Se questo post vi fa cacare è perché c'è di mezzo la Crusca
1. Piuttosto che. Allora, mettiamo le cose in chiaro. “Piuttosto” è un avverbio che mette i due termini che lega in una condizione di disparità, non di uguaglianza, che il locutore usa per “prendere una parte”, non per elencare. “Piuttosto che piangere, fa’ qualcosa.” “Dammi dei soldi o, piuttosto, prestami il bancomat”. Usarlo come se fosse “o” (inteso come “vel” latino, come congiunzione, non disgiunzione – “aut”) è sbagliato. Non si può dire: “Ho fame. Potremmo andare a mangiare la pizza, piuttosto che una pastasciutta” intendendo che pizza o pasta pari sono. No. “Ho fame e non ho soldi: piuttosto che una pizza, mi preparo una pastasciutta”. Chiaro? Piuttosto che usarlo a cavolo, usatelo bene.
2. Quant’altro. Ormai lo si usa completamente a sproposito, per dire “eccetera” e tutti i suoi sinonimi, a conclusione della frase. No. No. No. L’espressione “quant’altro” è legata a un termine, che di soito è esplicito, ma che comunque è ben preciso. Esempio: “So che hai fame, per questo ti ho messo da parte del pane e quant’altro ti possa servire”. Quanto-di-altro, capito? Se no uno dice “eccetera”. Che vuol dire “e tutte le altre cose che fanno parte di un elenco potenzialmente infinito e non sto qui a numerare”. Come si dice qui, l’et cetera è una dissolvenza, un fade out, il quant’altro è uno che preme “stop” per sbaglio. Un gesto goffo, una gaffe sciocca, uno scivolone… eccetera.
3. Importante. L’uso di questa parola è tale che “importante” sta rischiando di diventare una sorta di “termine ombrello assolutizzante”. Quindi diventa importante il motore di un’automobile, ma non rispetto alle prestazioni della stessa: magari solo perché ha una grossa (importante…) cilindrata. Il costo di una casa è importante, ma no, è elevato, conveniente. A meno che uno non dica: “Ecco, signori Rossi, la catapecchia che volete vedere. Non sottovalutate, però, il costo della suddetta: è importante, perché la capanna, qua, vi viene solo 3000 euro.” Ha senso usare “importante” quando l’aggettivo serve a valorizzare il sostantivo (o il termine) a cui è associato, rispetto ad altri termini. Allora “importante” ha una sua giustificazione. Se no usate dei sinonimi. Sembrano piccole cose, ma (rispetto ad altre) sono importanti. Facciamo uno sforzo.