Attenzione, italiani. Il vostro stipendio non vale più niente! Lo dice una ricerca dell’Eurispes pubblicata ieri. Nessuno riesce più a risparmiare un cacchio, e qualcuno manco a comprare qualcosa. Ma il tutto è riferito a chi percepisce uno stipendio. Io non percepisco uno stipendio. Mi pagano, ogni tanto, qua e là. G. detto Peppino, manco quello. E la sua ragazza è lontano a fare l’Erasmus. G. detto Peppino non mangia, sta al telefono. La cosa mi interessa, perché io e G. detto Peppino abitiamo insieme e il telefono è spesso occupato. Abitando insieme, a volte, mangiamo insieme. E un paio di giorni fa siamo andati a fare la spesa insieme. La spesa per modo di dire. Dovevamo solo comprare del pane e della carta igienica.
“Che mangiamo a cena?” mi chiede Peppino, fiducioso.
“Cazzo vuoi mangiare? Pasta con il pomodoro. Non c’è altro e non abbiamo sold.i”
Peppino annuisce e trattiene un lacrimone tipo cartone animato giapponese. Entriamo nel supermercato. Io vado al banco carne, prendo in mano una confezione di qualcosa e guardo il prezzo: quattro euro e settanta.
“Vedi? Questo vale esattamente quanto l’intero ammontare dei miei averi depositati in banca”, dico a Peppino. Che però non capisce… Mormora cose come “mmmmbuon” e indica i grossi grani di pepe verde che decorano squallidamente la carne.
“Quattro euro…”
“…e settanta” aggiungo io.
“Però c’è anche il pepe”, mormora Peppino.
Prendiamo il pane e andiamo alla cassa. In due con un pezzo di pane e quattro rotoli di carta igienica. Neorealismo puro. Il cliente prima di noi paga con dei buoni pasto, ma la cassiera dice che non bastano. Allora, come se nulla fosse, tira fuori una banconota da cinquecento euro. Peppino ed io (e anche la cassiera) sbarriamo gli occhi. Non avevamo mai visto una banconota da cinquecento euro… Io faccio mentalmente un calcolo, paragonandola al mio conto in banca. Stavolta sono io a trattenere a stento il lacrimone. Ci passano per la mente, in maniera netta ma fugace, piani di rapina rapida che consistono, grosso modo, nel tramortire la cassiera a testate e poi fuggire col malloppo. Anzi, per un momento pensiamo di applicare la tecnica a tutti gli esercizi della zona. Già ci immaginiamo i titoli sui giornali: “La banda delle testate colpisce ancora”. Non prendiamo neanche la busta di plastica (che qui si chiama “sportina”): quindici centesimi sono quindici centesimi (e un trentesimo circa dei miei averi).
Usciamo dal supermercato, e Peppino ha un momento di insofferenza, passando davanti ad un fruttivendolo. “Compriamo anche un peperone, almeno diamo sapore al sugo”. Mi sta bene. Mentre aspettiamo il nostro turno, noto delle cipolle bruciacchiate in una cesta e, quando il negoziante si rivolge a noi, gli chiedo che cosa siano.
E lui inizia (da leggere con pesante accento bolognese): “Ah, quelle… Quelle sono zipolle cott’al forn’. Zioè, un tempo le fazevamo noi fruttivendoli, adesh le fanno quelli che producon le zipolle… Noi, quando chiudevamo, mettevamo delle grandi lashtre e poi zi mettevamo shopra le zipolle e poi andavamo nei forni a farle rishcaldare… Un profumo! E poi inveze adesh non le fazziamo mica più noi… bla bla. Ma cos’è che volevate?”
Peppino scandisce bene: “Un peperone, rosso”. Il fruttivendolo prende un peperone rosso, piuttosto piccolo, e lo pesa. “Altro?”. E qui a Bologna, se non si vuole nient’altro, bisogna dire “altro”. Ma anche se dici “no” ti capiscono. “No, grazie”, dice Peppino, che è educato. Io guardo le cipolle, rapito.
“Un euro e venticinque.”
Nel tragitto fino a casa l’unica cosa che Peppino ha detto è stata: “Un euro e venticinque. Un peperone. Un euro e venticinque”. Credo abbia mormorato anche qualcosa come: “Ma lo sai dove te le metto io le lastre per le cipolle?”, ma non ricordo bene.
