Ci vuole tanto tempo per ascoltare i tre cd e per vedere il dvd del cofanetto With the Lights Out. Ogni canzone è difficile da sentire, il suono è spesso sporco e lontano anche dalla raffinata produzione di Nevermind, e da digerire. È istintivo cercare di intravedere nei video il viso di Cobain, ma non è facile. Sembra sempre nascosto, e spesso lo è. Come ha scritto Bertoncelli sul numero di dicembre di Linus, ascoltando i dischi si prova un senso di disagio. Sì, perché per quanto ne sapessimo delle difficoltà private di Cobain, sfociate nel gesto più intimo e privatamente doloroso che si possa immaginare, si sapeva poco della sua musica, del suo modo di sentirla. Non basta avere sentito e letto le sue dichiarazioni di amore e di riconoscenza nei confronti di Melvins, Beatles, Dinosaur Jr e Sonic Youth, tanto per fare quattro nomi. Quando si sente Kurt suonare a casa sua, provare le canzoni, quando lo si vede suonare ventenne a casa di Krist Novoselic sempre rivolto contro il muro, come se volesse sfondarlo con la voce, ecco che penetriamo con violenza una sfera che Cobain stesso ha sempre voluto mantenere privata, a prezzo della vita. E si sente un disagio e un dolore diverso da quello che ci ha colpiti dieci anni e mezzo fa.
Non intendo fare il fighetto. Non sapevo cosa fosse Bleach, prima dell’uscita di Nevermind. La maggior parte di noi ha sentito l’immediatezza di “Smells like teen spirit”, e si è accodata ai suoi accordi iniziali, sentendoli veramente come propri, o solo usandoli per prendere il ritmo e saltare verso altre persone ed altre camicie a quadri svolazzanti. Avevamo bisogno di Kurt Cobain, perché non avevamo nessuno, in quel momento. Dovevamo rifarci al passato, a qualcosa di lontano, che aveva il fascino della morte. E mi fa strano adesso vedere come si pongono di fronte a Cobain gli adolescenti con cui talvolta lavoro. Kurt è come Jim. Niente cognomi, niente gruppi. Solo nomi. Idoli. Qualcuno di appartenente ad un altro tempo, che è morto violentemente e con la coscienza di farlo. Qualcuno che, con Grohl e Novoselic, non dimentichiamolo, ha veramente segnato un’epoca, in sette anni. Sette anni, la gente si stupisce, si meravigliano anche i recensori. “Soli sette anni”, dicono. I Beatles hanno avuto una carriera di otto anni in un periodo in cui i percorsi musicali potevano tranquillamente durare il doppio. I Nirvana hanno avuto un percorso di sette anni quando i percorsi musicali iniziavano ad essere di qualche decina di mesi. Adesso i tempi sono cambiati, due diciottenni su tre (secondo quanto scritto nelle note del disco) non sanno chi sono i Nirvana. Facciamo loro ascoltare qualche canzone, cercando di non sentirci vecchi. Anzi, alziamo il volume e facciamogli sentire “Smells like teen spirit”. Noi, almeno, quella canzone ce l’avevamo.
E questo non ti fa sentire un profanatore? Magari se ha voluto mantenerla privata sarebbe il caso di mantenerla privata e non arricchire che ci specula sopra.
Bone Kose,
Antar
Il commento precedente era riferito a “ecco che penetriamo con violenza una sfera che Cobain stesso ha sempre voluto mantenere privata, a prezzo della vita”. L’avevo scritto, ma non me lo ha preso.
Antar
antar, hai ragione. il senso di disagio deriva da quello. la cosa non mi giustifica, lo so.
lasciando stare le derive speculative sui nirvana (ci devono mangiare in 3 su kurt e statene certi ogni anno arriveranno inediti e live e poi interviste fino a non poterne +….) dico che è vero: in quel momento non avevamo nessuno, la musica era alla deriva_quegli accordi son stati come le note del pifferaio magico, tutti dietro_ma non tornerà + quella magia, inutile stare a spiegarlo a qualche giovane d’oggi_la musica va scoperta perchè a volte è come magia che ti entra dentro o pure un pugno in pancia_per me fu il pugno in pancia + grande che avessi mai preso_adesso rimangono litigi e royalties sulle quali litigare_amen
Sono passati quasi 11 anni, io ne avevo appena fatti 17 e tu a 27 hai deciso che avevi già dato.
Ma l’Unplugged a New York mi commuove ancora.
