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Veivecura – Goodmorning Utopia (La Vigna Dischi), 15 maggio 2014
7,5
Chissà cos’è successo di felice al siciliano Davide Iacono: il titolare del nome Veivecura, infatti, ha pubblicato quattro anni fa Sic Volvere Parcas, primo capitolo piuttosto scuro di una trilogia che è proseguita nel 2012 con le aperture di Tutto è vanità e si conclude oggi con Goodmorning Utopia. Ce lo chiediamo perché i toni di questo ultimo bel disco sono decisamente più solari e pacificati di quanto siamo stati abituati a sentire. Costruito intorno a sei canzoni più tre suite divise in parti e intitolate “Utopia”, l’album si concede derive decisamente più libere e leggere del solito, come in “Utopia I-II-III” dove compare anche un sax, o nella riuscita (e pop) “Oxymoron”.
Nel disco si colgono i segnali della maturità del suo principale artefice, che ha costruito in questi anni una narrazione non banale e decisamente sui generis. Sì, il modello è quello in filigrana di band diversissime tra loro, come per esempio Sigur Rós, Explosions in the Sky e Goodspeed! You Black Emperor: una lenta sovrapposizione di linee melodiche (qui affidate a voce, piano e chitarra e supportate da archi e fiati) che conducono a un climax e quindi (spesso) a una ripresa calma del tema iniziale. Tuttavia Iacono ha misura, sia nelle singole canzoni che nel disco stesso, che, tracciando un percorso ragionato e concettuale, ma non cerebrale, affascina e riscalda.
Recensione pubblicata originariamente sul numero di luglio 2014 de Il Mucchio Selvaggio