So Long, Lonesome

Gli Explosions in the Sky fanno dischi che tu metti nel lettore mp3, o nello stereo, premi play, e ti fai gli affari tuoi. E poi, ad un certo punto, ti fermi immobile ad ascoltare, interrompendo qualsiasi cosa tu stia facendo, senza che abbiano detto una parola.
Gli Explosions in the Sky fanno concerti, come quello di ieri all’Estragon, in cui iniziano piano, e tu sei con loro, teso a percepire ogni più lieve nota, e poi ti portano su, su, su, fino (ad esplodere) nel cielo.

Non so quanto sia ampio il cielo del Texas da cui viene la band, ma so che i quattro sfruttano ogni possibilità dinamica dei loro strumenti, che diventano piccole gocce di pioggia o squassanti tuoni, dal pianissimo al fortissimo, gradualmente o all’improvviso.
E gli Explosions in the Sky emozionano come ogni fenomeno naturale che ci si mostra con possenza e come ogni manifestazione della delicatezza.

“Buonasera a tutti, grazie di essere venuti”, ha detto uno di loro in italiano. “Noi siamo le esplosioni nel cielo, e questa sera ci metteremo il cuore.”
Ed è iniziato uno dei concerti più belli a cui abbia mai assistito.

P.S. Scaricatevi qua il loro album The Rescue, gratuitamente, se avete problemi di coscienza.
P.P.S. Se la mia settimana di concerti ininterrotti inizia così… Tra poco Vampire Weekend, domani Why?, giovedì Cesare Basile, venerdì Spiritualized, sabato Campbell&Lanegan, lunedì Malkmus & the Jicks…