Lui balla da solo

Le persone all’ingresso del locale sono gentili e lui entra, lasciandosi il gelo della sera alle spalle. In una mano un mazzo talmente infreddolito di rose che neanche lui ha il coraggio di guardarle, figuriamoci di venderle. Ma non si sa mai. Non ha fatto un euro quando credeva di ricavare qualcosa e si è trovato sulla strada di casa leggero, senza quasi più niente da vendere in giornate iniziate malissimo.
Il tepore di quel luogo lo abbraccia talmente stretto da farlo sorridere. E poi c’è un gruppo che suona. Non uno dei suoi che sì, bravi, i concerti del sabato pomeriggio, tutti a cantare le stesse canzoni, e c’è sempre quello che piange, però che palle. No, uno che fa musica tosta, rock. Però che strano: non c’è il cantante.
Viene quasi attratto dal palco, o forse dalla gente più fitta che è insieme fonte di calore e di guadagno, in quel momento. Ma in quello che fa c’è un misto di irrazionalità e abitudine che quasi lo stordisce. Sono tutti ovviamente rivolti verso il palco, come potrebbe mai pensare che qualcuno lo degni di uno sguardo? Non si girerebbe neanche lui per nulla al mondo, anzi: non lo fa proprio. Procede e, comunque, accompagna gesti a parole: “Amico, una rosa?”, o mostra svogliato la mano con gli accendini e i giocattoli.
La batteria incalza e gli ribatte dentro che sembra di essere al cinema e si trova nelle prime file proprio quando inizia a essere investito dal  basso perfettamente allineato al bagliore che proviene pulsante da un faro in alto. Solleva le braccia un po’, per mostrare rose e giocattoli, ma quando nessuno sguardo lo accoglie, decide di lasciarle sollevate e si accorge di ballare. La luce lo stordisce ed è insieme agli altri, da solo, per la prima volta.
Decide quindi di dare la sua parte: si ferma, mette la mano tra i capelli, preme un interruttore e le orecchie di Minnie che ha in testa si accendono. Mentre quelli intorno sono avvolti da un’intermittenza di tonalità fluorescenti che provengono dal cerchietto che indossa, lui balla, finalmente senza pensieri.

Al centro le orecchie di Minnie, sul palco del Locomotiv i Ronin (Bologna, 30.01.2011)