Non ho mai parlato su queste pagine della mia passione per Ludovico Einaudi: sinceramente credo di averlo scoperto grazie al film Fuori dal mondo, in cui c’erano alcuni suoi pezzi. Mi aveva conquistato la semplicità con la quale riusciva ad affascinare l’ascoltatore, e ho iniziato a procurarmi i suoi dischi e i suoi spartiti. Una melodia reiterata con la mano destra, mentre la mano sinistra andava e tornava sulle note fondamentali dell’accordo. Einaudi non è facile da suonare bene davvero, ma dà soddisfazioni enormi anche ad un principiante come me.
In tutta questa ammirazione ho sempre messo da parte qualcosa che, invece, salta agli occhi di chiunque si avvicini (giustamente) alla sua musica in maniera “laica”. E’ difficile contrastare qualcuno quando dice che, in fondo, quello che scrive Einaudi è un po’ tutto uguale. Ho avuto quest’impressione anche io sentendo uno dei suoi ultimi dischi, Una mattina, uscito nel 2004.
L’ultimo disco di Ludovico Einaudi, ha un titolo azzeccatissimo: Divenire. Non c’è più solo lui col piano. In numerosi brani è coinvolta la Royal Liverpool Philarmonic Orchestra e c’è un uso per una volta funzionale dell’elettronica. Questo fa sì che il piano lasci spazi ad altri timbri, ad altri strumenti: sono le sezioni di archi o i loop a gestire alcuni tratti caratteristici delle composizioni, come il divenire (appunto) di terzine in quintine e poi settimine. Scusate, mi sono lasciato trasportare. Non c’è forse bisogno di appellarsi a nozioni teorico-armoniche per sentire davvero un disco del genere: ancora una volta la semplice musica di Einaudi arriva dentro, da qualche parte, e stringe, o abbraccia, a seconda dei casi.
Un altro punto essenziale sono le influenze: se qualcuno vi dicesse che è uscito nel 2006 un disco di musica “classica” che però ha richiami precisi (tanto per dirne due) a Radiohead da un lato e a Vivaldi dall’altro, che ne direste? Vi verrebbe subito in mente qualche orrendo pasticcio di un cinquantenne che vuole rifarsi una verginità musicale senza scontentare i maestri del conservatorio. Niente di tutto questo: il disco è perfettamente in equilibrio: i richiami sono richiami, non scimmiottamenti. Sono suggestioni che Einaudi controlla benissimo, e, soprattutto, inserisce nella sua musica, rendendola davvero nuova, in mutazione verso qualcos’altro, ma senza intellettualismi o facili concessioni. Appunto, in divenire.
Ludovico Einaudi – Divenire – La primavera da confrontare con
Antonio Vivaldi – Le quattro stagioni – L’estate, terzo movimento: presto
Ludovico Einaudi – Divenire – Uno da confrontare con i suoni di Kid A e Amnesiac
Potrete sentire un’intervista a Ludovico Einaudi nella puntata di giovedì 7 dicembre di Sparring Partner: lo stesso giorno il pianista si esibirà con un sestetto d’archi e con strumenti elettronici all’Arena del Sole, nella data bolognese del “Divenire tour”.
Ecco l’intervista!
Einaudi l’ho ascoltato solo una volta da vivo. All’Auditorium: accompagnava brillantemente un attore durante una lettura dei racconti di Carver. Fu molto bello. Molto, molto bello.
[Ste]
il Maestro è sempre capace di donare note splendide e suoni avvolgenti… emozioni uniche e rare… cercate, ambite e spesso trovate in quel mare di note… date da quelle mani che leggiadre come ali di farfalle di spostano su quella tastiera emanando l’essenza di tutto un essere… ieri sera ero al suo concerto ed è stato bellissimo. Come sempre le sue note mi hanno veramente emozionato…
Vai ad ascoltarlo… merita davvero…
un grande abbraccio…
Lisa
ste: sarei svenuto a quel concerto, sicuro. giù dritto come un’asse di legno. disturbando, peraltro, la lettura.lisa: ma certo che ci vado! lo vidi anni fa suonare da solo nel chiostro della chiesa di santo stefano. indimenticabile.
Be’ finalmente posso concedermi digironzolare su internet (ho finalmente un’adsl degna di questo nome)… Condivido la passione per Einaudi… penso di andare al concerto… ciao!
ma ciao e ben ritrovata! io ci vado tra tre ore. sono già emozionato. pensa un po’.
sono stato ieri a bologna a sentirlo.. fantastico.. un’emozione unica
molto bella la tua recensione!