Nella nuova casa, nella quale abito da sei mesi, non mi sono mai preoccupato dei vicini. Nel senso che non ho mai avuto problemi di alcun tipo. Ho suonato spesso il piano, quasi ogni giorno, ad ore decenti, e anzi, ho ricevuto solo apprezzamenti. Un po’ di cortesia, ma insomma, si mettono sempre in saccoccia.
Per la mia intima festa del 31, quindi, non mi sono posto il dubbio di dare fastidio. “Non suonerò il piano, e poi è l’ultimo dell’anno”, ho pensato mentre preparavo con l’amico M. un bel cd di mp3 che avrebbe accompagnato le danze. E infatti a mezzanotte (più o meno, chiaro) le danze sono partite. E sono arrivate anche altre persone. Tutti a ballare il Disco Samba, capolavori come “Bette Davis Eyes” e robaccia del genere. All’una e trenta la modalità random ha scelto “Everybody Needs Somebody to Love” dei Blues Brothers, e la mia vicina ha deciso che non ne poteva più. Mi arriva una telefonata sul cellulare da un numero che non conosco.
“Francesco, buon anno, eh, auguri, sono la vicina di sotto. Insomma, tanti auguri, buon 2007, però la musica che arriva nel pozzo luce è insopportabile. Però auguri.” Riesco a capire che non si tratta della scelta della musica (se no le lamentele sarebbero arrivate su “I’ve had the time of my life”, quanto meno), ma del volume. Quindi mi sono trovato costretto a smorzare tutto.
“Mi è arrivata una telefonata dalla vicina del piano di sotto”, ho detto. “Mi dispiace, basta musica della discoteca, metto Vivaldi”.
La gente che c’era ha capito che non scherzavo quando ho chiuso le finestre e nella stanza si sono diffuse le note delle “Quattro stagioni”.
Dopo i lapalissiani commenti del tipo “E vabbè, però è l’una e mezzo, è Capodanno”, eccetera, abbiamo trovato una soluzione e abbiamo ballato con la musica bassa fino alle quattro del mattino, senza che nessuno si lamentasse. Uno a zero per i giovani.

Ma è l’epilogo quello che mi ha sorpreso. Alle undici e mezzo del mattino mi arriva un messaggio dalla vicina. “Ancora tanti auguri e buon anno. E scusa per ieri notte.”
Sono rimasto di sasso. Lei che chiede scusa a me? Mi è sembrato comunque un gesto carino. Quest’anno inizia nel segno dell’ammore. E del ballo silenzioso, ovviamente. Ancora buon 2007 a tutti.