta. Di profilo è meglio, penso. Pare che mi stia chiedendo perché sono rimasto fermo al mio posto. Forse crede che io sia facilmente impressionabile. Mentre mi guarda, non riesce a togliere dal suo volto l’aria di disgusto per quello che ha visto sulla strada. Si volta, offrendomi di nuovo il suo profilo. Solo allora mi alzo, per andare verso l’uscita.
carver?
carina la storia.
PAOLA (il mio indirizzo lo trovi sotto)
&
LUCA (http://darknightfelin.splinder.com/)
mokia: magari! se era inteso come un complimento mi prostro ai tuoi piedi.paola e luca: grazie.
Era più un’assonanza, come un retrogusto che ti rimane sul palato dopo aver mangiato qualcosa e ti ci vuole un po’ per capire che cosa è..
Comunque certo non era un commento cattivo!
anch’io ho avuto l’impressione di leggere carver.
(non bullarti adesso però…)
cmq io non adoro carver…
ho dimenticato la firma, sono io che non adoro carver..