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Continuiamo la disamina sui biscotti. Non mi sono accontentato delle Macine 2.0: in un impeto di consumismo ho comprato anche i Krumiri. Io detestavo i Krumiri, da piccolo: secondo me sapevano di polvere. Però li mangiavano in tanti, e avevano un aspetto inequivocabilmente sano. Quindi, alle soglie dei trent’anni (oh, una soglia lunga due anni, sia chiaro), mi sono detto: “E’ ora di comprare i Krumiri”. Le parole “nuovo” e “al cioccolato” sulla confezione hanno spazzato via ogni briciola di dubbio residuo.
Il punto focale dei nuovi Krumiri è proprio la confezione. Sentite cosa c’è scritto dietro, sulla quarta di copertina, per intenderci.

I Krumiri della Colazione sono Krumiri diversi, più grandi e più leggeri.

E una voce dentro di me diceva: “Ehi, scordati quel sapore di polvere, time goes by, inzuppalo ancora, Sam.” (Ho delle voci così, io, dentro.)

Biscotti che Bistefani ha creato pensando ad un connubio tra la forma caratteristica dei Krumiri Classici di Pasticceria e una ricetta più leggera adatta ad un consumo quotidiano.

Secondo me la Bistefani ha avuto problemi legali dovuti ad overdosi di Krumiri Classici: i termini sono gli stessi del rapporto sulle droghe dell’OMS, se ci fate caso. Ma adesso c’è la parte più sfacciatamente interlocutoria.

Avete notato che i Krumiri della Colazione sono uno diverso dall’altro?

Ma certo: appena aperta la confezione li ho messi tutti uno accanto all’altro sul tavolo, e mi sono reso conto che, come i fiocchi di neve, non ce ne sono due uguali. Poi li ho rimessi dentro. Ma dimmi, sacchetto, come mai?

Merito della trafilatura al bronzo, culmine di un processo produttivo “gentile”, che diversamente da una produzione industriale a stampo, rispetta l’impasto originale, lasciando che il biscotto prenda la sua forma naturale.

Praticamente il metodo steineriano applicato ai biscotti. Ogni singolo Krumiro viene reso cosciente di sè: quando si apre la confezione sono i biscotti stessi che si propongono per essere mangiati, consci della loro molle fine. Ehi, un attimo: ma l’inzuppo?

La ruvidità della superficie e la struttura porosa, (virgola, tra soggetto e verbo) fanno sì che i Krumiri della Colazione superino brillantemente la prova inzuppatura: assorbono la giusta quantità di latte senza sfaldarsi per un connubio unico di sapori.

Qui non si cazzeggia, ragazzi: la prova inzuppatura è una cosa seria, elaborata da fior di scienziati. E il Krumiro vince, assorbe senza schiattare sul fondo della tazza, regala connubi. Evviva!

La confezione è chiusa, in fondo, da un buono sconto di un euro “sul riacquisto di una confezione a scelta”. E io, secondo voi, cosa farò? Non vedo l’ora di finire questo pacco per acquistarne un altro, e riacquistare, e riacquistare perché senza trafilatura al bronzo io non so più stare.