All’altezza del ‘Zioè mi sono arenata…non ci vedevo più dalle lacrime (e non a causa delle zipolle). Scusa:)
Se davvero organizzate quelle rapine fatemi sapere qualcosa, sono ben disposto ad aiutarvi e partecipare attivamente alla causa.
se fate una rapina vi dò una mano…ho la testa molto dura ..vi potrebbe servire..:)
ma poi qualcuno vi ha dato da mangiare…
V.
edificio????
deve ssere il blog di qualcuno che conosciamo…
e che scrive da casa…
— inizio dell’uso forumistico dei commenti — (ciao V, volevo solo dirti che un blog che si chiama EDIFICIO è già di per sè qualcosa di meraviglioso, a prescindere dal contenuto. edificio. bellissimo.)
— fine dell’uso forumistico dei commenti —
suggerimento del giorno: perché invece di lamentarvi prezzo deL peperonE [UNEUROEVENTICINQUE!? O__o] non vi rimboccate le manicucce e vi create una specie di, che ne so, orto o serra nel pozzo luce? secondo me prospererebbe. think about it 😉
ma alla fine com’era il sugo con il peperone?
comprare il peperone fuori stagione, pazzi! Siete dei pazzi! Lo sapete poi che la lobby dei fruttivendoli sta investendo sulla pipeline in Asia Centrale? Analizzate le prossime mosse di politica estera di Usa, Cina e UE e raffrontatele con l’oscillazione a Hong Kong del prezzo dei broccoli al chilo. Capirete molte cose! Ora me ne vado, c’è un agente della Zucchina inc. che segue le mie mosse…
Bella la proposta di fio per l’orticello!!! Io è anni che cerco disperatamente un pezzetto di terra per trasformarlo nella “valle degli orti”…se il progetto parte fatemi sapere, la mia sarà ormai la decima generazione di contadini…me la cavicchio con gli orti.
A proposito grazie per avermi dato la possibilità di vedere almeno in simulacro una carta da 500..l’emozione è davvero grande!!! mignolo
Dunque: ringrazio V. che, alla fine, ci ha preparato un bel ragù. Le proposte per coltivazioni dirette o associazioni a delinquere verranno accuratamente vagliate. Tyrone, hai perfettamente ragione. Giuro che prima di fare la spesa mi consulto con te, anche se presumo che il tuo onorario sia alto. Ti pagherò in verdura.
bel post. neo-neorealismo marcio. altro che quei quattro buontemponi che da me seminano il panico discitendo sulla sessualità del vippaio attoriale italiano (tra parentesi, grazie dell’intervento, stava diventando pesante).
Ho ricevuto il tuo acconto. Su un cargo battente bandiera liberiana, ancorato al porto di Marsiglia, è arrivato il carico di rape rosse che aspettavi. Fai quello che ti ho detto di fare sul biglietto che hai ricevuto. Avrai la tua quota di rape, e quello che più desideravi: quel mezzo chilo di peperoni di ottima qualità. Mi raccomando acqua in bocca. I maledetti scagnozzi della Raspeberry&co mi stanno alle calcagna, per quella brutta storia di kiwi e verze a Johannesburg. Non fare il furbo.
mannaggia quanto siamo poveri…io ho quasi pianto davanti ad un cavolfiore bio, che mi era bellamente costato un 2 euro. che poi davanti al fruttivendolo non gli puoi dire “ok ho sbagliato…buonasera…”
Stavo facendo una ricerca su come smerciare i miei stramaledettissimi buoni pasto a Bologna e sono incappata in questo post.
Che ridere… non sono cambiate molto le cose sino ad oggi, credo.
Ahmammamia!!!
Bologna di domenica non l’ho ancora sperimentata, ma il cassiere ladro del supermercato sì…
Voglio fare la spesa alla Coop!!!
argargaghhhhhhhh
[…] e i vocaboli italiani, soprattutto nelle aree semantiche che gli interessano di più. Grazie a G. detto Peppino, adesso sa descrivere con dovizia pornografica un rapporto sessuale, dai preliminari […]