Non credo nelle coincidenze, nei segni del destino, non sono superstizioso. Credo di essere un materialista, o almeno così mi ha detto il mio parroco. Però devo dire che negli ultimi tempi sono successe delle cose strane.
La prima serie di coincidenze, di stampo prettamente musicale, è iniziata venerdì scorso, quando ero in macchina con il dottor M., diretti all’isola d’Elba. Non so perché, ma mi è venuta in mente la canzone di Venditti che fa “Autostrade deserte”*, eccetera. E per innervosire l’autista ho cominciato a tradurla in inglese maccheronico. Sapete, quel placido cazzeggio da viaggio. Ovviamente dopo dieci minuti non riuscivamo a togliercela dalla mente.
Il giorno dopo il dottor M. ha deciso di condividere con delle persone appena conosciute la follia, cominciando una perversa versione del “gioco della torre”. Non ha fatto in tempo a chiedere “peggio Venditti o Baglioni”, che la radio del bar dov’eravamo ha suonato una canzone dell’Antonello nazionale. Forse proprio quella, non so. Sorpresa, ma non è finita qua.
Sempre il dottor M., più tardi, è stato preso dalla quasi-voglia** di ballare il trenino: una prospettiva accolta dagli altri del gruppo con tentativi di suicidio all’arma bianca. Comunque, abbiamo iniziato a speculare su Disco Samba, ovverossia il medley di canzoni-da-trenino. Sapete, quel placido cazzeggio da vacanza. Visto che non andavamo oltre “Meu amigo Charlie Brown”, “A E I O U ì-psilon” e “Brigitte Bardot-Bardot”, abbiamo deciso di mandare degli sms a Violetta e al dottor N., che hanno puntualmente colmato le nostre lacune, con il titolo dei due pezzi restanti.***
Il giorno dopo andiamo a comprare del vino per la cena, in un paesino dell’Elba. Incrociamo una prima enoteca, ma andiamo avanti. Entriamo nella seconda e, nel momento stesso in cui varchiamo la soglia del negozio la radio inizia a mandare Disco Samba. La signora dietro il bancone si stupisce del nostro stupore, e noi le spieghiamo delle coincidenze. A quel punto la signora scuote la testa e dice: “Eh, ma questa versione qua non è mica quella dei nostri tempi.” E continua: “Questa è una versione di Gigi D’Alessio, anche le parole di Brigitte Bardot, sì, sono un po’ quelle, ma mica tutte.” Io mi stupisco ancora, e dico alla signora: “Ci hanno veramente preso tutto.” La signora annuisce e batte lo scontrino.
L’epilogo risale a lunedì sera. Torno a casa, stanco e nostalgico, come dopo ogni bella vacanza. Soprattutto con la prospettiva che la prossima vacanza (anche brutta) chissà quando sarà. Accendo la televisione e mi distendo sul divano. A Fuori Orario danno un film muto, su cui Ghezzi sovrappone un disco dei Pink Floyd: è Meddle, lo stesso che ascoltavo seduto su degli scogli un paio di giorni prima. In quel momento si è alzato un po’ il vento e il divano mi è parso meravigliosamente rigido e roccioso.
* E ogni volta mi chiedo: ma perché mi sono dimenticato, che ne so, le date delle Guerre di Indipendenza, che pure conoscevo, e invece i neuroni occupati da Venditti sono irremovibili e immutabili?
** Il “quasi” è messo solo per evitare che il dottor M. mi faccia causa.
*** Che ovviamente, adesso, non ricordo: probabilmente quei neuroni sono impegnati da “Brutta” di Alessandro Canino.
Oh ma caro, quanto sei romantico e bello. Pensa che io giovedì sera ho detto: oh finalmente da domani pomeriggio tre giorni di vacanza. Poi ho rimesso tutta la notte e mi sono ripreso solo sabato. Mi sono alzato, ho preparato la colazione e ho detto alla coautrice: che bello, non abbiamo ancora perso tutto il week end. Lei ha risposto sì, vero, poi ha iniziato a vomitare. Si è ripresa solo lunedì pomeriggio. Son cose.
se penso ad autostrade.. penso solo a tiromancino..
Eh, le coincidenze lasciano sempre così, stupiti e incantati.
Perché i tuoi neuroni non ricordino le date delle guerre d’indipendenza mi sembra ovvio. La memoria nozionistica non è la memoria del vissuto, di cui evidentemente fanno parte i testi delle canzoni di Venditti. Bah, almeno credo che sia così.
Qual’era il paesino elbano?
Che poi la canzone di Venditti che fa “Autostrade deserte” eccetera, esiste veramente in inglese. O meglio: è la canzone di Venditti ad essere cover tradotta di un pezzo straniero di cui non ricordo né titolo né autore. Coincidenza anche questa?
[Ste]
Beato il tuo Venditti. Il mio vicino di casa ascolta instancabilmente “Bella stronza” di Masini, e quando si esaurisce (il lettore cd immagino, non lui) attacca con Carmen Consoli. E poi questo mi sembra proprio un imbecille. Coincidenza?
sono arrivato al tuo blog per caso. L’ho letto e mi piace molto, al più presto lo aggiungo ai miei preferiti. Fai un salto da me…
la canzone originale è don’t dream it’s over dei crowded house
arriva paul young e ne fa una cover
arriva ‘ntonello e cambia “don’t dream it’s over” con
“lo so, lo sai
che il tempo vola
ma quanta strada per rivederti ancora!”
FEDEmc
Il passo più involontariamente bello è quello in cui “Ay Ay Caramba” sfuma in “Moru do pais tropical”. Lo sostengo da tempi non sospetti, mica come quello sventatello del dr. M.
(Violetta)
woland: grazie, woland. mi raccomando, attento al pancino, eh. al massimo mettiti i giornali sotto la maglietta della salute.jacko: io al telepass. son cose.giorgi: il paesino elbano era… era… sigarette mai speeeentee…. ah, lacona. lacona. chissà che perla del pop italiano ho perso, per questa nozione.ste: vedi, che il prode fedemc ti ha risposto.provaciancorapisa: grazie, adesso vado a dare un’occhiata al tuo.fede: miticissimo! paul young, me l’ero completamente dimenticato. chissà perché.violetta:un giorno vengo a milano con le gonnelline di carta e andiamo a ballare, eh. promesso.
“Pillow of wind” … chiudere gli occhi ovunque tu sia, come non immaginare di essere portato via dal vento.
Porlock