Capita venerdì scorso di essere in piazza Santo Stefano intorno all’ora dell’aperitivo. Un palco davanti alla chiesa, e sopra, a fare il soundcheck, i P.G.R. Sigla che starebbe per “Per grazia ricevuta”. Adesso però si chiamano P.G.G.G.R. “Però Giovanni, Giorgio, Gianni Resistono”. Il numero dei componenti di quelli che erano i C.S.I. diminuiscono, che manco in Dieci piccoli indiani, però il nome diventa più lungo. Misteri.
Non ho alcuna intenzione di vedere il concerto dei P.G.R., la sera di quel venerdì. Credo di essere stato già abbastanza fortunato a vederli a Montesole il 29 giugno 2001. Avevo appena dato un esame tremendo e pesantissimo, era andato bene. E la sera le stelle, il fresco e un concerto che ho sentito e risentito, ma che non riesco a staccare dal senso di pace e beatitudine interiore che stavo provando. Poi avevo sentito il disco in studio. Qualcosa di tremendo.
E dire che, ai tempi dell’uscita di Tabula Rasa Elettrificata, ho visto i C.S.I. dal vivo quattro volte in pochi mesi.
E dire che, ai tempi dei C.C.C.P., ascoltavo decisamente altro, tipo le sigle dei cartoni animati e True Blue di Madonna.
Non mi interessa più ciò che fa Giovanni Lindo Ferretti, perché non trovo più una briciola di ironia. Loro, tanto per fare un esempio, non si prendevano sul serio, anzi. Quando hanno iniziato a farlo, le cose sono andate male, e infatti hanno smesso di suonare insieme.
Insomma, sono lì che bevo una birra con C. e intanto ascolto quello che fanno sul palco. Abbozzi di taranta (orrore!), una ragazza che si dimena goffamente su un palo sullo sfondo: non so se faccia parte della coreografia, oppure se si tratti di uno sfogo personale suo.
Ci avviciniamo, curiosi. E inizia un pezzo che credo faccia parte del disco nuovo. Credo. Perché mi ritrovo a cantare il ritornello di “Fuochi nella notte”, e ci sta benissimo. Io canto “Chi c’è c’è e chi non c’è non c’è” sulla musica, mentre Ferretti canta tutt’altro. Funziona.
Il sorriso che ho quando me ne vado dalla piazza, ciondolando la testa, è amaro, non ironico. A che servono i P.G.R., o come si chiamano, oggi? Non tutto ciò che deve accadere accade.
P.S. Questo blog, ultimamente, parla molto di musica. Ma presto ci saranno post sulle diete estive, sulle attività per gli anziani in città, su quando e come prendere il sole.
Ah, non c’entra nulla, ma è una cosa curiosa e divertente. È nato H.
Ormai i PGR o come si chiamano ora, non sono altro che brutte copie dei mitici CCCP
aspetto di sentirli per giudicare ma tutto questo mi dà una sensazione di inquietudine__sembra che siano alla ricerca di un equilibrio che non trovano__e lo trasmettono al pubblico__
Giù(theclap.blogspot.com)mi ha fatta venire di qui,e gliene sono grata.
Bellissimo blog, perchè è bellissimo il MODO in cui scrivi.
Tutta la mia stima,(e la mia invidia):-)
Beso
Fedra
I Prg sono ormai mummie…Feretti purtroppo non ce la fa piu a tenere il bandolo di una matassa che ormai è tutto che omogenea. Purtroppo e con grosso rimpianto per i CSi, che erano un gruppo della Madonna,,,
ma tu te li ricordi, i siglati in questione, nei panni della commissione d’esame di Mastandrea in Tutti giù per terra?
quando c’era l’autoironia. >>Mei
Leggo con sgomento il tuo straparlare a sproposito. Stento e mi sento costretto a spiegrmi in queste poche righe, a credere quello che dici. So che la musica è per chi la vuol sentire, le parole per chi le voul leggere, io per chi mi voule ascoltare. Resto avvilito dagli ascoltatori pigri, da chi ha bisogno di chitarre grattugiate per ricordarsi chi è e da dove viene. Giorgio, Gianni, Giovanni, “D’anime e D’animali”, corpi e anime nude in questo disco come mai prima. Accenni di Folk, niente di nuovo, musica posseduta da sempre, da li tutto parte e da sempre sostenuta da Ferretti e da gli altri del gruppo. Folk che non cede al tempo, in sonorità di liscio come “Oh Battagliero”, “Amandoti”,minimal tango in “Allarme”, ah! dimenticavo : ma questi non sono i PRG !!??. Per quanto riguarda “Fuochi nella notte” non so quali stratagemmi musicali tu abbia adottato per incastrarcela ma chi vuol sentire per forza quello che non è alla fine ci riescè : “bravo”.
