Things We Said Today

Palinsesto estivo (Attenzione: chiamare questo post autoreferenziale è un eufemismo)

Con qualche bustarella ce l’ho fatta. Il mio programmino radiofonico del lunedì notte passa al lunedì sera. Non inizia più alle 00.50 (orario infame), ma alle 22.30. Non ci credete? Ecco lo stupido promo.

Se siete a Bologna, Modena o Ferrara, quindi, sintonizzatevi sui 96.250 o 94.700 MHz di Città del Capo – Radio Metropolitana. Se siete in qualsiasi altro luogo del pianeta, potete sentirmi in streaming. La formula non cambia. Sempre la solita pletora di cazzate, la fondamentale rubrica di critica letteraria fatta sugli annunci immobiliari di Bologna, No Accademia No DAMS, e tanta bella musica per voi giovini. Anche a richiesta! (Incredibile!)

E domani sera, l’ultima puntata di Seconda Visione, il gran galà di fine stagione, due ore due con il meglio e il peggio del cinema 2003-2004. Ospite speciale il Turro, che verrà zittito dopo pochi minuti. Ma quali? I primi? Gli ultimi? Eh, mica ve lo dico. Sono tecniche di marketing dei media raffinatissime. Mica sono laureato per niente, io.

E anche per quest'anno, rigà, l'abbiamo sfangata (o quasi)

Sono appena tornato a casa dopo la lunga Notte dei morti viventi. In realtà la diretta doveva durare fino alle 9.30 di oggi, ma, cosa volete farci, non abbiamo più l’età. Ci siamo divertiti e parecchio, ma, ad un certo punto, le defaillances sono state ripetute, quindi abbiamo abbandonato qualche ora prima del traguardo.
Nell’ambito dei blog, vorrei particolarmente ringraziare i blogger che, anche a loro insaputa e loro malgrado, sono intervenuti. Innanzitutto Colas, che ha avuto il privilegio di usare l’espressione rigà. Poi Daniela, che non faceva altro che ripetere la suddetta espressione, farci i complimenti e usare espressioni di gioia&stupore. Posso non linkarti? Ovviamente no. E come non ricordare il brevissimo intervento di Zazie, forse ubriaca o forse emozionata per la diretta, chissà? Il mio fratello di parole Martino, presente con due e-mail. Infine, last but not least, come si dice in Camerun, Enzo e la Laura. Il primo mi ha regalato una spilla bellissima che ho tosto appuntato sulla giacca. La seconda che, per tutto il tempo, ha toccato il materiale isolante della radio con aria estatica.

Grazie a loro e a tutti i morti viventi. La campagna abbonamenti (e la mia onnipresenza in radio) inizia adesso. Sono le sei, sta per spuntare il sole e io vado a letto.

Ra(d)iot

Che dite, la dovrei smettere con questi titoli creativi? Mi servono per esercizio, se mai la poco-nota agenzia di pubblicità dovesse decidersi a chiamarmi…
Continuo ad espletare i miei compiti per casa, e affronto l’argomento Raiot e tutto quello che ne è conseguito.

Come forse sapete, è finito da un’oretta uno spettacolo “sostitutivo” della trasmissione della Guzzanti&Co., che io ho seguito sulle frequenze della mia radio. Lo spettacolo si è tenuto all’Auditorium di Roma ed è stato trasmesso, tramite megaschermi, in molti posti in Italia e, appunto, sulle radio di Popolare Network. Non si è trattato della seconda puntata del programma, che probabilmente mai andrà in onda, ma di qualcosa di più complesso e ricco. Sono intervenuti, tra gli altri, Luttazzi, Grillo, Fo e Rame, addirittura la Mannoia accompagnata al piano da Piovani (!). Oltre allo staff di Raiot.

