Dagli archivi: Orlando Julius and the Heliocentrics – Jaiyede Afro

Dagli archivi: Orlando Julius and the Heliocentrics – Jaiyede Afro

Orlando Julius & the Heliocentrics – Jaiyeide Afro (Strut)

7,5

Dopo le collaborazioni con Lloyd Miller e Melvin Van Peebles, splendidi viaggi tra l’Oriente e lo spazio, gli Heliocentrics tornano all’Africa. Qualche anno fa hanno lavorato con Mulatu Astakte, questa volta la trasferta a Londra, negli studi rigorosamente analogici di Malcolm Catto e soci, tocca al grande sassofonista e cantante Orlando Julius (uno dei padri riconosciuti dell’afrobeat), che per Jaiyeide Afro rimette mano ad alcune delle sue prime composizioni, mai registrate prima.

Si va dall’ossessivo tema della traccia di apertura, “Buje Buje”, che ricorda le commistioni con la black music americana, marchio di fabbrica di Julius, fino ad episodi più classici come la title-track, il tradizionale “Omo Oba Blues” e “Love Thy Neighbour”, piena di fiati e di organi. Il motore propulsivo del disco è dato dalla micidiale combinazione di basso e percussioni, intersecata dalle chitarre e l’elettronica della band britannica.

Il punto di forza di Jaiyeide Afro è proprio nel modo in cui i due mondi si incontrano, traendo forza l’uno dall’altro, ma senza negare l’identità dell’album, che è e rimane un bellissimo e solido esempio di afrobeat: il genere rimane un centro di gravità intorno al quale gli Heliocentrics ruotano, creando dinamiche e movimenti affascinanti e sorprendenti. E, al momento giusto, arrivano gli assoli di Julius che tracciano scie luminose nel cielo e lasciano a bocca aperta.

Recensione pubblicata originariamente sul numero di dicembre 2014 de Il Mucchio Selvaggio

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