Forse devo prenderne atto. Ne sono dipendente. Anche stanotte, nonostante sia piuttosto tardi, mi sono guardato su Rai Click un’altra puntata di “Blu Notte”. Era il caso della Croara, questa volta. Un altro caso irrisolto, un delitto commesso da queste parti. Lucarelli un po’ gigioneggia come sempre, ma in fondo è bravo, molto bravo a raccontare le storie. Ecco, uno dei piaceri della vita, per me, subito dopo la triade (non in quest’ordine) “sesso-cibo-sonno” è quello di ascoltare e raccontare storie. Forse per questo scrivo. Forse per questo scrivo qua.
Lucarelli descrive Bologna, una città che conosce bene, in maniera diversa dal solito. Diversa da quella di cui parla Pazienza, diversa da quella delle cronache del ’77, diversa da quella di Brizzi. Vede il lato “paesano” di Bologna, e di conseguenza anche il lato oscuro, che, come ben sappiamo, ogni paese ha. Queste descrizioni mi fanno rabbrividire di piacere, perché ho la sensazione di non conoscerla del tutto questa città che mi ha adottato ormai sette anni fa, e che ho vissuto (per quello che ho fatto) pienamente e senza risparmiarmi.
Bologna ti coccola, me ne sono reso conto oggi, seduto in Piazza Maggiore. San Petronio mi sembrava enorme, eppure la sua facciata ormai così familiare, era affettuosa, e gli altri palazzi della piazza sembravano avvolgermi e abbracciarmi. Talvolta l’abbraccio si fa soffocante, ma talvolta, quando si ha freddo, è così bello coprirsi fino a sentire quasi che ti manca il respiro.
Non so quanto resterò in questa città. Non lo so. Ma so che mi resterà dentro. E non è detto che io non ci ritorni. Io, che raramente torno sui miei passi.
Torno brevemente al caso di “Blu Notte”. I genitori di Lea, la vittima, hanno fatto pubblicare il diario della figlia. In una pagina lei dice che la sua unica aspirazione è essere felice.
Ecco.
Questa settimana mi son presa ‘Misteri d’Italia’ di Lucarelli…non vedo l’ora di iniziarlo…
Dai Naima, al massimo ce ne andiamo insieme in comunità… 😉
Ciao! Che sorpresa scoprire che hai un blog tutto tuo! Bravo, hai avuto una gran bella idea.
Sono rimasta colpita dalle tue riflessioni su Bologna, città che, inevitabilmente, anch’io considero come una seconda casa.
Mi appartiene e sento di appartenerle. Non è ovvio che s’instauri un simile legame affettivo. Per molti è una semplice tappa sulla strada, una sosta momentanea, un periodo di studio trascorso in una città vissuta in modo distaccato. Per me non è così. Bologna ha da subito significato molto, mi si è immediatamente presentata come carica di tensioni, positive e negative. E’ vero, ti coccola. Provo un piacere immenso ad andare in giro per le sue vie, conoscerla, scoprirla e camminando immaginare di poter vedere sempre qualcosa di nuovo, qualcosa che, forse, la volta prima mi era sfuggito. Ed alla sensazione di sconosciuto da far venire alla luce si unisce quella di familiare. Piazza Maggiore è quasi un punto metafisico. D’inverno, in particolare, c’è una sorta di penombra mistica. E’ estremamente affascinante attraversarla. E poi sedersi ad aspettare chissà cosa, a guardare chissà cosa, a pensare chissà cosa. Un libro come compagno e l’aria fresca che ti accarezza il volto.
Bologna sarà sempre un pezzo di me.
Himi
in un film caruccio visto l’inverno scorso, tutto ideato-prodotto-girato a Bologna, si diceva “bologna è come ovatta”..ti rapisce ti coccola e non riesci più ad alzarti
lafagotta