Cadute

Tutto è iniziato una settimana fa circa, o forse un po’ di più. Camminavo in una strada del centro di Bologna, costeggiando il grande palazzo della Cassa di Risparmio cittadina. Ad un tratto ho sentito un rumore sordo e ho visto qualcosa cadere ad un metro da me: era un pezzo del palazzo, non enorme, ma abbastanza grande da permettervi, nel caso fossi stato nella sua traiettoria, di parlare di me al passato remoto.

Due giorni fa ero seduto in autobus a leggere quando ho sollevato gli occhi e ho visto una donna cadere di faccia per terra, dopo avere messo un piede in fallo.

Le cadute e ricadute di questa specie di influenza che pare non manifestarsi mai veramente la fanno da padrone nel mio organismo da una settimana.

E mi cadono tra capo e collo, stavolta in maniera figurata, proposte e cose, di varia entità, che subito si annullano e vengono sostituite da altre cose.

Provo quindi a ragionare con le stesse armi del “nemico”: per evitare questo moto perpetuo, mi sposto e me ne vado a Roma fino a domenica. Sperando di non scivolare appena messo piede nella stazione Termini.