Per me Jimmy Villotti era “Jimmy, ballando”, era il nome annunciato da Paolo Conte in Concerti, quando presenta la band, era un preciso suono di chitarra, era un nome che vedevo talvolta sui giornali e sui manifesti affissi in città, ma non era un volto, né una voce. Fino a qualche mese fa, quando Massimo Sterpi (che conoscevo di nome e di vista per il lavoro fatto con l’Antoniano di Bologna) mi ha chiamato proponendomi di realizzare una lunga intervista con Jimmy, per raccontare la sua vita e il suo percorso artistico. “Non sta bene di salute, purtroppo”, mi aveva anticipato Massimo, ma quando siamo andati a casa sua, se non fosse stato per le medicine sparse sul tavolo, non avrei detto che fosse malato. Stanco forse, anziano, senza dubbio, ma pieno di voglia di raccontare, di ricordare. “Se avessimo tenuto acceso un registratore”, ci siamo detti scherzando io e Massimo mentre uscivamo dal palazzo dove abitava Jimmy, “avremmo avuto già almeno una puntata”.

Era il 27 ottobre 2023: nel giro di due settimane abbiamo finito le registrazioni e, neanche un mese dopo l’ultimo “stop, buona”, Jimmy è morto. Credo che, tra tutte le persone che sono andate a salutarlo al funerale e lo conoscevano personalmente, io fossi quella che lo conosceva da meno tempo. Mi sono reso conto, quindi, l’incredibile privilegio che ho avuto nel raccogliere, per l’ultima volta, la sua voce. Oltre a essere un privilegio raro, intervistare Jimmy Villotti è stata per me una delle esperienze professionali più intense che abbia mai vissuto. Sin dal nostro primo incontro ho percepito quanto fosse non solo un artista di enorme levatura, ma anche una persona davvero speciale dal punto di vista umano. Nel podcast “Jimmy Villotti. Memorie di un musicista ambulante”, disponibile in versione audio e video, abbiamo cercato di fare emergere al meglio due dimensioni, quella personale e quella artistica di un uomo versatile, sensibile e intelligente come pochi altri nel panorama nazionale.

Oltre a ringraziare Massimo Sterpi e l’Antoniano, ringrazio anche Sergio Marzotti, che ha curato le riprese video, e Alessandro Renzetti, responsabile di produzione e postproduzione audio.