monolocane

Possibilità

Potrei raccontarvi tante cose, successe in questo fine settimana.
Potrei dirvi che sono contento che qualcuno ci sia (di nuovo).
Potrei dirvi che la “sindrome da clessidra di Windows” continua, per certi versi.
Potrei dirvi che ho conosciuto, grazie all’amica norvegese che ho ospitato nel fine settimana, cose della Norvegia che non sapevo (che ne so, che ha due lingue, che amano mangiare, a Natale, gelatina di merluzzo, che il loro primo ministro è un prete, che lì non fa così freddo come si dice, eccetera eccetera eccetera. Sì, abbiamo parlato molto.)
Potrei dirvi che sono salito per la seconda volta sulla Torre degli Asinelli, e, mentre arrancavo gradino dopo gradino (e sono cinquecento) mi dicevo “fuma, fuma” e poi la vista dall’alto era talmente bella che mi è venuta voglia di sedermi là e fumare una sigaretta (non l’ho fatto).
Potrei dirvi che ho dormito poco, troppo poco e sto crollando dal sonno.

In realtà volevo solo cambiare font, come faccio ogni mese, e cambiare foto (questa è di Tina Modotti, “Le mani di un burattinaio”, 1929).
E anche dirvi che, come al solito, questa notte, o meglio, nella notte tra lunedì e martedì sono in onda, come sempre, sui 96.3 MHz per chi sta a Bologna. E, per gli altri, qui. Tra l’altro vi farò sentire e intervisterò loro. Che sono bravi, secondo me.

Tutto qua.

Adolescenza

Ogni volta che tengo dei seminari nelle scuole superiori penso sempre che la differenza di età tra me e i miei “alunni” non si senta. Mica vero. Cioè, quando ho iniziato, ormai più quattro anni fa, poteva non sentirsi, ma adesso…

Però è bello vedere gli “zombetti” alle prime ore. Prima ti guardano, poi, siccome (diciamolo) sono un paraculo ruffiano, si rilassano e iniziano a parlottare tra loro, a scambiarsi bigliettini. Allora chiedo che stiano zitti. A quel punto mi obbediscono. Ma la platea che mi trovo davanti è allucinante. Quaranta facce che mi fissano, tra lo stanco e l’annoiato (non sempre, non è che dica delle cose così tremende), assolutamente inerti e silenti. Manichini di vetroresina.
Ma fatti male. Brufoli, orecchie o nasi troppo grandi (soprattutto i maschi), tentativi di trucco non sempre andati a buon fine, scarpe enormi e improbabili, corpi. E si ostinano a darmi del lei.
Mi piace guardarli e tentare di scoprire, nelle poche ore che ho a che fare con loro, chi è il secchione della classe, chi è la bella che fa impazzire tutti, chi, alla fine, potrà essere uno scrittore e chi no. Provo a pensare chi ero io, ormai una decina di anni fa.
Sicuramente non la bella della classe.

Note a margine. Sto per tornare a Bologna, dopo sette giorni e quasi millecinquecento chilometri percorsi in vari vagabondaggi qua e là. A pensarci bene fa una media di più di duecento chilometri al giorno. Accidenti. Ma per il mio notturno radiofonico sarò fresco e pimpante, ve lo giuro. Come al solito, se vi va, nella notte tra lunedì e martedì, dalle 0050 cliccate qua.

E speriamo che stanotte lo streaming funzioni…

Cliccate qua dalle 0050 alle 220 circa (non di continuo, per carità) e qualcosa speriamo che succeda. O se no prendete un mezzo di locomozione e venite a Bologna, per sentirmi come si fa normalmente, girando la manopolina della radio analogica fino ai 96.250 Mhz.
Seguiranno altre istruzioni.

Di |2003-10-13T13:51:00+02:0013 Ottobre 2003|Categorie: Eight Days A Week, Things We Said Today|Tag: , |8 Commenti

Messaggio promozionale

Stanotte ricomincia il mio notturno radiofonico del lunedì. Ebbene sì. Chi scrive qui, come altri, o come se stesso in altre forme, fa radio. O tenta di farla. Mi vedete qui in una foto di qualche anno fa.

Se siete a Bologna, sintonizzatevi dalle 0050 sui 96.3 MHz. Se non siete a Bologna, cliccate qui.

Sempre che ne abbiate voglia, ovviamente.

Di |2003-10-06T14:16:00+02:006 Ottobre 2003|Categorie: Eight Days A Week, Things We Said Today|Tag: , |16 Commenti
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