Mamma mia Kurt.
quel figlio di puttana è stato rivoltato come un guanto ,letteralmente.
non c’è niente di privato in cobain. s’è messo nudo su un altare e s’è
ucciso.s’è disintegrato la faccia quello stronzo. ognuno l’ha
vissuta a suo modo. io ho visto il mio piccolo idolo fatto a pezzi dal
mondo . ed ero io che lo facevo pezzi. quando compravo i dischi .
quando volevo qualcosa di suo. mi sà che lo profanerò anche ora e
mi comprerò questa raccolta. ne vogliamo ancora. vogliamo il Nirvana.
forse avevamo solo bisogno di qualcuno che rendesse la depressione e la post adolescenza una cosa di moda…forse la sua musica era l’inno dei creep.. forse è un pò troppo facile fare musica del tipo il-mondo-è-un-vampiro-la-vita-è-suicidio…o magari no…
Io avevo diciotto anni, e ogni volta che ascoltavo Smells like teen spirit saltavo e pogavo nell’aria da sola, come una matta, sul letto.
Ma chi si ricorda Kurt che suonava heart-shaped box su Rai Tre, ospite a "Tunnel"?
al dilà della sua vita pubblica e privata, speculazioni o no, violenze o no, quella musica ha coinciso perfettamente con un piccolo arco di tempo di straordinaria intensità.
Kurt a Tunnel?…disgraziatamente me lo persi…come mi persi anche uno dei primi concerti in Italia, quando ancora non erano famosi (piu’ o meno all’uscita di Bleach) in un paesino del cacchio, vicino al mio…pare che ai mercatini di Camden Town a Londra circoli pure un bootleg di quel concerto…ma forse e’ solo una leggenda metropolitana…
Dici al "Bloom" di Mezzago? Pensa che nella mia città c’è un ex-dj – e pare non sia leggenda – che quella sera metteva dischi dopo lo spettacolo di un gruppo dal nome "Nirvana". Dopo il check comincia a parlare coi ragazzi della band, fino a quando il cantante – un tipo biondo con gli occhi azzurri -, non gli offre un po’ del fumo che loro stanno passandosi…
Oddioddioddioddio…son di quegli aneddoti che vorrei raccontare ai miei nipoti…"Sai, Giovannino, quando la nonna era giovane e meno rincoglionita, andava ai concerti e fumava con le leggende del rock…".Immagino anche la risposta di Giovannino, "Certo, nonna, certo…hai preso le tue pastiglie oggi?"…Comunque intendevo il concerto del ’91 al Kryptonight di Baricella (Bologna). All’epoca avevo 13 anni e i miei non mi avrebbero lasciato andare ad un loro concerto neanche se avessero suonato nel cortile di casa mia, ma dovrò farmene una ragione.
bando: quello che volevo dire non era di "educare i giovani alla musica dei Nirvana", sia chiaro. solo "provare a fargliela sentire". poi se a loro piace, bene, se no… cavoli loro, appunto!sfrilla: quindi siamo coetanei, ma tu hai avuto la fortuna di vederli, io no. nel lontano nordest i gruppi non si fermano.bdg: sul fatto che siamo stati "noi" a farlo a pezzi, non c’è dubbio. sul fatto che si sia ucciso, neanche. sul fatto che chi fa musica a quei livelli prima o poi deve affrontare il Pubblico, idem. ineluttabilità?disfunzione: credo che, a differenza degli smashing pumpkins che citi, cobain ci credesse un po’ di più. ma sono solo ipotesi.bambinonEro: ma qualche amico o amica su cui sbattere? muke: non hanno suonato "heart shaped box", ma "serve the servants" e "dumb". io lo vidi e lo registrai. ce l’ho ancora. pessima performance, tra l’altro, anche a detta sua. lorenzo/corrado guzzanti lo infastidì molto.stefaniaariosto: perfettamente d’accordo. il pensiero immediatamente successivo (e piagnucolante) è: tornerà qualcosa del genere? dio, come sto diventando vecchio (dentro).
"serve the servants"…vero…
C’erano, ma a distanza di sicurezza.
Il che vuol dire a diversi chilometri spazio-temporali di distanza. Ero quasi afasica e solitaria, all’epoca. E non ho mai capito se quella distanza era per la loro sicurezza, o per la mia.
Però i Nirvana li ballavo 🙂
France’, leggi meglio…io abitavo a 5 Km dal Kryptonight di Baricella, ma NON CI ANDAI!!…un po’ per la giovane eta’, un po’ perche’ seppi del concerto solo tempo dopo.
Dicevo solo che vorrei avere aneddoti come quello di Muke da raccontare…
tutte le volte che “risaltano fuori” i nirvana mi accorgo come ormai siano più dimenticati di quanto noi ci ostiniamo a ricordarli.
cazzo che bel post, mi hai levato le parole di bocca.