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Tutta colpa di Ghareeb

Dalla mailing list legata a Baldoni, mi arriva la segnalazione di un’intervista fatta a Maurizio Scelli, che nel 2004, quando Enzo fu rapito e ucciso, era il commissario straordinario della Croce Rossa Italiana in Iraq. Prendetevi cinque minuti e leggetela. Riporto qua sotto una delle ultime domande e la seguente risposta di Scelli.

Recentemente il quotidiano arabo Al Haiat, ha pubblicato la foto di Saad Erebi al Ubaidy, a capo nell’agosto del 2004 dell’Esercito Islamico che attuò e rivendicò, l’assassinio di Baldoni, seduto accanto al comandante delle Forze Usa in Iraq, il generale David Petraeus e il vice premier iracheno Bahram Saleh. Ci sono gli estremi per aprire un’inchiesta?

Dubito molto che in Iraq, oggi come oggi si possano fare delle inchieste volte ad accertare chi abbia realmente rapito e ucciso Enzo Baldoni e il suo autista Ghareeb, del quale fece molto male a fidarsi e credo che ne sia il principale responsabile al punto da essere stato eliminato in quanto testimone scomodo.

Capito? Scelli mette l’ennesima pietra sopra al caso Baldoni. Evita la domanda, più che legittima, e chiosa con un goffo tentativo, dando la colpa all’autista di Enzo. Fatemi capire: Ghareeb consegna Enzo a qualcuno (qualcuno che poi è stato visto con gli americani, ma nel casino dell’Iraq odierno non solo tutto è possibile, ma tutto pare naturale). E poi viene eliminato in quanto testimone scomodo di una cosa che ha fatto lui stesso?

Ancora una volta, dopo tre anni e mezzo, sono triste e senza parole.

Forse non ci siamo capiti: PALLE FREDDE

Il delirio mediatico che è seguito alla scomparsa di Enzo Baldoni è qualcosa di incredibile e, per certi versi, vergognoso.
Le notizie certe su tutta questa vicenda, è bene metterselo in testa, sono poche, pochissime. La confusione intorno alla scomparsa di Baldoni è evidente, anche dal momento in cui le agenzie di stampa ieri e i maggiori quotidiani nazionali oggi hanno tentato di carpire delle notizie da dei blog, strumento di comunicazione di solito molto osteggiato dalla stampa ufficiale. Le notizie hanno iniziato a rincorrersi partendo proprio un blog, quello di Justin Alexander, inglese legato a diverse ONG in Iraq. E’ stato proprio lui a pubblicare nel pomeriggio di venerdì scorso la notizia della morte di Ghareeb l’amico, autista e interprete di Baldoni, e della scomparsa del freelance italiano. Ho sentito Alexander ieri sera e mi sono reso conto che la sicurezza sulle sue fonti non era proprio salda. Quasi contemporaneamente è apparsa sul blog di Alexander l’ammissione di incertezza sull’episodio. In seguito ha assunto sempre più importanza il blog di Baldoni stesso, Bloghdad. Ma spesso nei commenti, e in forma anonima, sono state avanzate ipotesi che hanno del fantascientifico. Probabilmente la fonte web più affidabile, in questo momento, è il blog di Pino Scaccia, inviato della RAI, l’unico dei tre soggetti citati che effettivamente è presente in Iraq. Questa mattina ho sentito Scaccia al telefono. Abbiamo parlato di un particolare non secondario. Infatti rimane ancora il dubbio se sia effettivamente di Ghareeb il cadavere di cui si parla, perché ancora nessuno ne ha visto direttamente il corpo, nonostante la notizia sia stata confermata da fonti della Croce Rossa italiana in loco, da fonti sciite e dalla polizia irachena (quest’ultima fonte deriva sempre dal blog di Alexander che, sentito nuovamente poco fa, mi ha detto che comunque si tratta di conferme di seconda mano).
I giornali di stamattina hanno comunque cercato la notizia.
Se la notizia non c’è, come è adesso, l’hanno costruita. Hanno dato per certo che Enzo volesse intervistare Al Sadr, quando si trattava di qualcosa che era poco di più di una boutade tra colleghi, Scaccia e Baldoni, intendo. Hanno detto di Enzo che “vuole fare Rambo”, quando il suo sguardo è completamente diverso. Sentite il suo tono di voce, e come racconta gli esseri umani. Leggete a fondo il suo blog. Forse sarò presuntuoso, ma rivolgo queste parole anche ai colleghi giornalisti.
Insomma: palle fredde, per favore. L’attesa è tremenda, ma è l’unica cosa sensata da fare, anche e soprattutto per rispetto dei cari vicini ad Enzo.

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