I PGR non servono a qualcosa ma sono qualcosa. Ma alle orecchie di chi non vuol sentire…..!!
ciocci: secondo me, neanche. insomma, il genio, semplicemente, svanisce.bando: se così fosse, sarebbe interessante. non so, alla fine, lo sottolineo, non ho sentito il concerto.fedra: grazie, grazie. con “theclap” c’è ammirazione reciproca.gingillo: sai cos’è? che basterebbe smettere, oppure dedicarsi ad altro. oppure aspettare, forse, un po’.mei: ricordo, ricordo… sigh.pgr: accidenti, non è facile districarsi nella tua sintassi. comunque. sulla passione per la musica popolare dei cccp, niente da dire. ho sentito numerose interviste degli anni ’80 in cui professavano questa fede nella musica popolare, che rimane importante. ma: adesso le cose sono cambiate. il mondo è cambiato. il mondo musicale è cambiato. e non mi arrischio a dire se in meglio o in peggio. anche il rapporto con la musica popolare è cambiato. sembra che tutti abbiano riscoperto queste mitiche radici, ma il processo di rivistazione viene fatto senza alcun senso critico. non è questo che critico nei pgr, ma, semplicemente, una mostruosa mancanza di idee, che rimangono cosa necessaria per chi fa arte, con o senza virgolette.per concludere: con “fuochi nella notte” non ho escogitato alcuno stratagemma. è bastato cantarci sopra.
Fichissimo l’intervento di PGR. L’incipit è una splendida dimostrazione di dire creativamente tutto senza dire nulla. Posso anche rivolgerlo contro di lui, basta cambiare destinatario. esempio:
“CARO PGR, Leggo con sgomento il tuo straparlare a sproposito. Stento e mi sento costretto a spiegrmi in queste poche righe, a credere quello che dici. So che la musica è per chi la vuol sentire, le parole per chi le voul leggere, io per chi mi voule ascoltare”.
Per non parlare della conclusione:
i PGR condividono il loro “essere” con Piero pelù, il monte bianco, il mio gatto, una caccola, la metempsicosi (forse), i ninja, uno spremiagrumi. Tutte queste cose sono.
Le cose sono cambiate:il mondo musicale è cambiato,il rapporto con la musica popolare è cambiato, tutto è cambiato, io non sono più io, tu non sei più tu. In Gloria la retorica.La conferma dell’ovvio.
La mostruosa mancanza di idee di cui parli, io la chiamo “conformità”.
I PGR sono conformi a sè.Come dire: “gli anni sono passati ma i problemi sono gli stessi”.
Conforme è una parola affascinante e bellissima. Indica corrispondenza tra il valore reale e il coraggio del suo manifestarsi, unisce in Verità ciò che è e ciò che appare. Un valore aggiunto ai loro suoni e versi.Attimi che vanno meravigliosamente al di là del momento musicale (rarissimo in Italia).
Forse i PGR sono moto diversi dai “tuoi Eroi” ,quello che fanno lo fanno per Sè.
C’è qualcosa più capace di ripagare lo sforzo?
P.S. : mi spieghi la storia del
-senso critico-
Il mezzo per il rivelarsi del Sè è il sanguinare. Sanguinare della manifestazione che cola dal potenziale, come incarnazione di un Presente che esce e si afferma come Vita.
Il senso ultimo è quindi fare Per Sè, non come masturbazione giaculatoria e eucaristica – cantare Azzurro sotto la doccia – essere e affermare di Essere senza declinazione. Senza sporcarsi nel Esserci reale – avere un interlocutore – ma obliarsi dondolando nell’Assolutezza dell’Essere per Essere per Essere – nella mancanza di vocabolario.
dopo PGR e GPR attendo solo il commento di GPL. tutto gas e niente arrosto? mah. sarà il caldo che ci dà alla testa…
articolo…sui PGR…
un altro!
[…] state gravemente danneggiate. Del rapporto tra me, i CCCP e i CSI (e infine i PGR) ho parlato in un post di qualche anno fa: l’ho riletto e concordo con molto di quello che ho scritto. Però la […]