Venerdì mattina sono andato a fare le analisi del sangue, per la prima volta da quando sono a Bologna. Mi sono messo seduto in un corridoio, con altra gente, come me a digiuno. Una voce da un altoparlante chiamava le persone per l’accettazione, per nome e cognome. Quando è arrivato il mio turno sono entrato e mi sono messo di fronte ad un tipo seduto dietro ad una scrivania, che ha preso le mie carte e ha iniziato ad inserire i miei dati nel computer. Poco dopo è entrato nella stanza, senza bussare, un uomo che credo fosse pachistano
– Io otto e cinquanta, ma macchina rotta. Posso lo stesso?
L’uomo dietro la scrivania guarda l’ora.
– Sono le nove e cinquanta.
– Rotta macchina – ripete l’altro.
– La chiamiamo dopo – dice l’uomo, e gli fa segno di uscire. Poi si rivolge a me. – Ne hanno sempre una. Sono sempre in ritardo.
Tento di non reagire.
– Ne hanno sempre una – ripete l’uomo, mentre estrae dei fogli da una stampante e me li porge. – Non sono mai puntuali.
– Gli ariani, invece… – dico io.
L’uomo mi guarda, per la prima volta da quando sono entrato.
– Non è mica per. È che non hanno il senso del tempo.
Mi viene in mente l’immagine del selvaggio con la sveglia al collo. Non dico niente.
– Non è razzismo – continua l’uomo. – Sono loro che…
– Quando mi mandate i risultati delle analisi? – lo interrompo.
– Tra qualche giorno – mi risponde l’uomo. Prende una penna e cancella il mio nome da un elenco.
che poi lo sanno tutti che sono i meridionali a essere sempre in ritardo 🙂
Ipotetica intestazione dell’elenco da cui sei stato cancellato: “Abbassatori di testa nel sistema sociale”. Coloro che ne sono cancellati sono ancora teste pensanti e perciò possibili disturbatori della quiete.
j.
“anche l’anello al naso”….
Poveri ariani…
😉
O&M
bah, esagerati. Le considerazioni che raggruppano una intera razza possono essere terribili, ma non mi sembra questo il caso. Ci sono delle caratteristiche comuni ad alcune culture, nazioni, ecc. Non so niente sulla puntualità o meno dei pakistani (e io comunque sono peggio del peggior pakistano in questo), ma mi ricordo la didasclaia di una vecchissima figurina di quelle che si trovavano nei detersivi, di cartone. Il titolo era “Il negro del senegal” l’immagine ritraeva ovviamente un selvaggio nerissimo e con labbra abnormi, e nella descrizione c’era scritto: il negro è gaio, burlone, amante degli ornamenti vistosi… e poi continuava chissà come, mi piacerebbe ricordarlo, ma chissà dov’è finita. Il politically correct era ancora lontano, tuttavia… trovatemi un senegalese che non corrisponda a queste tre caratteristiche.
“trovatemi un senegalese che non corrisponda a queste tre caratteristiche”. youssou ndour?ma stai scherzando o dici sul serio?
oggesù! (mi riferisco al commento di darkglobe…)
Una volta ti racconto del tassista davanti al Ferrhotel di via Casarini “e dobbiamo dargli anche la casa, a questi…”
Stavo solo scherzando, però penso davvero che il tono del tuo post sia esagerato, o almeno, da quello che racconto sembra così, poi bosogna vedere anche che soggetto era il tizio dell’ospedale, con che faccia l’ha detto ecc. ecc. e cosa diavolo fosse quella lista. Ma io non mi scandalizzo così tanto in questi casi. Si possono dare anche questi giudizi, in modo superficiale, senza essere per forza dei razisti.
E comunque la cosa che mi premeva di più era il ricordo di quelle figurine… esistevano davvero e una decina di anni fa erano state giutamente inserite da Cuore (il settimanale satirico) nella spassosa rubrica “I grandi crimini del dopoguerra”.
darkglobe, ma no, il mio post voleva avere il tono di un racconto, più che di una denuncia. comunque la lista era semplicemente quella delle persone che dovevano farsi le analisi. non condivido, invece, la questione su “che faccia avesse il tipo che ha detto quelle cose”. che c’entra?
dicevo della faccia per dire con che espressione l’ha detto. insomam che faccia avesse quando l’ha detto. non mi interessa il suo aspetto fisico, ci mancherebbe. comunque, non mi sono espresso nel modo più preciso, tu vai benissimo, continua così.
anche a me una volta è successa una cosa analoga, solo che a fare una battuta e per giunta MOLTO RAZZISTA era un’insegnante di sostegno a scuola. “Non sono razzista io però certe donne di colore al mercato che mi spintonano con quei culoni… no, non sono razzista però ce ne sono davvero troppi in Italia!”. E io: “No, non sei razzista, sono loro che son negre!”
Questo post verrà letto su RadioNation, martedì 23 novembre nel corso del programma Zerovoglia, dalle 22. http://www.ciccsoft.com/radio