La nostra piccola città

Sono tornato per le vacanze pasquali nella piccola città.
Nella piccola città si conoscono tutti, si beve e mangia bene a poco prezzo.
Nella piccola città qualcuno si sposa, ha figli e divorzia.
Nella piccola città si è festeggiato l’anniversario dell’Unità d’Italia e il Castello che sovrasta la piccola città è stato colorato di bianco, rosso e verde, non grazie a dei filtri posti davanti ai fari che lo illuminano sempre, ma grazie a faretti comprati appositamente, costati quanto due utilitarie e alimentati a parte. Il Castello è illuminato ogni notte, dal 17 marzo scorso.
Nella piccola città ci sono le buche nelle strade.
Nella piccola città, a Natale, hanno posato sulla piazza sotto la collina del Castello una pista per pattinare “sul ghiaccio” di plastica, che non ha visto neanche un pattinatore scivolare (con difficoltà) su di essa.
Nella piccola città i giovani bevono, fanno casino e sono “mona”. Spesso è vero.
Nella piccola città i giovani hanno delle idee che vengono stroncate sul nascere. Anche questo spesso è vero.

A pochi chilometri dalla piccola città c’è un altro Paese, dove si mangia bene e si beve bene a poco prezzo, dove si organizzano feste e simposi d’arte, dove ai giovani viene data fiducia e denaro (sebbene anche loro facciano casino), dove ogni risorsa naturale viene valorizzata, dove i servizi funzionano, dove tutti parlano due lingue: la loro e quella che si parla nella piccola città.
Sarà un caso che quando torno ultimamente nella piccola città non rinunci mai a fare una visita all’altro Paese?