Il DJ vs. il Paese reale – Appendice 1: del concetto di "ballabile"

Vi ricordate, nella scorsa estate, il DJ set bizzarro che ho fatto? Uno dei termini chiave di quella sera era stato “ballabile”.
Venerdì scorso, stesso posto. I DJ della radio si alternano e prima di me ce ne sono due che stanno facendo impazzire il pubblico: eh, so’ bravi, so’. Sta girando l’ultimo pezzo. Neanche arrivo ai piatti che si avvicina una ragazza: “Oh, metterai qualcosa di ballabile, almeno tu?”. Io evito di:

1. fare presente alla ragazza che stanno ballando tutti;
2. iniziare con lei una discussione sul concetto da lei lanciato (è il caso di dirlo) in pista;
3. risponderle proprio.
Quindi la guardo con un sorrisetto che vuol dire “aspetta, aspetta”. E metto questo pezzo:

[youtube=http://youtu.be/DbaOFkC8tQE]

Scelta banalissima, sì, ma insomma: la gente (com’era facile prevedere) continua a ballare felice, bene. Nel giro di cinque secondi mi dicono che c’è tempo per solo un’altra canzone e ritorna la ragazza di prima, con l’aria incazzata, che mi dice: “E questo lo chiami ballabile?”. Io la guardo, le sorrido, le metto una spilletta di Maps (sfortunatamente chiusa) in mano, e le dico “Sì”. Dopo di che sono andato in pista, in mezzo alla gente che ballava, senza saperlo, il penultimo pezzo di quella serata.