Ci siamo. Tecnicamente è tutto a posto, per la migrazione dei post dal vecchio al nuovo blog: da domani, quindi, dovrò spulciarli uno per uno per rimetterli a posto. Mi piace cercare di fare le cose per bene. Sarà un lavoro lungo, ma probabilmente è l’unico che mi potrò concedere (oltre alla dovuta diretta della domenica mattina) nei prossimi due giorni, da tanto sono stanco.
Mi chiedo come sarà rileggermi in maniera attenta e attiva, scorrendo ciò che ho scritto negli ultimi otto anni: forse anche soltanto quello che ho deciso di scrivere è significativo. Il concetto della scelta di cosa “pubblicare”, in senso volutamente ampio, rispetto a ciò che rimane in testa, sul pavimento di una sala di montaggio o su appunti mai usati e poi magari buttati via o riposti in qualche cassetto, mi ha sempre affascinato.
Così come mi affascina questa specie di viaggio nella memoria che sto per accingermi a fare. Non fraintendetemi: in questi anni ho riletto alcuni post del blog per mio piacere o curiosità; qualcuno è diventato un racconto, qualcun altro è stato anche letto in pubblico. Ma la metodicità della prossima lettura, insieme alla sua totalità, mi fa riflettere sin d’ora. Figuriamoci quando incontrerò il me stesso degli anni passati. Sì, le parole del me stesso: ma per me le parole possono dire davvero molto di una persona. Mi sbaglierò. E forse queste cose le ho già dette, addirittura scritte. Be’, lo scoprirò presto.