Il sospetto deve venire: perché tutti (tutti: fan, appassionati, gente capitata lì per caso, uomini, donne, bambini) ti dicono che assistere a un concerto di Springsteen è un’esperienza che va oltre il concerto, avvicinandosi a qualcos’altro di più totale e magnifico?
Eppure sono andato a Milano, ieri, cercando di non avere aspettative, di non pensare all’amico Morozzi e alle migliaia di persone nel mondo che, come lui, investono immani quantità di tempo e soldi per seguire il Boss in tutte o quasi le tappe dei tour europei. Non ho pensato al mito, ai dischi, alle immagini che lo ritraggono. Sono entrato a San Siro cercando – più che altro – di non svenire per il caldo. Poi ho visto quante persone c’erano e ho vacillato.
Alle otto e cinquanta di ieri sera è successo qualcosa: Bruce Springsteen e la E Street Band sono saliti sul palco dello Stadio Mezza di Milano, hanno suonato una cover (“Summertime Blues” di Eddie Cochran, per la cronaca) e si è aperto un squarcio temporale che è durato tre ore esatte, praticamente senza pause. Senza. Pause.
Oggi mi è arrivata una mail da un ascoltatore che sapeva sarei andato al concerto, che mi chiedeva con che parole avrei descritto in onda la serata di ieri. Figuratevi qua, che posso fare, mettendo passo dopo passo le parole nero su bianco…
È stato incredibile. Non ho mai visto nessuno, e dico nessuno, spendersi sul palco in quel modo, essere disponibile col pubblico, prendere richieste, stravolgere scalette per essere vicino alla folla che è venuta apposta per vedere e sentire lui e la sua band. Ma soprattutto – e qui sta il segreto, miei piccoli lettori – non ho mai visto nessuno divertirsi così sul palco.
Eravamo 65000, ieri. Anche secondo la Questura (il Boss unisce gli animi e i conteggi). E abbiamo letteralmente vibrato a tempo. Avete mai visto 130000 braccia agitarsi in sincronia? Avete mai sentito come 65000 persone cantano “Born to Run”? Avete mai visto un sessantenne buttarsi per terra, urlare, suonare, incitare pubblico e band per centottanta minuti, risultando sempre sincero e credibile? Avete mai visto lo stesso sessantenne finire il concerto, uscire di nuovo, prendere una tinozza e una spugna, bagnare tutte le prime file del pubblico, risalire sul palco e fare un bis di otto canzoni, finendo con “Twist and Shout”?
Io, fino a ieri, no.
Non è stato un concerto, è stato decisamente qualcosa di più. Tanto che vorrei comprarmi una Smemoranda apposta per segnare la data di ieri. E basta.
Mi unisco agli accecati. E anche io vi dico, o voi che non siete mai andati ad un concerto di Springsteen: andateci. Andateci. Non vi pentirete assolutamente, perché, una volta tanto, “quello che si dice” è vero, ma in più c’è la musica.
Bruce Springsteen and the E Street Band – Milano 25.06.08. Tracklist: Summertime Blues (cover) – Out In The Street – Radio Nowhere – Prove It All Night – The Promised Land – Spirit In The Night – None But The Brave – Hungry Heart [Tour Premiere] – Candy’s Room – Darkness On The Edge Of Town – Darlington County – Because The Night – She’s The One – Livin’ In The Future – Mary’s Place – I’m On Fire – Racing In The Street – The Rising – Last To Die – Long Walk Home – Badlands
Girls In Their Summer Clothes – Detroit Medley – Born To Run – Rosalita – Bobby Jean – Dancing In The Dark – American Land – Twist And Shout (cover) [Tour Premiere]
Ancora non ci credete? Toh, allora, vedere per credere. Due pezzi minori, “Because the Night” e “I’m on Fire”, freschi freschi da ieri…
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=KCrNcGlLgI4&hl=it]
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=f46DmRxGNco&hl=it]
E io che sono andata a sentire Jimmy Villotti…
Secondo me un artista non dovrebbe MAI stravolgere la scaletta, proprio per una questione di deontologia, di senso dello spettacolo e dello show. Cioè, mi pare che uno che stravolte la scaletta sia uno che sa di essere proprio agli ultimi colpi in canna. Però va bene, dai. Un grande lo stesso, per carità. (tra l’altra il discorso del “senza pause” mi sconvolge. Non capisco come sia possibile.)