In molti hanno criticato la prima puntata, che potete trovare qui, dicendo che era un autogol per la sinistra, che non faceva ridere, eccetera. Andiamo con ordine.
Guardo da sempre le trasmissioni della Dandini, dalla TV delle ragazze in poi. E devo notare che, effettivamente, le ultime trasmissioni (diciamo da dopo Tunnel) avevano dei problemi di ritmo, normali nelle prime puntate, ma che potevano infastidire quando si protraevano. Quindi il fatto che la prima puntata di Raiot fosse imperfetta è assolutamente normale. I tempi si affinano volta per volta, e tutto dipende dalle condizioni in cui si crea, si scrive e si può provare uno spettacolo. Non so in che condizioni abbiano lavorato autori e attori, ma non mi sembra un male tremendo.
Dal punto di vista “politico”, invece, mi è sembrato un urlo disperato, ma non di parte. Lo sketch del consiglio comunale di sinistra avrebbe dovuto fare accapponare la pelle a molti compagni, con o senza virgolette. Mi è sembrato un urlo disperato, come se si sapesse già che quella era l’unica e ultima chance per dire delle cose. Non è una cosa bella, me ne rendo conto, ma probabilmente le cose stavano così.
Dario Fo e Franca Rame, e, per certi versi, anche Beppe Grillo, hanno detto che è stato un bene essere censurati, perché così il governo si sputtana. Sono d’accordo, ma fino ad un certo punto.
Idealmente, sarebbe stato strategicamente più efficace iniziare a salire piano piano con i toni, puntata dopo puntata, in modo tale da conquistarsi un pubblico ampio, l’audience nel vero senso del termine, al quale parlare (anche se, diciamolo, la prima puntata ha fatto un bel 18% di share: non male).
Invece è stato scelto il “colpaccio”. Non so se attuare il “piano A” sarebbe stato meglio: forse Raiot sarebbe rimasto un programma di nicchia, di cui parlare “tra di noi”. Così un po’ di rumore c’è stato. Ripeto: non so se questa sia stata la soluzione migliore, entrambe presentano – o avrebbero presentato – pro e contro.

Lo spettacolo di stasera mi ha lasciato con uno strano stato d’animo. Da un lato molto emozionato nel sentire tanta partecipazione e affetto intorno al gruppo. Ma dall’altro la domanda che mi sono fatto (e che mi faccio sempre più spesso) è: quanti siamo? Contiamoci. Quanti siamo veramente? E tutto questo basta?

L’ultimo urlo della Guzzanti (bravissima, lodi e plauso a lei e agli altri) è stato: “Non finisce qua!” Io lo spero, lo spero vivamente. Tutto questo non basta. Sinceramente, e ammetto per primo le mie colpe, non so proprio cosa si possa fare. Boicottare le aziende che comprano gli spazi pubblicitari Mediaset, certo. Firmare questa petizione. Ma soprattutto parlare, parlare, parlare delle cose che questo governo sta combinando. Informandosi e leggendo molto (magari il problema potrebbe essere dove leggere ed informarsi… me ne rendo conto).

Ma non parlarne “tra di noi”, è troppo facile. “Noi” già lo sappiamo che questo Paese sta andando a scatafascio.

E speriamo che stanotte lo streaming funzioni…

Cliccate qua dalle 0050 alle 220 circa (non di continuo, per carità) e qualcosa speriamo che succeda. O se no prendete un mezzo di locomozione e venite a Bologna, per sentirmi come si fa normalmente, girando la manopolina della radio analogica fino ai 96.250 Mhz.
Seguiranno altre istruzioni.

Di |2003-10-13T13:51:00+02:0013 Ottobre 2003|Categorie: Eight Days A Week, Things We Said Today|Tag: , |8 Commenti

Messaggio promozionale

Stanotte ricomincia il mio notturno radiofonico del lunedì. Ebbene sì. Chi scrive qui, come altri, o come se stesso in altre forme, fa radio. O tenta di farla. Mi vedete qui in una foto di qualche anno fa.

Se siete a Bologna, sintonizzatevi dalle 0050 sui 96.3 MHz. Se non siete a Bologna, cliccate qui.

Sempre che ne abbiate voglia, ovviamente.

Di |2003-10-06T14:16:00+02:006 Ottobre 2003|Categorie: Eight Days A Week, Things We Said Today|Tag: , |16 Commenti
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