[Ste]
bruce springsteen al concerto era tutto fuorché uno da ultimo colpo in canna, scaletta stravolta o no.
e lo dico senza essere una grande fan.
fede
Aspettavo proprio il tuo commento…ti invidio con grande rabbia, perchè hai potuto partecipare a questo evento emozionante. (senza farlo apposta, mentre scrivo alla radio passano il Boss..).
Ohohoh, I’m on fire..
Zeeva
Ah, Francesco, che bello sentirti accecato dalla luce 😀 Il primo Springsteen è indimenticabile, forse il migliore. Qui c’è la mia recensione del mio primo concerto del Boss, dopo una lungherrima attesa. Vi ho invidiati tutti, cari i miei 21 amici che erano a San Siro. San Siro è come un tempio per Bruce, sempre un concerto molto speciale. Meno male che Vera mi ha telefonato nei momenti topici (None but the Brave, Badlands), mi sembrava quasi di essere lì con voi.
Al commentatore che dice che lo stravolgimento della scaletta è da ultimo colpo in canna, dico che invece è questione di grande rispetto e di interesse per chi (fulminato dalla pazzia) segue più di uno, due, o tre concerti di fila quando c’è l’occasione. E di gente così ce n’è tanta. Basta guardare la lista di richeste che Bruce raccoglie e che poi vengono suonate per rendersi conto di quanto i fans seguano ogni minimo dettaglio della sua discografia con grande passione. Non credo che Bruce e la E St Band cambino la scaletta per piacioneria, o perchè non saprebbero come ripetere lo show uguale tutte le sere, o per la noia, ma per onorare la propria opera e chi ne è stato profondamente colpito. Lo dicevo anche altrove, ma poi basta che qui tra autoreferenzialità e Springsteeneria maniacale sembra che predichi 😉
Accidenti mi sono dimenticata di firmare – ovviamente ero io!
Irene x
PS: A San Siro no, ma a Londra sì che c’ero…
bell’articolo francesco. non sono andata al concerto del boss e probabilmente non adrò a quello di tom waits e mi dispiace. mr. waits non me lo sarei voluto perdere… prprio no.
accidenti…
robin
devo decidermi a buttare la tastiera… dannata…
robin
poesiainverde: sempre di chitarra si tratta. o no? 😉ste: non sono d’accordo. penso che abbiano ragione fede e irene. non era assolutamente con l’ultimo colpo in canna. è molto molto generoso, ma davvero.zeeva: capisco benissimo l’invidia. mi invidierei da solo!irene: bellissime recensioni. thunder road mi è mancata. ma avrei avuto un mancamento se l’avesse fatta…robin: grazie. ho fatto una stagione di concerti pazzesca, che mi ha riempito il cuore, ma prosciugato il portafoglio. quindi non ho il centone per waits. peccato. peccatissimo.
Aspetto che torni a Roma. Ma ci tornerà, vero? Che invidia, Francè!
Che bello quando qualcuno rimane accecato e finalmente capisce!
che bello bello bello!
E che concerto. Ancora non ci credo, pur avendolo visto N volte.
non mi capacito mai di quell’uomo lì
🙂
giorgi: 🙂 tornerà, tornerà. e io ci sarò!inquisit: ho letto il tuo blog. sei completamente pazza, tu e i tuoi amici 🙂 però mi riempie di gioia sapere che il mio battesimo è stato celebrato con un concerto giudicato così da fan sfegatati come te. che culo, che culo!
c’ero anch’io, e sottoscrivo ogni parola di quello che dici…anch’io amo la sua musica, ma ancora di più il suo modo di fare concerti, si vede che lo fa con gioia, anche a san siro non si staccava più da noi…io l’ho visto per la prima volta a roma un paio di anni fa e sono rimasta folgorata!
🙂
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